Cinque piante fantastiche e dove trovarle sul lago di Como





Parchi e giardini con piante secolari, eccone cinque da ammirare
Il lago di Como visto dalla parte di alberi e fiori che raccontano di natura, leggende e letteratura, oltre che delle bellissime Ville che li ospitano. Si tratta di vegetazione non autoctona portata, sia a Como sia sui maggiori laghi d’Italia, dai viaggiatori inglesi, che si resero conto che nel loro paese non sarebbe sopravvissuta. Arrivata da Cina, Giappone e Nord America, questa vegetazione, per effetto del microclima lacustre favorevole, si è ben ambientata dando, inoltre, un impulso importante al florovivaismo, che nasce soprattutto nel 1800 per riprodurre le piante che i nobili dell’epoca richiedevano nelle loro ville.

Ginkgo Biloba
Esisteva già quando c’erano i dinosauri e non è mai mutato, questo il motivo per cui Darwin l’aveva definito “Fossile vivente”. La foglia ha la forma di un mini ventaglio con tutti gli aghi uno dietro l’altro; uno dei pochissimi alberi, insieme alla pianta del caco, a essere sopravvissuto alla bomba di Hiroshima. Altra nota particolare: il sesso. Si tratta di una pianta che può essere maschio o femmina e quest’ultima, purtroppo, in autunno produce frutti dall’odore estremamente sgradevole; ma il sesso dell’albero si capisce solo quando è già adulto e, se per caso avete piantato una femmina, dispiacerà estirparla. Albero dalle foglie dorate in autunno che diventano di un verde chiaro in primavera – i suoi estratti pare abbiano effetti benefici di vario tipo – il Ginkgo Biloba si può ammirare, per esempio, nella parte alta del giardino di Villa Carlotta, vicino al bambuseto. La villa, situata sulla via Provinciale Regina nella Tremezzina del Lago di Como, conserva e valorizza un patrimonio storico-artistico e botanico unico. Aperta tutti i giorni si tratta di una casa dell’Arte sotto ogni sua forma e, nel suo bellissimo museo, si possono ammirare le opere d’arte di Antonio Canova, Berthel Thorvaldsen e Francesco Hayez.

Anche a Villa Erba a Cernobbio vi è un magnifico esemplare di questa pianta che si affaccia proprio sul lago e che, insieme a molte altre ricchezze naturali, fa di questa villa uno dei musei botanici a cielo aperto più significativi del Lario. Costruita fra il 1898 e il 1901 fu commissionata da Luigi Erba, fratello ed erede di Carlo, uno dei maggiori industriali farmaceutici. La Villa viene aperta al pubblico in occasione di eventi importanti come ad esempio Orticolario, il Festival Como Città della Musica e il prossimo Lake Como Film Festival, dal 24 al 31 luglio 2020.

Sequoia
Quattro sono gli esemplari contenuti nel giardino di Villa Melzi a Bellagio; può raggiungere i tremila anni di età, resiste a funghi e coleotteri, grazie a una corteccia che, al suo interno, contiene degli acidi tannici che tengono lontani gli animali: è la Sequoia denominata “orientale”, quella che si sviluppa verso l’alto. Le sequoie si riproducono solo da semi che, talvolta, rimangono nella pigna anche per vent’anni perché in queste foreste la vegetazione è talmente fitta da non far passare il sole; talvolta, però, gli incendi boschivi creano dei varchi che permettono alla sua luce di penetrare di nuovo all’interno della foresta e questo dà l’impulso a nuove piante di svilupparsi. Sequoia è il nome di un capo indiano, colui che tramandò le tradizioni degli indiani d’America; a lui venne dedicato quello che proprio gli indiani credevano fosse un albero magico; infatti vi si grattavano la schiena prima di andare in battaglia, con la convinzione di assorbire l’energia e la forza della pianta.

