Le reazioni

Como, lutto cittadino per don Roberto: qui il cordoglio di politici ed associazioni fotogallery

Reazioni di dolore, il sindaco Landriscina pensa a bandiere a mezz'asta in tutta la città il giorno del funerale.

Mentre il sindaco Mario Landriscina sta pensando a proclamare il lutto cittadino – nel giorno del funerale di don Roberto Malgesini, ucciso questa mattina all’alba da uno straniero in piazza San Rocco (l’autore si è costituito dai carabinieri), ecco le tante reazioni che stanno arrivando in redazione. Orrore e dolore per questa morte-choc.

LE PAROLE DI RIFONDAZIONE COMUNISTA

 

Apprendiamo della tragedia avvenuta questa mattina a Como in piazza San Rocco – dove è stato rinvenuto il corpo senza vita di don Roberto Malgesini – uomo che ha dedicato la vita agli ultimi ed all’accoglienza.

Conosciamo molto bene don Roberto e piangiamo una Persona integra con cui abbiamo condiviso per anni l’impegno sociale, antirazzista e per il rispetto dei diritti umani per tutte e tutti. 

Da anni denunciamo una situazione sociale esplosiva in città, che vede le persone senza fissa dimora lasciate nel disagio da parte delle istituzioni cittadine e nazionali – un disagio che come più volte abbiamo sottolineato accentua le situazioni psichiatriche e che, a causa di un mancato e reale piano di integrazione, fa ricadere tutto il gravoso lavoro di inserimento sulle spalle di Persone altruiste come don Roberto o don Giusto – creando rischi che purtroppo questa mattina si sono verificati. 

La strumentalizzazione di questo fatto gravissimo da parte dei “soliti noti” per alimentare odio ed una narrazione razzista sarebbe proprio ciò che don Roberto non vorrebbe – cosa contro la quale si è battuto per tutta la vita. 

 

Tutta Rifondazione Comunista esprime il massimo cordoglio per la perdita di un caro amico e di un compagno di lotte sociali. 

Ciao Roberto, che la terra ti sia lieve.

 

 

LA NOTA DELLA CISL DEI LAGHI

La Cisl dei Laghi si unisce al dolore di familiari, parrocchiani e di tutta la
Diocesi di Como per la morte di don Roberto Malgesini, parroco di San
Rocco, ucciso questa mattina, una figura di riferimento per la solidarietà
concreta agli ultimi della nostra città.
“Restiamo attoniti di fronte a un atto di violenza così efferata contro una
persona totalmente dedita al servizio dei più deboli” afferma Daniele
Magon, segretario Generale della Cisl dei Laghi.
Nel corso degli anni, don Roberto aveva collaborato anche con la Cisl dei
Laghi, in particolare con l’Anolf Como, per il supporto ai richiedenti asilo nel
disbrigo dei documenti.
Così lo ricorda Rosangela Pifferi, presidente di Anolf Como: “Non
dimenticheremo il suo sorriso che non si spegneva mai nonostante le
difficoltà, il suo esempio di amore e generosità incondizionata resterà vivo
nei nostri cuori”.

 

LA NOTA DEL PD DELLA PROVINCIA DI COMO

 

Questa mattina un fortissimo dolore, un senso di smarrimento ha investito la città di Como. Siamo senza fiato davanti all’uccisione di Don Roberto Malgesini, sacerdote e persona di eccezionale umanità che ha scelto di lavorare per strada, accanto agli ultimi e agli emarginati e ai quali non ha mai negato aiuto, amore e misericordia. Schivo e riservato, Don Roberto si è sempre impegnato per i più deboli, senza chiedere nulla per sé. La sua morte, avvenuta in maniera così violenta e insensata lascia tutti attoniti e affranti. In un mondo in cui altruismo, carità e umanità sono risorse sempre più rare e incredibilmente preziose, Don Roberto lascia un vuoto improvviso e tragicamente incolmabile per Como e tutta la nostra comunità.

 

Chiara Braga

Federico Broggi

Stefano Fanetti

Gabriele Guarisco

Matteo Introzzi
Tommaso Legnani

Patrizia Lissi

Angelo Orsenigo

Partito Democratico Federazione provinciale di Como

 

IL CORDOGLIO DEL MOVIMENTO 5STELLE

 

“Una tragedia sconcertante che suscita profondo dolore. Don Roberto è sempre stato in prima linea e si è sempre distinto per la solidarietà e lo spirito di sacrificio mostrato nei confronti dei più deboli”, le parole di cordoglio di Raffaele Erba, consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle.

 

“In questo momento noi tutti abbiamo il dovere di unirci in preghiera per ricordare un uomo straordinario che ha dedicato la sua missione per gli altri
prima che un atroce destino lo portasse via”, aggiunge Raffaele Erba.

 

Parole di stima per don Roberto anche da parte di Fabio Aleotti, capogruppo del M5s in Consiglio comunale a Como.

