Emergenza Coronavirus, FROMCeO scrive a Gallera: “è necessario un test per chi ha avuto sintomi prima della ripresa del lavoro”

Emergenza Coronavirus, FROMCeO scrive a Gallera: “è necessario un test per chi ha avuto sintomi prima della ripresa del lavoro”
Il Presidente FROMCeO (Federazione Regionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri) Gianluigi Spata, affiancato dai presidenti degli altri ordini provinciali della Regione Lombardia, ha inviato una lettera all’assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera e al Presidente Attilio Fontana, segnalando una problematica emergente, rappresentata dalla futura ripresa del lavoro dei soggetti guariti da COVID – 19, intendendo tra essi anche quelli curati a domicilio sia per forme lievi che per polmonite.
«Tale contingenza ripropone la necessità di valutare, in questa seconda fase dell’emergenza epidemica – si legge nella missiva – il corretto utilizzo dei test diagnostici (tampone o, se ve ne fossero eventualmente le condizioni e le indicazioni test anticorpali). Attualmente in Lombardia il tampone viene fatto sui ricoverati per polmonite interstiziale bilaterale: tale intervento, per quanto comprensibile, nella situazione epidemiologica attuale non sembra poter essere di particolare aiuto a una diagnosi clinica di per sé evidente. Per contro, i molto più numerosi pazienti trattati a domicilio per forme lievi e i pazienti trattati a domicilio per polmonite, senza essere stati sottoposti ad alcun tipo di test, non vengono sottoposti ad alcuna indagine preliminare alla ripresa del lavoro».
«L’indicazione di attendere quattordici giorni dopo la guarigione clinica prima della ripresa del lavoro – si legge ancora – appare inaffidabile e non tale da garantire, alla riapertura graduale delle attività, dal rischio di una importante e drammatica diffusione dell’epidemia. Risulta pertanto evidente come sia indicato sottoporre tutti i pazienti che abbiano avuto sintomi, anche lievi e anche trattati a domicilio, ad un test che garantisce, per quanto possibile, la non contagiosità alla ripresa del lavoro».