Quello di Villa Melzi a Bellagio è uno dei parchi privati più belli d’Italia, il botanico Luigi Villoresi e l’architetto Luigi Canonica sono gli artefici di un progetto nato duecento anni fa che continua a vivere nel tempo. A fianco della villa c’è un’antica aranciera, dove d’inverno venivano posizionati gli agrumi. Oggi ospita un museo dove si trovano affreschi, cimeli napoleonici e reperti archeologici rinvenuti nel territorio lariano Nella parte più a sud dei giardini di Villa Melzi, dopo aver superato l’antica gondola e l’attracco privato, si arriva alla cappella che ospita le spoglie dei Melzi e dei Gallarati-Scotti. La cappella sorge nei pressi del secondo ingresso, a fianco dell’approdo turistico di Loppia. I giardini diVilla Melzi si possono visitare dal lunedì al venerdì dalle 12.00 alle 18.30 mentre sabato e domenica dalle 10.30 alle 18.30.

Camelia
Fiore particolare, che porta il nome del missionario dell’Asia orientale che lo scoprì, Georg Joseph Kamel che visse fra il 1660 e il 1700, la Camelia è il fiore simbolo d’immortalità – infatti viene piantata in quasi tutti i Templi Buddisti – ma anche di stima e modestia, di quella che viene definita bellezza non esibita, e di una devozione eterna, quella tra gli innamorati. Fa parte delle Theaceae, gli alberi da tè; infatti non tutti sanno che dalle foglie essiccate di una qualità di questo fiore si ricava una varietà ottima e conosciuta della bevanda; infatti sembrerebbe che gli inglesi, quando importarono questa pianta, in realtà volessero l’albero del tè e non quello della camelia. Arrivata in Italia nella seconda metà del 1700, il suo successo fu decretato dal romanzo “La signora delle camelie”; dalla storia di quella signora – la prostituta di lusso Marguerite Gautier – che Alexandre Dumas figlio scrisse ispirandosi alla vera e triste vicenda della sua amante, Marie Duplessis, morta per tisi all’età di ventitré anni. La donna comunicava in modo discreto la sua disponibilità, a seconda del colore del mazzo di camelie che esibiva, bianche oppure rosse. La storia ispirò anche Francesco Maria Piave che scrisse il libretto de La Traviata, melodramma in tre atti magistralmente musicato da Giuseppe Verdi.

Edificata nel XVIII secolo, inserita nel percorso litoraneo di una serie di antiche ville affacciate sul lago di Como, sede di manifestazioni culturali importanti come il Festival Letterario Parolario, Villa Olmo è una tra le più celebri e sontuose dimore comasche. Davanti alla facciata neoclassica il giardino all’italiana arriva fino al lago, alle spalle della villa il parco storico, cui si accede attraverso due porticati laterali, si estende per circa cinque ettari e rappresenta uno dei parchi più rilevanti non solo della città ma dell’intera provincia. All’interno del parco vi sono circa 780 alberi, comprese alcune piante monumentali come l’ippocastano, il cedro del Libano, il liquidambar ed alcuni platani, oltre a 460 arbusti e cespugli. Qui possiamo trovare alcuni degli esemplari più belli di camelie. Il parco di Villa Olmo, ad accesso libero, è un esempio dello stile paesistico all’inglese, che si diffuse nell’Ottocento sulle sponde del Lario, complice il fermento intellettuale illuminista e romantico..
Corbezzolo
Corbezzolo è il nome comune; il suo nome nobile, quello latino, è Arbutus unedo – da unum tantum edo: “Ne mangio uno solo”, come diceva Plinio il Vecchio perché, a causa delle sue proprietà astringenti, non è il caso di abusarne. Questo albero, in autunno, produce dei frutti rossi che somigliano alle fragole; ecco perché, in diverse lingue straniere, il nome fa riferimento a Strawberry Tree – l’albero della fragola. Frutti gustosissimi coi quali si fanno marmellate molto buone, un’altra particolarità di questa pianta, che si può trovare in tutte le grandi ville d’epoca, è il suo richiamo nascosto al patriottismo. In autunno infatti produce frutti rossi, le foglie sono verdi e i fiori bianchi: i colori di quel tricolore che fu il simbolo non palese della volontà di essere indipendenti dalla dominazione straniera prima dell’Unione d’Italia. Il Corbezzolo lo possiamo trovare, oltre ai tanti parchi delle ville sul lago, quasi in cima al promontorio di Villa Serbelloni, a Bellagio, di proprietà della Fondazione Rockfeller.

