Sulutumana: “Festeggiamo vent’anni meravigliosi” al lago del Segrino. Qui 15 minuti del concerto

16 agosto 2020 | 15:00
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Nella meravigliosa cornice del lago del Segrino, la loro casa e il luogo dove sono nati e cresciuti come persone e artisti, in un Lido che li ha accolti e festeggiati insieme ai loro fan, venerdì 14 agosto, Gian Battista Galli, Nadir Giori, Francesco Andreotti, Angelo Galli – e, come vedremo, altri amici e musicisti – hanno raccontato vent’anni di musica, emozioni ed esperienze attraverso le loro canzoni. Una serata cominciata con un forte vento, poi la quiete che ha dato modo di apprezzare la musica, subito dopo un gran temporale e, infine, quell’aria tiepida di mezza estate che spesso arriva dopo la pioggia.

Ne abbiamo viste di ogni, una più bella dell’altra – dice Gian Battista Galli all’inizio del concerto, sul pontile che attraversa un pezzetto di lago che fa da palco d’eccezione per la serata – stasera è davvero notevole il colpo d’occhio, la location, grazie per essere qui con noi, nel luogo che ci circonda e nel quale siamo nati e cresciuti”.

sulutumana lido segrino

È tardi spegni la luce, senti il tuo cuore bussare forte alla porta dei sogni / E pensi per un momento a cosa è stato quel giorno e che ne hai fatto di te / Se è stato un bene o un male lasciarsi tutto alle spalle e quanta voglia rimane / Di continuare a danzare leggero sul precipizio del tempo

E proprio con Infinito presente, bellissimo pezzo tratto dall’ultimo albumVadavialcù, comincia uno dei concerti più belli, suggestivi e partecipati del gruppo, seguito poi da Pomeriggio (Giù a manetta, La danza) e via via, in un’alternanza fra presente e passato, tutti i brani più celebri del gruppo. Loro sul pontile, il pubblico sui lettini ben distanziati e disposti a ventaglio sul prato, l’intesa è stata immediata, attraverso quelle musiche e quei testi che chi li segue conosce e canta a memoria.

Non voglio sapere che ne fai della tua vita / dimmi invece se qualcosa ancora ti fa venire i brividi / Non voglio sapere il tuo segno zodiacale / Dimmi se hai parlato mai faccia a faccia col dolore / Non voglio sapere se ci credi o no all’amore / Dimmi invece se hai ballato nuda con la tua incoscienza.

Poteva andare peggio, poteva piovere” dice ridendo Gian Battista quando, a pochi brani dall’inizio del concerto, le prime gocce –  preludio di un temporale che sospenderà per un’ora la serata –  cominciano a scendere. Quindi la cena, antipasto di affettati e salumi, pizzoccheri e buon vino, che fa da intermezzo ma non rovina l’atmosfera, tutt’altro. È un momento per conoscersi, per ritrovarsi con chi si vede di sfuggita ai concerti.

Accade qui di camminare dentro le nostre canzoni; accade qui che le campane prendono a calci in culo il tempo e il silenzio lo prendono a sberle, accade qui che chi ha il coraggio di perdersi finirà col trovare la via; qui accade, e c’è poco da ridere, di dover cercare una scusa per vivere; accade qui, in questa terra fuoco nelle vene in questo cielo sorriso, qui accade di vedere bellezza quando tutto sembra soffocare l’anima; accade qui, la quotidiana guerra col coraggio e la paura, accade di non riuscire a catturare quello che sfugge, e grazie al cazzo direte voi; accade qui di vedere gente uscire da case di pietra e storie di fantasia, accade di sentire l’odore della pioggia che cade, accade di aprire gli occhi all’alba e vivere ogni giorno come un nuovo miracolo; accade qui che lo sciamano mi parla di terrore e miracolo di essere uomo, la primavera sul corpo nudo di Marta accade qui, qui accade che, punto su punto, giorno per giorno, ognuno cuce la vita un po’ così come gli pare e piace, accade qui di avere una canzone nel cappello e una farfalla sul sedere, accade qui di passare giornate che sembrano fatte apposta per innamorarsi e di attraversare notti appesi per la luna come fosse la maniglia di un tram; accade qui di sentir cantare un vecchio frigo scaracchioso, accade qui di avere piedi nudi e un viaggio da fare; accade qui che, se da ragazzo vuoi fare il musicista, mamma tenta il suicidio e papà imbraccia il fucile e, dopo qualche anno, te li ritrovi lì davanti ad applaudire; accade qui, ora… che piove, ma festeggiamo vent’anni meravigliosi, TANTI AUGURI A NOI E GRAZIE A TUTTI VOI per averci cresciuti così sani, e robusti e felici”. Gian Battista Galli.

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Poi lo Spaventapasseri e Alter Ego, suo contraltare, e la serata continua fra ottima musica, pubblico affiatato e, dopo la metà della serata, arriva la sorpresa, la canzone d’auguri cantata dalla bravissima soprano Maria Rosaria Cannatà e il tenore Vincenzo Petrucci.

Poi l’omaggio del musicista Gianni Siviero, un cantautore che ha fatto un percorso con i grandi Guccini, De Gregori, Fossati, riconosciuto dal Club Tenco e inoltre un grandissimo scrittore, in questo messaggio: “Se ti ritrovi a battere le mani, se non ti accorgi che lo stai facendo mentre parole che raccontano fiori svolazzano leggere sopra un prato, se il silenzio ti avvolge all’improvviso perché una voce sola basta e avanza a dirti la tristezza e la gioia che nasconde carezzandoti il cuore e anche il cervello, se il mistero del suono ti diventa amico, se ciò che ascolti sembra appartenerti e la voce che ascolti sa frugarti il cuore, se chi suona e chi canta ora è dentro di te, tranquilla, tranquillo, sei nel posto giusto. Un posto in cui si abbracciano aria e roccia, forza e fragilità vanno a braccetto per diventare le persone che hai davanti; sono nati tra i monti i Sulutumana, annaffiati dalle acque dei laghi e dei fiumi per raccontare un lago, la vita, temporali, nati solo per essere ciò che sono diventati e regalare cuori, cervello, note e fantasia e braccia con la voglia di abbracciare e orecchie capaci di catturare il respiro di chi è davanti a loro, a vivere e ascoltare”.

Il percorso dev’essere accidentato – dice Gian BattistaGalli una volta tornato sul palco dopo che vento, sole, acqua si sono susseguiti in poche ore – non ci hanno mai aspettato autostrade, perché non avevamo i soldi per pagarle, però abbiamo fatto un sacco di strade panoramiche, abbiamo pedalato, abbiamo sudato, abbiamo anche bestemmiato, certe volte; però ci siamo fermati nelle osterie, nelle bettole, a bere e mangiare, e poi ci siamo fermati sui tornanti a goderci i panorami. Queste cose qua, in autostrada, o nella pista di formula uno, non le puoi godere. Questi sono i Sulutumana, questa è la nostra storia, ed è bellissimo perché è appena cominciata: abbiamo solo vent’anni”.

Alla fine del concerto salgono sul molo il chitarrista Beppe Pini e il fisarmonicista Flaviano Braga, per un Liberi tutti – brano che chiude sempre i loro concerti – cantato insieme al pubblico.

Poi la torta, la jam session con gli amici, il discorso di chiusura con i ringraziamenti al Lido del Segrino che ha organizzato e ospitato l’evento con Andrea Fiore di Brianza Web.

Buon Compleanno Sulutumana.

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Sabrina Sigon