Lago di Como: cinque ristoranti “sopra l’acqua” – ramo di Lecco






Locali les pieds dans l’eau, li chiamano in Francia ad indicare la possibilità di mangiare quasi con i piedi nell’acqua. Il termine è usato per quei ristoranti di mare i cui tavoli sono collocati, direttamente, sulla spiaggia e il cibo è accompagnato dalla risacca. Spostandoci al lago, ed in particolare al Lario, per via della conformazione di buona parte delle coste dove le montagne si tuffano ripide nell’acqua o dell’intensa urbanizzazione, non c’è lo spazio per locali pieds dans l’eau. Però ci sono locali dove pranzare o cenare sopra l’acqua, in un giardinetto o una bella terrazza da cui poter, quasi, lambire le onde.

Ecco, dunque, cinque ristoranti pieds sur l’eau del lago di Como che si trovano nel ramo di Lecco, ci teniamo a sottolineare che le nostre non sono recensioni all’attività di ristorazione, ma solo l’indicazione dellei location, e iniziamo da dove il lago finisce: Malgrate. Da pochi anni il comune dirimpettaio del capoluogo si è rifatto il look con un lungolago allargato, ben pavimentato e arredato con aiuole e fontane. Qui troviamo lo storico ristorante Da Giovannino (via Italia, 4 tel.0341 201133); il locale è fronte strada, ma sul lungolago c’è il dehor in cui i commensali hanno davanti agli occhi l’intero panorama della città di Lecco con il suo sfondo di montagne rocciose e il lago a pochi metri.

Da Giovannino serve pasti fin dalla metà dell’800, però ha recentemente cambiato proprietà e il cambiamento è sintetizzato, nientemeno, che da una parola giapponese: shibumi, che indica la bellezza discreta, l’attenzione ai particolari, l’amore nel servire il prossimo, la cura, il piacere estremo nel fare il proprio lavoro. Ma non aspettatevi sushi, qui si continua con le tradizioni del territorio e con orgoglio si serve risotto e pesce persico ricetta originale lecchese: filetti di persico impanati e cotti nel burro, riso bollito al salto con salvia, burro e grana padano. Il resto della carta del giovane chef Alessio Limonta parte dalla tradizione e, attraverso un’attenta e continua ricerca, porta alla proposta di piatti innovativi.

Malgrate ha un interessante centro storico ricco di case e palazzi di elegante fattura e ricchi di storia come Palazzo Consonni in Piazza Garibaldi, ampliato nel 1764 dal canonico Giuseppe Candido Agudio, accademico dei Trasformati, prima era un palazzotto dove venivano ospitati gli accademici vicini all’illuminismo milanese come Pietro Verri, Cesare Beccaria e dove nacque l’idillio tra Luigi Giusti e la poetessa Francesca Manzoni. Qui, secondo il Reina, Giuseppe Parini scrisse gran parte del Mattino.
Continuando la passeggiata sul lungolago si incontra la Cappella dei Morti della Peste con l’immagine delle anime del Purgatorio e oggi incastonata nel muro di cinta della strada. Si pensa che sia stata notata da Alessandro Manzoni e menzionata nei Promessi Sposi. A proposito di Manzoni: avete presente quando all’inizio del romanzo parla di un ponte che segna il punto in cui il lago cessa, e l’Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago? Ebbene, si trovava proprio a Malgrate. Oggi il ponte che vedeva l’autore dei Promessi Sposi non c’è più, sostituito dal Ponte Kennedy, un manufatto a tre campate in cemento armato inaugurato nel 1955 e lungo circa un centinaio di metri.

Alla ricerca di ristoranti sull’acqua risaliamo il lago per 10 chilometri fino a Mandello del Lario e arriviamo al ristorante Il Giardinetto che promette di riservarti il tuo tavolo per momenti indimenticabili. In effetti l’ampia terrazza si affaccia direttamente sullo specchio lacustre e da ogni tavolo si può ammirare l’emozionante panorama di monti sorgenti dall’acqua (Manzoni torna sempre su quel ramo del lago di Como). Come piatto della tipico segnaliamo l’antipasto di pesce di lago composto da 4/5 varietà secondo disponibilità del pescato: patè di luccio, lavarello in salsa verde, trota marinata agli agrumi, agoni in carpione. Se desiderate altro pesce portatevi la canna e sperate che abbocchi qualcosa di buono, il lago è proprio sotto di voi. Il Giardinetto è in piazza Garibaldi 10, telefono 0341 700487

Non si può lasciare Mandello senza una visita al Museo della Moto Guzzi, patrimonio storico, tecnico e culturale della zona. Si trova nel cuore della storica fabbrica di via Parodi in cui, dal 1921 ad oggi, sono state fabbricate tutte le motociclette che recano il marchio dell’aquila ad ali spiegate. Il Museo Moto Guzzi raccoglie una ricchissima collezione di oltre 150 pezzi tra moto di serie, moto sportive, prototipi sperimentali e motori, che si alternano in un percorso temporale a testimonianza della gloriosa storia di un mito italiano conosciuto in tutto il mondo. Orari di apertura: dal lunedì al venerdì, ore 15:00 -16:00, sabato e domenica solo su prenotazione Ingresso libero con visita guidata, telefono 034 1709111.

