Bentornati: Sabrina Sigon al Rifugio Capanna Mara e Nota Su Nota scuola di musica



bentornati: capanna mara nota su nota
Hanno riaperto quasi tutte le attività commerciali e Sabrina Sigon sta visitando alcuni esercizi per sentire gli umori di gestori e clienti dopo tanti giorni di chiusuta.
RIFUGIO CAPANNA MARA
Parcheggio presso l’Alpe del Viceré, camminata di media pendenza di circa 40 minuti – un’oretta se si è fuori allenamento come me – ultima rampa di un centinaio di metri, arrivo. Una bella terrazza in faccia ai monti e, in lontananza, i laghi di Pusiano e Annone. Qui il rischio di assembramenti, con le persone che si sparpagliano fra sentieri e radure, bisogna proprio andare a cercarselo.
La prima domanda, quella cruciale, quella che hai in mente dall’inizio della camminata: cosa c’è nel menù di oggi?
“Tagliatelle al ragù, tagliatelle ai funghi, arrosto con polenta, fagiolata salsiccia, cotiche e polenta, crostata albicocca e frutti di bosco, treccina soffice al cioccolato”, mi dice Gigi Fumagalli gestore, insieme al suo socio Andrea Ortalli, di questa splendida baita appena sopra Albavilla; con lui anche la simpatica moglie Cristina Di Giorgio, con la quale avevo già parlato al telefono. “Si tratta di un’apertura di prova”, continua Gigi, “per ripartire in modo completamente diverso”.
Come vi siete organizzati?
“Come tutti, siamo penalizzati per i posti. Prendiamo solo prenotazioni e, come vedi, l’ingresso è chiuso e consentito a chi ha già fatto la prenotazione telefonica. Questo perché i locali non possono e non devono contenere più persone di quelle previste dalla normativa, nel nostro caso circa 30-40 posti suddivisi per le tre sale che compongono la baita, poi ci sono quelli all’esterno. Calcola che, normalmente, la nostra capienza è di 160. Dipende poi se si tratta di famiglie, oppure gruppi composti da diversi nuclei che, in tal caso, dobbiamo sistemare in tavoli separati. Abbiamo visto sul decreto che, comunque, anche marito e moglie devono stare a un metro di distanza”.
Da quando avete ripreso l’attività?
“Noi siamo stati chiusi dall’8 di marzo e abbiamo potuto riaprire solo a fine lockdown con il servizio di asporto: chi veniva a fare la passeggiata poteva prendersi un panino e qualcosa da bere. Devo dire che abbia mo lavorato bene. Con oggi, invece, riapriamo a tutti gli effetti”.
È una prova per tutti: per voi, e per chi si rimette a camminare
“Non sai bene come ti puoi muovere, come ti devi comportare. È un po’ come il primo giorno di scuola, stamattina ci siamo svegliati con la stessa ansia”.
Marzo e aprile sono due mesi importanti, anche per una baita
“Se consideri le feste del 25 Aprile, di Pasqua e lunedì dell’Angelo, il Primo Maggio, giornate in cui di solito siamo pieni di prenotazioni, puoi ben capire quanto abbiamo perso in questi mesi di chiusura. Inoltre il tempo è sempre stato molto bello, qui avremmo avuto tantissimo lavoro. Ora speriamo nei mesi estivi e nell’autunno, altro periodo di punta”.
Come funziona la prenotazione?
“Per soddisfare il maggior numero di richieste abbiamo organizzato due turni per il pranzo: il primo alle 12.00, orario che pensiamo possa incontrare il favore delle famiglie, specialmente per i bambini, e un secondo turno alle 13.30. Fra un turno e l’altro dobbiamo avere un quarto d’ora di tempo per sanificare. Poi, se arriva qualcuno anche nel pomeriggio e vuole mangiare, noi siamo disponibili; in passato abbiamo provato a servire pizzoccheri, polenta e formaggio anche alle tre del pomeriggio! Siamo qui finché c’è gente, senza nessun problema. Nel periodo estivo, in questo caso già da adesso, siamo aperti anche il mercoledì sera. Anzi, devo dirti che mercoledì scorso c’era già in giro un po’ di gente. Cosa importante, i servizi sono esterni e utilizzabili, anche da chi è soltanto di passaggio, non è necessario fermarsi a mangiare per forza. I servizi vengono sanificati regolarmente, ci occupiamo noi di tutto”.
Qual è il menù di domani?
“Cerchiamo di variare tutte le settimane: ossibuchi, cazzuola, lo stinco; domani c’è il cinghiale con la polenta”.
Volete aggiungere ancora qualcosa?
“Sì: Venite in baita” dicono insieme Cristina e Gigi, e il loro sorriso lo posso vedere anche sotto la mascherina; ci stanno mettendo tanto impegno, non è semplice ma sono sicuri di riuscire a fare bene anche in questa situazione.

