Sintetico al Sinigaglia ed uno stadio più moderno: il sogno dell’ex azzurro Luca Ungari



Parla uno dei giocatori più corretti ed amati dai tifosi lariani. Venerdì sarà in diretta per dire la sua anche sulla ripresa del calcio.
Il Sinigaglia in sintetico? La proposta della società lariana di realizzare il campo in erba sintetica ha scatenato i commenti di tanti comaschi a cominciare da tifosi e politici con i primi che attendevano interventi strutturali importanti come la realizzazione di un nuovo impianto con maggiori servizi e grandi investimenti.
E chi pratica o ha praticato calcio a livello agonistico, magari indossando la maglia azzurra, e calcato la prateria verde del mitico Sinigaglia cosa ne pensa?
Con la signorilità che lo contraddistingue l’ex azzurro Luca Ungari ci ha dato la sua impressione al riguardo e il suo primo commento è chiaro:”In generale i campi sintetici non mi sono mai piaciuti. Questa mia risposta è chiaramente emotiva e di pancia ma devo anche ammettere che il sintetico oggi ha raggiunto un ottimo livello e, dal punto di vista gestionale dove il clima è difficile e piove spesso, questi campi garantiscono una qualità migliore anche per lo spettacolo”.
Nei mesi scorsi si era parlato anche di interventi radicali per il Sinigaglia e in tanti si attendevano progetti importanti. Oggi sembra svanire, o almeno allontanarsi nel tempo, la possibilità di avere uno stadio tutto nuovo, che idea ti sei fatto? “Oggi vedere il Sinigaglia in queste condizioni non è bello e il sogno dei tifosi e mio è di vedere presto uno stadio moderno, accogliente e con servizi tali da rendere ancor più attrattiva l’intera zona a lago. Del vecchio Sinigaglia è rimasto poco, i distinti sono chiusi e anche durante le dirette tv è brutto vedere quella parte importante di stadio completamente vuota. Per fortuna la curva dei tifosi azzurri, pur in tubolari di acciaio, riesce a dare un’immagine diversa e calorosa così come la tribuna coperta”.
Luca, come uomo di sport e genitore, quali sono le tue attese per il futuro del Sinigaglia?
“So che è difficile trovare le risorse finanziarie necessarie per riqualificare lo stadio ma voglio sperare che questo sia solo il primo passo per una più ampia riqualificazione. Purtroppo da tanti anni lo sport a Como non ha le attenzioni che merita e gli impianti sportivi sono stati trascurati. Non voglio dare colpe a questa ultima Amministrazione Comunale, il degrado arriva da più lontano nel tempo, è sufficiente guardare anche le altre strutture sportive cittadine per rendersene conto. Credo sia necessario dare un impulso nuovo nella riqualificazione degli impianti soprattutto per sostenere i tanti ragazzi che oggi non trovano risposte alle loro necessità sportive. Fare sport è educativo e formativo, da genitore non mi piace vedere in giro giovani a bighellonare per la città; forse ampliando l’offerta sportiva daremmo loro prospettive diverse. Tornando al discorso stadio è importante anche valutare il bacino di tifosi che segue il Como, ben diverso dalle squadre più famose; bisogna considerare la media spettatori per poter realizzare un impianto funzionale alle reali necessità e contenere i costi o, meglio, non disperdere risorse per realizzare una struttura troppo grande e togliere spazio ad altre funzioni. La Juve insegna che non è più necessario realizzare stadi grandi per averli vuoti. Lo stesso Como, anche quando militava nella massima serie, faceva il pieno solo con le grandi squadre blasonate. Oggi più che mai credo sia necessario valutare anche questo fattore e pensare alla polifunzionalità vista la posizione del Sinigaglia. Però una cosa lasciamela dire: fossimo stati in Svizzera lo stadio nuovo sarebbe già realtà. Vediamo se tutte le belle parole che si sentono a livello politico nazionale circa la “sburocratizzazione” produrranno qualche effetto o resteranno ancora e solo slogan del momento”.
Luca Ungari, ex difensore azzurro, attualmente abita proprio in città: venerdì alle 18 sarà in diretta da noi per parlare del suo calcio e di quello di oggi dopo l’emergenza sanitaria, a pochi giorni dalla ripartenza con grandi dubbi e perplessità.