Risalendo ancora la vecchia statale 36 del lago di Como e dello Spluga, ecco Lierna riconoscibile dal lago per il castello, dove dicono abbia soggiornato persino Teodolinda, regina dei Longobardi e per la terrazza del ristorante Sottovento attiguo al pontile della navigazione. Il locale offre, innazi tutto, un’atmosfera suggestiva sulla terrazza (protetta da vetrate mobili in caso di vento o pioggia), o nel grazioso e fresco giardinetto con una vista mozzafiato sul lago, sulla dirimpettaia Bellagio e sulle Alpi svizzere. Una location unica per godere di indimenticabili tramonti. Il personale del Sottovento saprà guidare gli ospiti alla scoperta di sapori semplici ma originali, con una particolare attenzione a ingredienti e ricette del territorio. Il piatto forte della casa, però, è una personale interpretazione di riso e pesce persico, il “risotto Sottovento” è mantecato e coperto di filetti di persico marinati con pepe rosa timo, vino bianco e una spremuta di limone. Per provarlo via Imbarcadero, 3 telefono 0341 740005.

Strano posto Lierna, ha solo 2.100 abitanti, ma ben 12 borghetti di origine medievale, Borgo Villa, Grumo, Casate, Mugiasco, Olcianico, Sornico, Giussana, Ciserino, La Foppa, Genico, Bancola e Castello, che si trova su un piccolo promontorio proteso nel lago. Il clima mite e la bellezza del paesaggio, in passato hanno attirato l’interesse di turisti e viaggiatori così che nei primi anni del XX secolo sono state costruite molte ville in stile Liberty, circondate da ampi giardini e parchi. Ma questa zona è nota fin dai tempi antichi, secondo le ipotesi storiche, qui si trovava una delle famose ville di Plinio il Giovane, della regina Teodolinda abbiamo già detto, e non dimenticò Lierna neanche il famoso Medeghino, pirata, condottiero e santo. Tutte leggende o c’è del vero? Nel 1876 sono apparsi i frammenti del pavimento a mosaico romano e una grande quantità di monete di quei tempi che giustificherebbero la villa “Commedia” di Plinio, poi, nel 1929, durante la costruzione della piazza principale il ritrovamento di oggetti d’antiquariato avrebbero confermato la leggenda del Vitello d’Oro. Gli abitanti del posto hanno sempre creduto che i romani conservarono qui il Vitello d’Oro, portato dall’Oriente. A quest’ultima diceria liernese si stenta a credere, ma il vitellone d’oro George Clooney, lo scorso anno, ha fatto sobbalzare i cuori (e portafogli) degli abitanti quando alcuni giornali di gossip dissero che il divo di Hollywood avrebbe deciso di lasciare villa Oleandra a Laglio per la monumentale villa Besana che si affaccia sul lago con due scenografici torrioni.

Il paese di Bellagio è affacciato sul ramo di Como del lago salvo il pittoresco borgo di Pescallo che, invece, ha un sostrato lecchese. Qui, a non più di un metro e mezzo dall’acqua, ci sono i tavoli del ristorante La Pergola (piazza del Porto 4 telefono 031 950263), bellamente ombreggiati da un pergolato di vite americana. Il locale è uno dei pochi sul lago di Como che offre l’ormeggio per chi arriva in barca, sembra un paradosso, ma chi ha un natante sul Lario sa bene che andare a pranzo o cena via acqua costringe a scelte obbligate tra i ristoranti tra cui scegliere (approfittiamo per dire che con lo sviluppo turistico anche i noleggiatori di barche si sono moltiplicati, ma gli ormeggi di transito no n.d.r.). In un luogo incantevole come questo tranquillo porticciolo di pescatori, anche la cucina sa di pescato fresco…non per forza d’acqua dolce; la scelta della nuova gestione del ristorante è di aprire il proprio menù ad una cucina italiana dove il pesce di mare è proposto in molte preparazioni così come le carni, ma i nostri bei pescetti nelle mani di uno chef che ci sa fare si trasformano in piatti gustosi e inediti come il risotto con ragù di anguilla.

