Fabius Constable e la Celtic Harp Orchestra al Teatro Sociale

22 dicembre 2019 | 16:37
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«Stamattina, come preludio al concerto, vi presento il maestro Abdou Ouardi, uno dei grandi suonatori di oud, il liuto, strumento dal quale è nata poi la chitarra tradizionale. Viene dal Marocco, è insegnante di conservatorio e si unirà a noi nei primi tre pezzi».

Comincia così la mattina al Teatro Sociale di Como, Sala Bianca, con le parole del musicista, direttore e fondatore della Celtic Harp Orchestra Fabius Constable – un gruppo musicale composto da arpe tradizionali, o celtiche, a cui si affiancano altri strumenti quali violoncello, violino, flauti, fisarmonica, chitarra, basso, batteria, voce soprano e coro – subito seguite dall’esecuzione di un pezzo dall’armonia antica e struggente suonato, appunto, in collaborazione con il maestro Ouardi. Partendo dalla musica bizantina, i brani si sono sviluppati attraverso un percorso che ha raggruppato arabo, ebraico, spagnolo e lingua latina, in un piccolo gioiello di storia che racchiude in sé il linguaggio della musica continentale europea – in questo caso spagnola – influenzato dalla musica araba. Il paese di Ouardi è un paese di sabbie, di nomadi e deserto, e il terzo e ultimo è un brano che riesce a portare l’ascoltatore nella quiete particolare delle sue oasi.

Il concerto, proseguito con le meravigliose arpe della Celtic Harp Orchestra, ci ha portato poi nella Francia del dodicesimo secolo; ed è stata la volta dei miti e tradizioni di origine celtica – quelli che diedero alla badessa e poetessa Maria di Francia l’opportunità di scrivere le sue famose composizioni, i Lais: una raccolta di dodici brevi racconti, opere che sviluppano le tematiche dell’amor cortese trascrivendo leggende della “Materia di Britannia”, i cui protagonisti non sono grandi eroi o famosi re, ma semplici cavalieri e dame posti, spesso, in situazioni drammatiche. Ed ecco il brano ispirato alla Blanche Biche, la dama che di notte si trasforma in cerbiatta nella celebre storia: “Lai de Guigemar”. Molto interessante anche il suggestivo brano “How to ride a Dragon”, tratto dal cd “This World and Other Unearthly Things”, brano che ben si sposa con la navigazione burrascosa di questi giorni che precedono il Natale.

«Un mese fa mi arriva una specie di videomessaggio da Donatella», racconta poi Fabius Constable prima del brano successivo, riferendosi alla brava soprano Donatella Bortone, e continua: «mi dice: “senti cosa dovremmo fare per il concerto”, e inizia a canticchiare una canzone. Ho sentito le registrazioni, immaginato Donatella camminare e canticchiare nel buio della notte; da quel momento ho pensato che la cosa si faceva seria e ho deciso quindi che andava fatta». Ed è stato così che questa mattina il pubblico della Sala Bianca del Teatro Sociale ha potuto sentire una versione speciale del brano “Last Christmas” degli Wham.

Il suono dell’arpa è un suono particolare, e le sue corde riescono come poche altre a mettersi in contatto con quelle dell’anima, penso quando anche l’ultima nota si spegne per lasciare posto al fragoroso applauso finale.

Esco e scambio qualche parola con il maestro Fabius Constable, giustamente soddisfatto del suo lavoro.

«Sei un grande esploratore», gli dico.

Sorride.

La definizione gli è piaciuta.

Sabrina Sigon

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