Mostre aperte e frontiere chiuse, niente visitatori italiani per i musei del Canton Ticino




Doppio brutto colpo per i musei del Canton Ticino che sono spesso meta di visitatori italiani. Riaperti da metà maggio soffrono della mancanza di pubblico e, per il LAC di Lugano, anche di un’intera esposizione su cui erano stati fatti grossi progetti; i “Capolavori della Collezione Emil Bührle”, che avrebbero portato da maggio a settembre quadri di Monet, Cézanne, Van Gogh e altri celebri pittori al centro espositivo di piazza Bernardino Luini, è stata annullata.
In ogni caso la decisione del Governo Elvetico di tenere chiuse le frontiere con l’Italia, ci preclude, al momento, la possibilità di visitare interessanti mostre come quella al M.A.X. Museo di Chiasso dedicata ad Alberto Giacometti che si inaugurerà il 9 giugno o la mostra Shunk-Kender a Palazzo Reali di Lugano, ex Museo Cantonale, riaperto con il nuovo nome a dicembre 2019 dopo una lunga ristrutturazione e divenuto la seconda sede del Museo d’Arte della Svizzera Italiana, MASI, aggiungendosi agli spazi espositivi del LAC.

Aperta a metà gennaio e chiusa a febbraio per via dell’epidemia COVID-19, la mostra Shunk-Kender. L’arte attraverso l’obiettivo (1957-1983) è stata prorogata fino al 20 settembre grazie a un accordo con il Centre Pompidou di Parigi. Protagonisti gli scatti del fotografo tedesco Harry Shunk e a quelli dell’ ungherese János Kender. A partire dagli anni ‘50 Shunk e Kender diedero avvio a una duratura e fruttuosa collaborazione. Il duo documentò, principalmente a Parigi e New York, inaugurazioni, biennali, artisti all’opera nei loro atelier o impegnati in performance pubbliche. Il loro lavoro restituisce, quindi, un’inestimabile testimonianza del mondo dell’arte d’avanguardia e dei suoi più celebri rappresentanti: Andy Wahrol, Christo e Jeanne-Claude, Yves Klein, Daniel Spoerri, Niki de Saint Phalle e Jean Tinguely.
Il percorso espositivo si compone di 450 scatti e documenti originali, selezionati tra i più di 10’000 donati dalla Roy Lichtenstein Foundation nel 2014 e conservati presso la Biblioteca Kandinskij di Parigi. Le fotografie esposte, raggruppate nelle sezioni “Intimità”, “Il corpo in azione” e “Nuovi spazi”, immergono il pubblico nella scena artistica tra la fine degli anni ‘50 e l’inizio degli anni ’70, periodo in cui gli artisti sono particolarmente interessati alla sperimentazione, alla liberazione sessuale e artistica e costantemente alla ricerca di spazi alternativi in cui creare e diffondere il loro lavoro.
In sintonia con l’arte del tempo, Shunk e Kender abbandonarono lo studio fotografico per essere presenti nei luoghi in cui le opere venivano alla luce. A differenza dei fotografi a loro precedenti, Shunk e Kender intrattenevano un rapporto intimo e diretto con i propri soggetti, così da divenire coautori più ancora che testimoni delle creazioni artistiche.

Shunk-Kender. L’arte attraverso l’obiettivo (1957-1983) resterà aperta fino al 20 settembre nella sede di via Canova a Lugano aperta, straordinariamente, dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 18 e ogni primo giovedì del mese fino alle ore 20 (con ingresso gratuito nella fascia oraria tra le 17 e le 20). Uno specifico piano di protezione per la gestione del pubblico e dei collaboratori, al fine di consentire una visita nel pieno del rispetto delle norme di sicurezza. Le misure (consultabili a questo link) prevedono orari di apertura prolungati, distanza di sicurezza di due metri tra una persona e l’altra, un massimo di 27 persone all’interno del museo, segnaletica a pavimento, disinfettante per le mani e guanti monouso.
L’augurio degli amanti dell’arte, anche comaschi, è che si possa presto entrare in Svizzera