«Continuare sempre a imparare»: inaugurato all’Insubria il ventunesimo anno accademico

Con una cerimonia solenne e nel segno della tradizione è stato inaugurato oggi il ventunesimo anno accademico dell’Università dell’Insubria: un corteo di circa 50 professori in toga ha fatto ingresso nell’aula magna di via Ravasi 2, a Varese, con il magnifico rettore Angelo Tagliabue, il prorettore Stefano Serra Capizzano e i rettori ospiti Federico Visconti della Liuc di Castellanza, Gian Carlo Avanzi dell’Università del Piemonte Orientale e Marco Montorsi dell’Humanitas di Milano.
La mattinata, il cui cerimoniale è stato gestito dall’ematologo e docente Francesco Passamonti, si è aperta con un breve intervento del sindaco di Varese Davide Galimberti, presente poi in sala con le altre istituzioni: il vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia Francesca Brianza e il consigliere Samuele Astuti, l’ex ministro Marco Bussetti, il senatore Alessandro Alfieri, il direttore generale dell’Asst Sette Laghi Gianni Bonelli, il comandante provinciale della Guardia di Finanza Marco Lainati, gli assessori del Comune di Varese Andrea Civati, Daniele Zanzi e Rossella Dimaggio, l’artista Marcello Morandini e i tanti altri ospiti che hanno affollato l’aula.
La prima e attesa relazione è stata quella del magnifico rettore Angelo Tagliabue, che ha ringraziato i suoi predecessori Renzo Dionigi e Alberto Coen Porisini e poi, prima di elencare i risultati «tangibili e misurabili» già ottenuti in questo anno di governance, ha voluto sottolineare il ruolo importante della formazione: «Il futuro di ogni Paese è legato ai giovani e noi abbiamo la fortuna di fare la professione più bella del mondo: lavorare alla formazione dei giovani. Non possiamo esimerci dall’etica accademica di formatori: docenti e discenti sempre. Mai dimenticare di continuare a imparare».
Ha annunciato investimenti per 32 milioni di euro, per il prossimo quinquennio, il direttore generale dell’ateneo Marco Cavallotti: «Dobbiamo essere coraggiosi avventurieri, sempre spinti verso nuovi orizzonti… Tra i progetti del 2020 a Varese un nuovo edificio dedicato agli studenti al Campus di Bizzozero, che conterrà oltre 1200 posti in aula, oltre 200 posti studio, una biblioteca di 1000 metri quadri ed uno spazio ristoro-mensa di oltre 500 metri quadri. E poi il nuovo University Point di Como, un luogo dedicato ai servizi rivolti agli studenti ma anche agli altri utenti, una sorta di agorà che si integrerà con il Museo della Seta e l’Auditorium».
Un tema importante è stato toccato, nella sua relazione, da Anna Maria Caspani, rappresentante degli 11.440 studenti dell’Insubria: «Noi studenti crediamo che l’Università sia il luogo in cui il concetto di sostenibilità possa davvero acquisire un significato concreto, in cui la ricerca di soluzioni alternative, mediante studi scientifici, sia alla base del necessario cambiamento verso una transizione ecologica».
La tradizionale Rosa Commacina, riservata a personaggi che abbiano svolto attività importanti per il territorio e per l’ateneo, è stata assegnata a Marco Ascoli, noto avvocato varesino che ha portato l’esperienza significativa della Fondazione Giacomo Ascoli, intitolata al figlio, che dal 2006 opera a favore di bambini e adolescenti affetti da malattie oncoematologiche.

La laurea honoris causa in Scienze e tecniche della comunicazione è stata conferita a Gerardo Severino, Maggiore della Guardia di Finanza e commendatore della Repubblica, attualmente direttore del Museo storico della Guardia di Finanza, per aver «documentato la storia di numerosi finanzieri che, all’epoca della Seconda Guerra Mondiale, agirono anche sul territorio insubrico, tra Varese Como, e in alcuni casi si sacrificarono per salvare altre vite in un periodo di guerra civile in Italia», come è scritto nella motivazione letta da Paolo Bernardini, a cui è seguita la laudatio di Andrea Spiriti. Severino ha poi tenuto la lectio magistralis «Il museo storico della Guardia di Finanza nell’ambito delle strategie di comunicazione del corpo».
