Epifania con le gambe storte, ad Albese arrivano gli “sgaretà”
La parola è propria del dialetto comasco: Sgaretà, che sta per sgangherato, storto, malfatto. Si chiamano così i pupazzetti dolci che Albese con Cassano condivide con alcuni paesi della Brianza, Lissone e Desio ad esempio, seppur da quelle parti li chiamano Puparogio o Papurott, termine che indica un bambino pasciuto e sorridente, così come dalla raffigurazione tradizionale di Gesù bambino, e sono cosparsi interamente di zucchero a velo. Ma le varianti di questa ricetta dalle origini sconosciute, sono molte.
Ad Albese erano e rimangono gli Sgaretà o Sgaratà secondo di chi pronuncia. Tradizionalmente li cuocevano in forno i due prestinai del paese e la forma di bambolotto era piuttosto approssimativa visto che veniva usata lo stesso impasto del pane. Gli occhi e l’ombelico erano segnati con l’uvetta.
La pasticceria Casartelli in piazza Volta, ha ripreso la tradizione albesina, abbandonatata tempo, dietro le richieste di molti clienti anziani e. per l’Epifania del 6 gennaio, preparerà gli Sgaratà in una colorata e simpatica guisa che oggi Elisa e Roberto ci hanno mostrato in anteprima. Visto che si tratta di lievitati da consumare giornalmente, chi fosse interessato e meglio che prenoti i dolci telefonando allo 031 420584.
Insieme ai bambolotti, per la Befana non mancano anche i tradizionali cammelli nelle varianti in pasta sfoglia o pasta frolla. Questa è una tradizione originaria di Varese e poi sconfinata nel comasco.