Lunedì del Cinema: un film sugli abusi del clero “Grazie a Dio” di François Ozon




Quasi a dimostrazione della versatilità del suo sguardo, il regista francese François Ozon affronta in “Grazie a Dio” (Orso d’argento alla 69° Berlinale), gli abusi sui minori perpetrati per anni da padre Bernard Preynat, nel silenzio imbarazzato dei vertici della diocesi di Lione.Un film con il quale i Lunedì del Cinema affronano l’attualità più scottante il 27 gennaio allo Spazio Gloria di via Varesina.
Il punto focale del film non sono tanto i “fatti” accaduti fino agli inizi degli anni ’90, evocati da brevi flashback, quanto le vicende che hanno portato le vittime a denunciare gli abusi prima agli inquirenti e poi ai media. A partire dall’iniziativa dolorosa di Alexandre che, nel 2014, decide di affrontare il muro di omertà, fino alla costituzione dell’associazione “La Parole Libérée”, impegnata a ottenere giustizia non solo nei confronti di Preynat, ma anche delle istituzioni conniventi, in particolare del cardinale Barbarin. Ma anche qui, più che gli snodi dell’inchiesta, ciò che sembra interessa davvero a Ozon è la spinta psicologica dei personaggi, ciò che si agita dietro la loro decisione di parlare dopo anni di silenzi, di rimozioni dolorose, di tormenti insuperabili. Perciò è come se “Grazie a Dio” vivesse di tre tempi distinti, tre tracce focalizzate intorno a diversi protagonisti, ognuno con il suo profilo, con il suo vissuto e la sua ragione. Alexandre, padre di cinque figli, ancora legato alla fede e a una visione profondamente cattolica del mondo; François Denis Ménochet, ateo intransigente, mosso dalla rabbia e dall’urgenza politica di far guerra al sistema ecclesiastico; Emmanuel, il più segnato nel corpo e nello spirito dagli abusi subiti, che, dopo una vita ai margini, trova un altro senso e nuove motivazioni nell’impegno dell’associazione.

In un lento affermarsi di una conclamata verità, Ozon gestisce la dinamicità della suspense alla Hitchcock, lasciandoci cullare dentro alla tragedia del ricordo, immersi in queste ombre del passato che devono filtrare dentro ad un presente brumoso e autunnale fatto di dondolanti crocifissi al collo e sontuosi paramenti di cardinali. La tessitura del racconto è invece presto composta da lettere cartacee, email, telefonate, missive lette con voce off dai singoli protagonisti sulle dolorose vicende passate ma anche sui tentativi vani di riconciliazione.
“Grazie a Dio”, presentato al festival di Berlino, è infine caratterizzato da un approccio di sguardo per il quale più che il j’accuse clamoroso a svellere il tono generale del film, vale maggiormente lo scrutare impercettibile dei movimenti del viso, degli occhi, della bocca dei ragazzini/uomini violentati, del carnefice e dei loro protettori. Come se solo dentro all’inquadratura di Ozon storia e vittime potessero trovare un po’ di requie e fuori, oltre i bordi del quadro, continuasse solo infinito dolore e caos.
Il titolo nasce dal lapsus freudiano di monsignor Barbarin che, dopo anni di accuse verso il sottoposto padre Preynat, durante una conferenza stampa a margine dell’imminente processo al prete imputato, si lascia sfuggire un “grazie a Dio, i reati sono prescritti”.
Spazio Gloria via Varesina – Como
27 gennaio ore 21
GRAZIE A DIO
di François Ozon
Interpreti: Melvil Poupaud, Denis Ménochet, Swann Arlaud, Éric Caravaca
FRANCIA 2019
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Spazio Gloria via Varesina, 72