NOTA SU NOTA – Scuola di musica
Mi trovo con Cecilia Casella, titolare della scuola di musica Notasunota, proprio davanti all’ingresso dell’Officina della Musica di via Giulini 14, locale famoso a Como per il livello delle proposte di concerti dal vivo ed eventi che spaziano dal Kitchen Cabaret alle presentazioni di libri. Locale che, purtroppo, come molti altri, rimane ancora chiuso in attesa di capire quali saranno gli sviluppi. Ma intanto una bella notizia perché almeno la scuola di musica potrà riaprire.
Cecilia a quando la riapertura della scuola?
“Il primo allievo ha varcato codesta soglia giovedì scorso con il maestro Andrea Varolo. Quindi una lezione di batteria. I batteristi avevano proprio la necessità di rientrare: prima di tutto perché si tratta di uno strumento che, studiato esclusivamente a casa, può diventare difficile da gestire, specie per la parte che riguarda il rumore; non tutti gli studenti, fra l’altro, hanno la batteria, quindi venivano qui a esercitarsi. Anche per gli insegnanti è preferibile la lezione dal vivo: il movimento delle mani, dei polsi, l’utilizzo delle basi, la forza del piede sulla grancassa. L’apertura a tutti gli effetti della scuola sarà da lunedì 25 maggio”.
Hai parlato della batteria; per quanto riguarda pianoforte, chitarra e canto?
“Noi qui utilizziamo pianoforti acustici mentre a casa, spesso, gli studenti hanno a disposizione una tastiera; che va benissimo per esercitarsi, ma non è la stessa cosa: sul tocco, sulla postura, ci sono delle differenze. Con tutto ciò le lezioni online sono andate benissimo, specialmente quelle di chitarra e canto al punto che, per quest’ultimo, abbiamo deciso di procedere con questa tipologia di lezioni fino a fine corso”.
Le lezioni online comunque, per la scuola di musica, non erano proprio una novità
“Vero. Le avevamo già cominciate tre anni fa, eravamo quindi pronti per lavorare con questa modalità e, specialmente, sicuri dei buoni risultati. Abbiamo avuto alunni da Bruxelles, ieri ho sentito un altro ragazzo di Roma”.
Come ripartite lunedì?
“A scaglioni perché, per poter aprire, abbiamo dovuto sacrificare tre stanze, quelle senza finestre. Utilizzeremo solo i locali che possono garantire il ricambio d’aria. Sono stati tutti sanificati con appositi prodotti, abbiamo tolto tutto quello che non serviva ai fini della lezione e che poteva essere d’impiccio, libri, soprammobili e altro, alla fine sono rimasti solo tavoli e strumenti, anch’essi sanificati”.
Si riparte con entusiasmo?
“Sì, anche se, purtroppo, non si riparte con le stesse presenze che c’erano prima della chiusura. Questo è dovuto al fatto che alcuni studenti preferiscono finire l’anno da casa, mentre altri hanno deciso di interrompere – si spera momentaneamente – le lezioni. Sono però molto contenta del fatto che stanno arrivando nuove richieste. Ieri abbiamo fatto una prova, settimana prossima ne avremo un’altra. Questo fa ben sperare anche se, ovviamente, non stiamo lavorando come l’anno scorso in questo periodo. Vedremo poi come andrà a settembre, quello dell’educazione musicale è uno studio che, nei momenti di difficoltà, talvolta viene sacrificato”.
La musica come ha aiutato bambini e ragazzi nel periodo della quarantena?
“Tra le attività extra curriculari lo studio della musica è una fra quelle più formative sotto molti aspetti. Suonare uno strumento, poi, vuol dire anche convogliare le proprie emozioni, sfogare dei sentimenti magari di disagio che, nel periodo di lockdown appena trascorso, forse non trovavano altri canali per poter uscire. È difficile che un ragazzino dica a parole quello che prova; talvolta però lo suona”.
Come sono i primi studenti che hai visto?
“Felici di essere tornati. Ieri c’era qui un bambino che saltellava tutto contento. Tante mamme poi ci hanno detto – meno male che c’erano quei tre quarti d’ora la settimana, ci hanno aiutato molto. Perché i pomeriggi, specie fra marzo e aprile, sono stati davvero pesanti. In questo senso credo che i nostri insegnanti abbiano fatto un gran lavoro”.
Quando ti fermi con la musica qual è la cosa di cui ti rendi conto?
“Ti rendi conto che c’è qualcosa che devi recuperare. Nel momento in cui tu non riesci a suonare, non riesci a utilizzare uno strumento perché ci vuole una certa energia per farlo, capisci che lui è lì che ti aspetta. E nel momento in cui lo riprendi, comprendi anche il valore dell’essere riuscito a riprendere”.
Tu sei riuscita ad allenare un po’ la voce in questo periodo, o a suonare? A proposito, che strumento suoni?
“Il pianoforte. Ho ricominciato un paio di settimane fa, nel momento in cui sono riuscita a ritrovare la giusta concentrazione”.
Rispetto al periodo estivo, per quanto sarete aperti?
“Magari chiuderemo un paio di settimane ad agosto ma visto il lungo periodo di fermo, sentiti gli insegnanti e gli allievi, penso resteremo aperti tutta l’estate. Ora stiamo già prendendo le prime iscrizioni per settembre e, se le cose si mantengono così, la scuola funzionerà”.

Sabrina Sigon