La metamorfosi di un paesaggio nella mostra di Angelo Cesana

“Dove abita il silenzio, metamorfosi di un paesaggio” è il titolo della mostra personale di Angelo Cesana, che si terrà dal 14 al 22 Dicembre presso il Cortile delle Ortensie in Via Matteotti, 33 a Cantù, organizzato dall’Associazione ARTELARIO.IT e curato dalla Galleria Mauri di Mariano Comense, con il Patrocinio della Città di Cantù.
La mostra sarà inaugurata domani, sabato 14 dicembre, alle ore 17.30 e resterà aperta fino al 22 dicembre.
Orari dalle 15.30 alle 19.30
 
DOVE ABITA IL SILENZIO
(Metamorfosi di un paesaggio)
L’Arte deve essere un canto di poesia, deve essere preghiera, deve
diffondere saggezza, illuminare chi osserva, deve elevare lo spirito di
chi medita per considerarla e assimilarla. Il sacro compito dell’artista
è sempre di elargire forme comprensibili e che intendono l’arte sincera
espressione di verità, forme cromatiche e plastiche.
Tutte le deformazioni tutte le degradazioni tutte le forme provocatorie,
che purtroppo sono state accettate ufficialmente sono solo
manifestazioni cerebrali e null’altro. Molti si chiederanno il perché
dello stesso soggetto in tante opere. In effetti per me, il soggetto è
sempre stato un pretesto, quello che conta nell’opera è l’atmosfera, il
silenzio, l’emozione la poesia.
Certamente non è facile trasmettere queste sensazioni attraverso il
colore, nonostante un lavoro di quasi cinquant’anni di pittura
ininterrotta, perché dove abita il silenzio, è là che il pittore ascolta
le voci del mondo ed è proprio là dove si raccolgono le emozioni, che
bisogna dipingerle in fretta, perché le emozioni sono come i sogni
svaniscono.
L’opera, a volte, suscita tante domande alle quali neanche il pittore sa
dare una risposta, perché è la passionalità, la gestualità inconscia che
lo spinge a dipingerla. In fondo sono solo ricordi che si dipingono per
sé stessi.
Per questo ho dipinto sempre lo stesso soggetto, per far capire che ogni
opera ha dentro una emozione e una storia diversa, e spero che lo
spettatore sappia cogliere questa differenza. A. Cesana