“Antropolaroid” di Tindaro Granata, istantanee di una famiglia siciliana a teatro

6 febbraio 2020 | 13:01
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“Antropolaroid” di Tindaro Granata, istantanee di una famiglia siciliana a teatro
“Antropolaroid” di Tindaro Granata, istantanee di una famiglia siciliana a teatro
“Antropolaroid” di Tindaro Granata, istantanee di una famiglia siciliana a teatro
“Antropolaroid” di Tindaro Granata, istantanee di una famiglia siciliana a teatro

“Antropolaroid” di Tindaro Granata, istantanee di una famiglia siciliana a teatro

La foto di una famiglia siciliana che si snoda attraverso il corpo e la voce di Tindaro Granata, “Antropolaroid”, uno spettacolo premiato più volte (dal Premio “Associazione nazionale critici” all’Ubu, l’Oscar del settore), che sabato sera 8 febbraio  a Capiago Intimiano nell’Auditorium San Giovanni Bosco non mancherà di conquistare il pubblico della rassegna Teatro Off per la sua forza e la cupa bellezza del racconto.

“Antropolaroid”  è un’opera teatrale ricolma di emozioni e suggestioni, una vertigine prismatica di recitazione, narrazione, concretezza e universalità, ritmo avvolgente. Tindaro Granata, enfant terrible dei palcoscenici italiani, attraversa qui i decenni vestendo numerosi ruoli e configurazioni anagrafiche: è indifferentemente maschio e femmina tra giochi, balli, lavoro, relazioni familiari e paure.  Da solo racconta di figure familiari, di generazioni, di una terra, la Sicilia, da cui anche allontanarsi. Con il proposito di andare a Roma, diventare attore, fare del cinema … Perché dentro questo spettacolo ci sono , rielaborate con molta sensibilità, schegge di storia dello stesso interprete in scena, con quel titolo che fonde insieme la ricerca antropologica con lo scatto fotografico, la memoria trattenuta nell’immagine, racconto tramandato, vissuto profondamente.

La storia parte con un fatto tragico, e non sarà l’unico, Francesco Granata nel settembre del 1925 si impicca perché scopre di avere un tumore incurabile. La moglie , incinta, sola, si reca spesso al cimitero per “bestemmiare” sulla tomba del marito. Il figlio Tindaro Granata nel 1948 viene implicato in un omicidio di mafia, ordinato da un noto mafioso di Patti. Maria casella, nel ’44, si innamora di Tindaro che incontra ad una serata di ballo organizzata da suo padre per presentargli il suo futuro sposo, un ufficiale tedesco. La giovane si oppone al matrimonio, scappa con Tindaro, facendo la “fuitina”. Teodoro Granata nasce l’anno dopo. Diventato adulto, Teodoro emigra in Svizzera. Tornato in Sicilia sposa Antonietta Lembo e con l’aiuto del signor Badalamenti apre una falegnameria. Tindaro Granata nasce nel settembre del 1978. Adulto, parte per il servizio militare, si imbarca per due anni su nave Spica e qui incontra il nipote del boss del suo paese di origine, Patti. Il giovane Tino (nipote del boss) , dopo che il padre viene indagato per delitti di mafia, si confida con Tindaro. Ma questo è il giorno in cui Tindaro parte per Roma, vuole diventare un attore. Tino si suicida, impiccandosi.

Lo spettacolo utilizza la tecnica antica del “cunto”, che viene disarticolata, scomposta e il meccanismo del racconto più o meno lineare viene così sostituito dalla messa in scena dei dialoghi tra i personaggi del racconto. Non vengono narrati i fatti, ma i protagonisti parlano tra loro e danno vita alla storia, che cattura e ti porta via.

antropolaroid

I BIGLIETTI POTRANNO ESSERE ACQUISTATI LA SERA DELLO SPETTACOLO
INTERO 11€
RIDOTTO (fino ai 14 anni) 7€