“Dono il mio biglietto al Sociale”, Como si stringe intorno al suo teatro. Intervista a Fedora Sorrentino



“Dono il mio biglietto al Sociale”, Como si stringe intorno al suo teatro. Intervista a Fedora Sorrentino
«Nelle prime due settimane di chiusura abbiamo provato a riposizionare gli spettacoli ad aprile-maggio, ma la situazione purtroppo è degenerata perché nulla è stato più come prima. Ci siamo visti costretti ad annullare tutto il mese di marzo, che in realtà era un mese pieno di spettacoli, il clou della stagione di quest’anno e ne hanno risentito moltissimo le compagnie ospiti. È evidente che in un momento talmente complesso, strano e travolgente come questo si fa una gran fatica a chiedere di sostenere il teatro e la cultura, perché sembra stridere con la sofferenza che vediamo tutti i giorni, però anche noi, come tutti, siamo in grande difficoltà».
A raccontare questo periodo così particolare è Fedora Sorrentino, presidente del Teatro Sociale di Como – Aslico, che in questi giorni ha annunciato la sospensione dell’attività della programmazione Notte 2019/2020 fino al 2 maggio, lanciando la campagna #iorinuncioalrimborso, attraverso la quale è possibile donare il proprio biglietto già acquistato per sostenere il futuro del Teatro. Chi intende donare il proprio biglietto al teatro può farlo inviando una mail all’indirizzo biglietteria@teatrosocialecomo.it, con la scansione o la foto del biglietto stesso e la specifica della rinuncia al rimborso.
«La programmazione del teatro cresce, di anno in anno, sia in quantità che in qualità, e tutto questo è possibile perché Teatro Sociale di Como – Aslico è una realtà produttiva che non solo produce, ma esporta il suo prodotto al di fuori dei confini della città e dell’Italia e ha delle piattaforme incredibili come quella di Opera Education, vero motore pulsante di Aslico – ricorda Fedora – Tutto quello che diventa un utile su quelle piattaforme viene investito nella programmazione del teatro, e fermare in questo momento la programmazione significa fermare due teatri, quello residente e quello che si muove, cioè quello di Opera Domani, che ha debuttato a Como l’11 di febbraio e ha fatto due piazze, ma mancano all’appello 120 recite e 120mila bambini».
Non solo: sono venute a mancare le prestigiose tournée nazionali e internazionali, che dovevano tenersi in questo periodo e che avrebbero consentito di guardare al futuro con uno sguardo diverso. Purtroppo tutto questo è venuto a mancare e la presidente Sorrentino chiede un supporto al pubblico comasco «La cittadinanza si incontra, si rivede e si riconosce nel suo teatro, e lo sforzo di ciascuno in questo momento serve a tutelare la sopravvivenza della struttura, perchè un teatro attivo 365 giorni l’anno ha dei costi anche quando è chiuso. Il nostro è il lavoro più bello del mondo e di questo viviamo, insieme ai nostri colleghi ed artisti, vedersi cancellare gli spettacoli vuol dire fare i conti con la sopravvivenza, soprattutto se, come dicono, l’apertura dei teatri arriverà nella fase quattro, cioé non prima di dicembre 2020. Questo significa congelare ogni attività e, se già è un dramma fermarsi per uno o due mesi, con questa campagna vogliamo sensibilizzare il pubblico sul fatto che un teatro chiuso per un anno farà forse fatica a riaprire, e c’è bisogno della collaborazione e dell’aiuto di tutti».
Una sensibilità grande e tangibile, quella dimostrata dai comaschi, che in queste ore hanno già iniziato ad aderire all’iniziativa, dimostrando di amare un luogo che ormai è diventato per tutti una casa accogliente, permeata di bellezza e cultura. «Sono arrivate già diverse mail, alcune di queste contenenti, oltre alla volontà di rinuncia al biglietto, parole piene di affetto e vicinanza al teatro, talmente commoventi che si fa fatica a leggerle. Questo dimostra quanto le persone amino questo luogo e lo riconoscano come un posto importante per l’anima di ciascuno».
Per mantenere viva l’attenzione, in queste settimane il Teatro Sociale ha lanciato anche la campagna social #TSCimanchi, invitando gli spettatori a pubblicare sui social le loro foto scattate all’interno del teatro e, lo scorso sabato, è stata creata la playlist di Spotify “dalla mia finestra”, a cui tutti possono aggiungere le proprie canzoni, per creare una selezione musicale composta interamente dal pubblico e dalla città di Como.
«Nonostante tutto c’è una bella novità – dice Fedora – Da pochissimo, è disponibile il nuovo format di Opera Domani, chiamato “Opera Domani Home”, pensato proprio perché Rigoletto ha debuttato ma non è andato in giro e tantissimi bambini non sono riusciti a vederlo. “Opera Domani Home” è un progetto nuovo, un video che consente al bambino di partecipare da casa. Esattamente come a teatro, infatti, c’è un direttore che, invece di dirigere la platea, si volta verso il piccolo spettatore, sullo schermo compaiono i testi di quello che si deve cantare, ci sono tutte le indicazioni sugli oggetti da usare. È una regia televisiva volta all’interazione, con un kit di preparazione che permette di coinvolgere anche i genitori. Lo spettacolo, poi, è accessibile gratuitamente sul portale operaeducation.org. Questo è un prodotto che sopravviverà, una nuova finestra che sperimenteremo anche con le produzioni successive. La crisi può dare risultati positivi, soprattutto quando è capace di generare nuove soluzioni».
È inevitabile, a questo punto, parlare del futuro e di quello che verrà, per quanto possibile. «Il 6 aprile avremmo dovuto presentare la stagione estiva, che era già chiusa, ma sulla sua realizzazione temiamo il peggio, pur sperando il meglio. Anche la stagione 2020/2021 è praticamente pronta, ci siamo fermati perché vorremmo inserire alcuni spettacoli che erano in programma quest’anno. Se tutto andrà come speriamo, riapriremo le porte del teatro il 24 settembre, ma purtroppo non dipende da noi. Se così non sarà e si riprenderà a dicembre, sarà necessario modificare la programmazione e capire come modellarla nei mesi che resteranno».