25 novembre: in un Teatro Sociale rosso spettacolo e fotografie contro la violenza dedicati a tutte le donne

25 novembre 2019 | 08:18
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Oggi 25 novembre è la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne fissata dalle Nazioni Unite nel 1999 partendo dall’assunto che la violenza verso le donne è una violazione dei diritti umani. L’appuntamento riporta l’attenzione su una piaga che flagella l’Italia, da nord a sud, senza distinzione: le donne continuano a essere vittime degli uomini.
Le statistiche in questo senso non sono rincuoranti: mentre si assiste a una diminuzione generalizzata di violenze sessuali e maltrattamenti in famiglia rispetto al 2018, sale di contro il numero dei femminicidi. La violazione è una conseguenza della discriminazione: dal punto di vista legale e pratico, e delle persistenti disuguaglianze tra uomo e donna ed e’ un fenomeno complesso che ha tante forme, non solo quella fisica. Anche la violenza psicologica ed economica, quasi sempre esercitate in famiglia, sono forme di sopraffazione piu’ sottili e meno visibili, ma che lasciano segni altrettanto profondi sulla pelle delle donne.

Il colore di questa Giornata è rosso, simbolo dell’amore, della passione che si trasforma in male ed in violenza, simbolo della possessione morbosa che diventa una trappola mortale e simbolo della femminilità che purtroppo, oggi, troppe volte viene violata, di rosso si illuminerà il Teatro Sociale di Como questa sera come rosse saranno le scarpe lasciate sui gradini due piccoli gesti che faranno da corollario ai due eventi in programma.

Alle ore 20.30 nella Sala Bianca andrà in scena Barbablù 2.0, una produzione tutta comasca del Teatro in Mostra di Laura Negretti, che torna a casa, a Como, dopo 100 repliche in tournée per il Nord Italia.
È uno spettacolo di teatro civile che affronta con lo stile della prosa contemporanea una tematica sociale di forte attualità come la violenza sulle donne e in modo particolare la violenza domestica.

La scelta dell’autrice Magdalena Barile nella scrittura di questa piece è di non cominciare dalla cronaca, ma da molto più lontano, da molto più in profondità: dalla tradizione popolare, la fiaba di Barbablù, scritta da Charles Parrault nel XVII secolo, fiaba che curiosamente nasce come monito alle fanciulle di non lasciarsi guidare dalla troppa curiosità e oggi si presta perfettamente a essere una parabola sulle donne vittima di follia omicida da parte di mariti orchi.

barbablu 2.0 tratro in mostra

Il progetto teatrale di Laura Negretti porta dunque in scena una favola nota, Barbablu appunto, cambiandone alcuni addendi, ad esempio l’ambientazione che qui è una ricca provincia del nord Italia, evitando l’alibi della povertà, della dislocazione geografica e dell’ignoranza. Ecco cosa succede in Barbablù 2.0. L’uomo non ha la barba da terribili riflessi blu, al contrario sembra una persona dolce, tenera e premurosa. L’uomo non ha sette o più mogli, ma solo una, una moglie così innamorata da non accorgersi che forse quei terribili riflessi ci sono per davvero. Come nella favola, la ‘terribile porta che per nessun motivo doveva essere aperta’ rimane chiusa, perché l’orrore della violenza sulle donne si consuma troppo spesso all’interno delle mura domestiche e dietro una porta che rimane serrata e sono poche le donne che hanno il coraggio di spalancarla.

Barbablù 2.0 non è la storia di un marito violento e delle conseguenze delle sue azioni, ma la storia di un viaggio nella testa di una donna. La ricerca di un’identità forte che si è persa, sfilacciata fra violenze e soprusi che sono diventati la norma. Una storia raccontata con i toni del thriller, il genere del mistero per eccellenza, per riflettere su quello che per certi versi rimane davvero un mistero doloroso, una zona oscura della società ancora tutta da risanare.
SALA BIANCA lunedì, 25 novembre – ore 20.30
BARBABLÙ 2.0.
i panni sporchi si lavano in famiglia

con Laura Negretti e Alessandro Quattro

25 novembre barbablù 2.0

Durante la serata in concomitanza con Barbablù, dalle ore 20.00 e per chi ha il biglietto dello spettacolo, sarà allestita in anteprima assoluta nelle Sale del Ridotto del Teatro Sociale una mostra fotografica di Alle Bonicalzi: INDICIBILE. Il coraggio di rompere il silenzio. Una serie fotografica che nasce da una riflessione sul tema dell’integrità personale (e quindi dell’identità) e del silenzio o, meglio, della possibilità e libertà di infrangerlo; una serie ‘aperta’ (dedicata al coraggio di un’amica), in fieri, che conta, ad oggi 16 immagini. In tale occasione saranno visibili sia le opere fotografiche originali sia delle riproduzioni di 1 metro quadrato ciascuna.