Da Pescallo si ha una vista completa di Villa Serbelloni Rockefeller che domina il promontorio di Bellagio, da qui si possono ammirare i giardini digradanti, i viali e la lunga facciata dell’edificio. Costruita nel 1400 da Marchesino Stanga e ricostruita nel 1500 dalla famiglia Sfondrati, nel 1788 passò ai Duchi Serbelloni che lasciarono intatta la costruzione ma ristrutturarono, ampliandolo, il parco. Si dice che il duca Alessandro Serbelloni abbia speso nei lavori di rifacimento l’equivalente odierno di 929,62 Euro, in un’epoca in cui la paga giornaliera di un operaio era inferiore ad un centesimo di Euro. Il parco si sviluppa sulla parte alta del promontorio di Bellagio ed al suo interno si snodano oltre 18 Km di viali e sentieri che permettono di ammirare la grande quantità di piante, anche rare ed esotiche. La villa ha ospitato una quantità impressionante di nomi illustri. Per citarne alcuni: Leonardo da Vinci l’Imperatore Massimiliano I, Lodovico il Moro, Bianca Maria Sforza, il Cardinale Borromeo. In epoca più recente, vi soggiornarono Silvio Pellico, Piero Maroncelli, l’Imperatore Francesco I, gli Arciduchi di Parma, la Regina Vittoria, il Kaiser Guglielmo, il Re Umberto I, il Presidente degli Stati Uniti d’America Roosvelt e poi in seguito il presidente Kennedy e infine scrittori e poeti come Alessandro Manzoni, Ippolito Pindemonte e Giuseppe Parini, che vi trascorse lunghi periodi come precettore dei figli del Duca Serbelloni. Gustave Flaubert, nel 1845, nelle sue note di viaggio parlò di Villa Serbelloni e disse: “…uno spettacolo fatto per il piacere degli occhi… Qui si vorrebbe vivere, e qui morire”. Nel 1959, alla morte della Principessa Ella Walker della Torre e la villa fu donata alla Fondazione Rockefeller di New York che tuttora vi ospita artisti e scienziati di tutto il mondo in soggiorni di quattro settimane per vivere e lavorare in un’atmosfera di assoluta tranquillità. È possibile visitare il giardino, due volte al giorno (escluso il lunedì) con visita guidata. È richiesta la prenotazione anticipata presso Promobellagio 031 951555

Per chiudere il nostro giro dei ristoranti sull’acqua nel ramo lecchese del lago di Como arriviamo in località Moregallo, un luogo conteso in quanto porta il nome del monte sovrastante che è un simbolo di Valmadrera, molti pensano che sia già comune di Oliveto Lario, invece è, nientemeno, che municipalità di Mandello del Lario che si trova dall’altra parte del lago, vai capire perchè. Qui da un paio di mesi c’è il Moregallo Food (tel.0341 200037), ultimo nome per il ristorante, discoteca e lido amatissimo da generazioni di lecchesi, e non solo, che negli ultimi anni ha visto una vorticosa serie di cambi gestione fino a quest’ultima arrivata a inizio estate. Poco possiamo qui scrivere della ristorazione se non che Claudio Abaterusso che si è assunto il compito di rilanciare il locale è l’inventore dell’Ittiturismo da Abbate di Lezzeno, il che fa sperare per il futuro del luogo baciato da un lago placido e una vista aperta su tutto il ramo lecchese.

Alle falde del monte Moregallo, da cui prende il nome, la piccola enclave di Mandello dall’altra parte del lago è una frazione con poche abitazioni, qualche attività commerciale, perlopiù strutture per la balneazione e il turismo. L’unica strada che l’attraversa finisce contro il cancello che chiude il tunnel in disuso della vecchia SP 583, qui l’ambiente naturale è bello e selvaggio con la spiaggia ghiaiosa sotto gli alberi bassi chiusa dalla parete rocciosa del Melgone che entra dritta nel lago.
Una storia singolare riguarda i 400 metri di galleria inutilizzata che il comune ha messo in vendita, ci sono stati interessamenti per trasformarla in albergo, in poligono di tiro, addirittura c’è chi ha pensato ad un cimitero e, perché no, un bel locale con vista lago attraverso le aperture nella roccia che affacciano sul lago. Sono diverse le ipotesi di riutilizzo della Galleria del Moregallo, ma fino ad oggi nessuna concreta offerta di acquisto. Il prezzo è di 350 mila euro.
Continuate a seguirci perchè la nostra selezione di ristoranti sull’acqua continua nel ramo di Como