Il professor Daniele Cassani ha annunciato il nome del primo vincitore del premio internazionale Riemann Prize: è Terence Tao, matematico australiano-statunitense di fama internazionale dell’Università della California, un genio dei numeri che ha già ottenuto la medaglia Fields e nell’autunno 2020 sarà a Varese per ricevere il riconoscimento dell’Insubria, una scultura di Marcello Morandini, al culmine di una settimana di festival.
Un lungo applauso ha accompagnato uno dei momenti più sentiti ed emozionanti della mattinata, in cui sono state ricordate due persone della comunità insubrica che non ci sono più: Alessandro Bianchi, amato dipendente dell’ateneo mancato a luglio, e il professor Aldo Macchi, che si è spento improvvisamente pochi giorni fa. Alla mamma di Alessandro e alla signora Macchi l’abbraccio e i fiori del rettore e del direttore generale.
In chiusura sono state consegnate le medaglie di ateneo ai 18 professori divenuti ordinari nell’ultimo biennio e poi tutti in piedi per il Gaudeaumus igitur cantato con maestria dal Coro dell’Insubria, diretto dal maestro Andrea Gottardello.
Un passaggio del discorso del direttore generale, Marco Cavallotti
In un mondo in cui la comunicazione svolge un ruolo sempre più importante bisogna ora superare i troppi atteggiamenti prudenti nel timore di potenziali rischi.
L’Università, in quanto tale, deve avere una dimensione internazionale, i suoi laureati devono approcciarsi al mondo, la ricerca deve coinvolgere il mondo e competere con esso; ciò dovrebbe avvenire con le stesse regole e con pari risorse, ma purtroppo così non avviene!
Il nostro Paese non pare condividere questo spirito, e non avvantaggia le Università nonostante esse siano il vero motore dello sviluppo.
In Italia le Università vengono considerate come qualsiasi altra Pubblica Amministrazione, ma capite bene quanto siano diverse!
Si discute da sempre di snellimento delle procedure di superamento dei vincoli burocratici, ciò nonostante, nuove norme e leggi, hanno solo peggiorato la situazione. Ai precedenti vincoli se ne sono aggiunti altri, limitando nei fatti la possibilità di competere ad armi pari con Atenei e Centri di ricerca internazionali.
Si prenda ad esempio quello che succede per la realizzazione di nuove infrastrutture: l’Agenzia per la Coesione Territoriale nel 6° rapporto 2018, evidenzia che i tempi di attuazione delle opere pubbliche si sono allungati fino ad un anno con una tempistica media di circa 4 anni e mezzo, ma ciò che appare inconcepibile è che per lavori al di sotto di soli 100.000,00 euro la media è di poco meno di 3 anni!
L’Insubria non si arrende neanche di fronte a questo, anticipa i tempi e concorre con successo in un contesto caratterizzato da un’alta concentrazione di presenza universitaria (circa 50 poli universitari nel raggio di 300 Km).
I risultati del Progetto Good Practice, al quale il nostro Ateneo partecipa attivamente da diversi anni e che vede la partecipazione di altre 35 Università di spicco sulle circa 80 nazionali, evidenziano che chi si immatricola nel nostro Ateneo, crede davvero in noi!
Il 36 % di immatricolati ci sceglie senza aver preventivamente valutato altri Atenei, il restante 64 % ci sceglie con ragione, e dopo aver valutato altre importanti Università (Statale, Politecnico, Bicocca).
Gli Studenti che scelgono Insubria sono peraltro in costante crescita e ciò avviene nonostante il numero di diplomati a livello nazionale sia costante.
Una proiezione a cinque anni fa ipotizzare che con l’attuale andamento degli immatricolati, il numero complessivo di studenti iscritti raggiungerà la soglia di 15.000 unità. Questo tuttavia è per noi il limite massimo per garantire la più elevata qualità prestazionale.
“Puntare sulla qualità ma differenziandosi dagli altri”, questo sarà il nostro motto per il futuro.
Quest’anno l’Ateneo si è dotato del “Piano Strategico 2019-2024” che, partendo da un’analisi approfondita e partecipata, ha coinvolto con apprezzabile entusiasmo i nostri studenti, i 362 docenti strutturati, i 316 colleghi del Personale Tecnico Amministrativo ed i 4 Dirigenti.
Grazie al Piano Strategico, è ora possibile disporre di una “vision” di lungo termine, che tracci gli obiettivi e le modalità di monitoraggio dei risultati.