“Quel dolce nome”, nostalgie e rimorsi nel romanzo di Mario Schiani. Intervista
Mario Schiani è giornalista professionista dal 1988 e attualmente cura “Stendhal”, la sezione culturale del quotidiano La Provincia, edizioni di Como, Lecco e Sondrio. Dal 2007 tiene nel giornale una rubrica di costume e opinioni intitolata “Buonanotte”; collabora, inoltre, con “AltroPensiero”, sito web di cultura e società.
‘Quel dolce nome’, il suo ultimo romanzo pubblicato per la casa editrice Giovane Holden, si sviluppa attraverso un mistero: “Chi è l’uomo che, con riluttanza, entra in ospedale per sottoporsi a un banale intervento chirurgico?”
Un libro che mostra quanto i personaggi secondari possano essere protagonisti, che alcune parole riescono a proteggere – specie se sono in un dialetto misterioso – che i peccati hanno un suono, e che della dignità non basta vestirsi ma bisogna anche saper agire.
Il tema centrale del libro è il rapporto con il padre, e quell’assenza di giudizio che può permettere, a noi figli, di rivelarci persone e non personaggi.
“Quando un libro viene pubblicato non è più solo dell’autore”, dice Mario Schiani alla fine dell’intervista. È vero. Il suo è un libro già nostro.
Sabrina Sigon