Politeama da risorsa a problema. Nessuno lo vuole, il valore si dimezza e va messo in sicurezza




E’ assurda e triste al tempo stesso la vicenda del teatro Politeama di Como, chiuso definitivamente dal 2005 e in rapido decadimento strutturale. Un brutto spettacolo per un teatro quello che offre a chi passa in via Garibaldi. Mai brutto quanto la serie di promesse, dichiarazioni, ipotesi e studi che da vent’anni illudono tutti quelli che sperano di vedere tornare il Politeama, se non agli splendori del secolo scorso, almeno ad una dignità che la sua storia meriterebbe.

Invece ieri abbiamo appreso che l’immobile dal 2011 a oggi ha perso oltre il 50% del suo valore, secondo la stima di un collegio di esperti, passando da 4,5 milioni a 2,2 e spiccioli e che i sondaggi per un collocamento sul mercato non hanno riscosso nessuna manifestazione di interesse, nonostante gli sforzi del liquidatore societario, dottor Francesco Nessi, incaricato di trovare un acquirente. E, informazione preoccupante, se non si interverrà in tempi brevi il cemento armato con cui la struttura è costruita, potrebbe cedere a causa delle infiltrazioni, con conseguenti crolli di parti dell’immobile. In sostanza nessuno vuole il Politeama in questo stato di conservazione e con i vincoli paesaggistici e di destinazione d’uso che si porta dietro.
Dunque siamo al punto di partenza, anzi peggio, per la destinazione del compendio immobiliare che si affaccia su piazza Cacciatori delle Alpi. Solo dodici mesi fa sembrava destinata al Conservatorio di Como, l’ipotesi era stata presentata in una conferenza stampa in Comune e il Sindaco Landriscina in persona aveva fatto intendere che le cose erano ben avviate. Invece l’esposizione di Nessi, ieri, ha di fatto azzerato la situazione Politeama, anzi ha acceso un campanello d’allarme per le condizioni strutturali, anche se per questo c’è il via libera della Sovraintendenza per “impacchettare” il teatro con impalcature (e pannelli pubblicitari. La società è in perdita e qualche soldo dovrà pur farlo). Un intervento improrogabile per la sicurezza dei passanti e per la conservazione minima del bene.

Per fare chiarezza: il Politama non è di proprietà del Comune di Como come molti comaschi credono. Nel 2000 il proprietario Alfredo Gaffuri lasciò la sua quota societaria pari a oltre l’80% al Comune, ma il 18% circa della proprietà è frammentato in una miriade di piccoli soci, alcuni ormai deceduti o irreperibili. Il teatro è, dunque, proprietà di una società commerciale, “Socieetà del Politeama”, di cui il Comune di Como è il socio di maggioranza assoluta. La società è attualmente in liquidazione e Francesco Nessi è il liquidatore incaricato di chiuderla.
Adesso le prospettive per il Politeama sono a tinte quanto mai fosche. C’è chi pensa (Sergio Gaddi, ex assessore che sul teatro aveva anche commissionato uno studio di fattibilità per il recupero), che il Comune di Como debba acquisire la piena proprietà e dotarsi di un teatro municipale a tutti gli effetti, e chi, come nelle speranze del liquidatore, vorrebbe che sia la società civile ad esporsi per dare un destino al Politeama.

L’identificazione dei bisogni che potrebbero trovare soddisfazione nell’utilizzo di questa struttura è il primo passo fondamentale per la realizzazione di un valido progetto di ristrutturazione – afferma Francesco Nessi – Le tre fasi progettuali ( identificazione dell’idea progettuale, esame di sostenibilità finanziaria della ristrutturazione e della gestione ) sono indispensabili per la realizzazione di un progetto sostenibile , e per fare ciò si rende opportuna l’attivazione di un tavolo di coprogettazione al quale invitare tutti coloro che posso avere interesse. Sono personalmente certo che una volta identificato il progetto, e chi è concretamente disposto a realizzarlo, anche l’Amministrazione locale sarà disposta a fare la sua parte Infatti senza l’identificazione di un progetto sostenibile e del soggetto disposto ad attuarlo non è ipotizzabile alcun intervento pubblico, pena il fallimento dello stesso come la storia dell’ area Ticosa insegna.”.
Chi avrebbe il compito di innescare queste tre fasi? Qui entra in scena l’avvocato Roberto Simone, governatore del distretto Lions Como anche lui presente ieri in Municipio, che ha riferito della piena disponibilità dei club di servizio ad attivare un processo virtuoso che non faccia perdere alla città un “pezzo importante di cultra”.
Nessi ha quantificato in cinque settimane il tempo necessario per il “mandato esplorativo” cui i Lions hanno risposto con entusiasmo. “Per assurdo non è un problema di mancanza di risorse finanziarie – ha ribadito più volte il liquidatore – ma si tratta di identificare, raccogliere e coordinare idee e proposte in risposta al ” bisogno di cultura ” della città che potrà trovare soddisfazione nella ristrutturazione di questo importante “pezzo di Como “.
Non è un problema finanziario dice Nessi, ma nella relazione degli esperti si parla di 6,5 milioni necessari per la ristrutturazione, cifra importante e forse sottostimata per le esigenze delle sale teatrali moderne. Inoltre le spese di gestione sono molto variabili secondo l’uso che avrà il “nuovo Politeama”, è vero che saranno in parte mitigate dai canoni di affitto delle eventuali attività commerciali (ristorazione-bar e alberghiera) che potranno trovare spazio nel compendio, comunque si tratta di molti soldi con i quali chi deciderà di dare il via al progetto, dovrà confrontarsi.
In tutto questo la posizione del Consiglio Comunale è sempre quella di mantenere, per il Politeama,un obiettivo culturale e a disposizione della cittadinanza, come ribadito dal vicesindaco, Adriano Caldara, che ha però detto “Ora il Comune non può acquisire le quote mancanti per avere la piena proprietà e non lo farà senza un chiaro progetto.
Insomma la palla è stata ributtata nel campo della società civile che dovrebbe darsi da fare per salvare un bene di cui tutte le amministrazioni dal 2005 ad oggi si sono disinteressate, ma su una cosa ha ragione Nessi: “Capiamo quali bisogni della città potrebbe soddisfare il teatro Politeama”. Cinque settimane a partire da…ora (forse, magari, può essere).