Nell’immenso parco della villa il conte Serbelloni fece costruire piste carrozzabili, viali e sentieri per una lunghezza di quasi 18 km. Se la villa non è aperta al pubblico, il parco si. Una tranquilla passeggiata a piedi fara’ godere al visitatore un superbo panorama dei rami del lago di Como e di Lecco mentre dalla fortificazione sul promontorio, la vista del ramo nord del lago e delle Prealpi. Il parco della Villa Serbelloni è aperto solo con visite guidate della durata di ca. 1h30 con partenza Ufficio della Promobellagio sito al pian terreno della Torre medioevale in Piazza della Chiesa di S. Giacomo nella parte alta del paese.

Platano
Potati “alla francese”, con i rami che vanno in verticale ma che sembrano dei veri e propri candelabri, con parti che si sviluppano anche in orizzontale prima di salire verso l’alto. Ecco i Platani, e ce ne sono di bellissimi a Villa del Balbianello, su quella passeggiata che scende verso il lago in cui col tempo, alcuni di questi esemplari, si sono uniti fra loro. Grazie a questi intrecci i giardinieri, quando in autunno si occupano di questa particolare potatura, riescono addirittura a saltare da un albero all’altro senza dover scendere. Nel giardino di Villa Melzi sono stati potati in orizzontale per fare in modo che, dal lago, non nascondano la visuale del resto del giardino, mentre a Villa Carlotta vengono lasciati crescere altissimi in modo molto libero. Secondo i racconti di Plinio il Vecchio, quest’albero arrivò per la prima volta a San Nicola, nelle Isole Tremiti, e venne piantato sulla tomba di Diomede, personaggio della mitologia greca in quanto uno dei principali eroi achei della guerra di Troia. Oltre a essere importante come guerriero, Diomede assunse un ruolo rilevante come diffusore della civiltà, specialmente nelle zone dell’Adriatico. Un’altra leggenda dice che fu proprio all’interno di un Platano che si nascose il serpente dell’Eden e che, per questo, la sua corteccia ha l’aspetto della pelle di un serpente. Albero che resiste molto bene al freddo, nemmeno lo smog lo spaventa, ed è per questo che lo possiamo trovare nelle maggiori città europee come Parigi, Londra e Milano. Infatti la sua fotosintesi riesce a pulire l’aria in modo più efficace rispetto ad altri alberi. Collocata su un incantevole promontorio al centro del lago di Como, la Villa del Balbianello fu costruita dal Cardinal Durini nel 700 e, al suo interno, si possono trovare ancora molti pregiati mobili di quell’epoca, oltre a una grande quantità di cimeli delle esplorazioni del conte Guido Monzino, suo ultimo proprietario prima che la villa diventasse patrimonio del FAI, che ne mantiene la cura e organizza visite ed eventi, talvolta anche serali.

Un viale costeggiato da platani introduce al parco Da Riva di Blevio e la spettacolare fuga di platani del parco Teresio Olivelli di Tremezzo, già parco di villa Mayer, ha incantato gli stilisti Dolce e Gabbana che, due anni fa, sotto le volte verdi in riva al lago hanno allestito il catwalk di una sfilata magica. Al riparo del platano monumentale di Villa d’Este si cenava fino al 2017 quando è stato abbattuto perché malato, il platano è un albero che accompagna i momenti conviviali in molte osterie e crotti lariani, famoso quello di Brienno che lo ha nell’insegna. Ma con 43 metri di altezza ed un tronco di 8 metri di circonferenza, il signor platano è quello che si trova ad Azzano di Mezzegra, letteralmente avvinghiato a una parte della darsena della dimora detta appunto “Villa I Platani“ dell’industriale Ercole Marelli. Lo spettacolare albero è considerato il “platano orientale” più alto d’Italia.
Articolo realizzato con la gentile collaborazione di Rita Annunziata, Presidente di Guide Lago di Como – Mondo Turistico.
Sabrina Sigon