 

“Ho avuto l’onore di conoscere don Roberto durante le innumerevoli iniziative rivolte ai bisognosi, una persona speciale che ha dedicato la vita a chi era
in difficoltà, prego per la sua anima ora in paradiso, giusto tra i giusti”.

 

 

I SINDACATI UNITI, VICINANZA ALLA FAMIGLIA

 

Cgil, Cisl e Uil esprimono il proprio cordoglio verso i famigliari e le persone vicine a don Roberto Malgesini.  “è stato un sacerdote impegnato, fino alla fine, per aiutare gli ultimi – dichiarano Umberto Colombo, Daniele Magon e Salvatore Monteduro, segretari generali provinciali di Cgil, Cisl e Uil – proprio per rispetto al suo operato, ci auguriamo che non si strumentalizzi quanto accaduto. Sempre nel rispetto dell’impegno di don Roberto, Non si può più procrastinare una presa di coscienza da parte delle istituzioni e della politica per trovare soluzioni al disagio psichico e sociale presente in città, una strada che vada in direzione opposta alla marginalizzazione”.

 

 

ZOFFILI PORTA IL DELITTO DI COMO DAVANTI AL MINISTRO LAMORGESE

 

“Il brutale omicidio avvenuto questa mattina in Piazza San Rocco ha sconvolto la nostra Como, ha ferito profondamente una città che necessita di risposte immediate e concrete da parte dello Stato. Questo è il momento della preghiera e del ricordo, per un martire che ha dedicato la sua vita e le sue energie all’aiuto degli ultimi, ma anche dell’azione. Mi unisco a tutti i comaschi nel ringraziamento a Don Roberto per quanto ha fatto, e mi impegnerò ad onorare al meglio la sua memoria con iniziative concrete. Giovedi 24 settembre alle 14.00 ho convocato in audizione presso la bicamerale Schengen, Europol e immigrazione il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e in quella sede nel’ambito dell’indagine che sto portando avanti con il comitato parlamentare che presiedo sull’emergenza immigrazione in corso, le chiederò anche conto dei rimpatri, un’urgenza per tutto il nostro Paese ma in particolare per quelle zone che, come la provincia di Como, sono territori di confine.

 

Gli sbarchi possono essere fermati, come ha dimostrato Matteo Salvini durante la sua permanenza al Viminale: si tratta solo di avere la volontà politica per farlo. I clandestini presenti anche a Como, come nel resto d’Italia, vanno rimpatriati immediatamente per evitare di favorire il proliferare di situazioni di criminalità e degrado e gravissimi crimini come questo. Inoltre chiederò al Ministro che vengano potenziati gli organici delle forze dell’ordine in tutto il Paese e in modo particolare nelle zone, come la provincia di Como, che per la loro collocazione geografica hanno maggiore necessità di un presidio costante e di un’attenzione particolare. Sono profondamente colpito da questa tragedia, ma anche determinato a fare tutto quanto nelle mie possibilità per impedire che orrori simili possano ripetersi. Vigileremo affinché questo assassino clandestino paghi senza sconti per quanto ha fatto”.

 

Così Eugenio Zoffili, deputato comasco della Lega e Presidente del Comitato Bicamerale di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen, di vigilanza sull’attività di Europol e di controllo e vigilanza in materia di immigrazione.

 

 

 

COMO SENZA FRONTIERE: LA DURA LETTERA DI ACCUSA

 

Il cordoglio non ci basta. Per commemorare don Roberto Malgesini è doveroso schierarsi dalla sua parte e contro la cattiva politica che produce intolleranza. È doveroso fermare i responsabili della violenza che si abbatte su chi vive per gli altri, come avvenne nel 1999 per un altro prete dell’accoglienza, don Renzo Beretta.

Nel giorno dell’uccisione di don Roberto, lo stesso giorno in cui nel 1993 veniva assassinato a Palermo don Pino Puglisi, sentiamo il dovere di accusare le istituzioni che dovrebbero esistere per evitare queste tragedie e per contrastare odio e violenza.

  1. Perché don Roberto è stato lasciato solo dalle istituzioni nel compito vitale di dare aiuto alle persone costrette a vivere in strada in una delle città più ricche del mondo?
  2. Perché le istituzioni non si sono preoccupate e occupate dei bisogni di tutte e tutti gli abitanti della città lasciando che un prete e la Como solidale si facessero carico di problemi che solo il Comune potrebbe gestire?
  3. Perché le istituzioni non hanno aiutato e curato un uomo psichicamente instabile nonostante la Como solidale abbia più volte e da anni chiesto di affrontare il problema della fragilità psicologica e psichiatrica di chi vive in strada?
  4. Perché le istituzioni hanno lasciato don Roberto e le volontarie e i volontari ad affrontare da soli la disperazione degli ultimi, esponendoli a maggiori rischi?
  5. Perché chi governa Como ha irresponsabilmente ampliato la disperata guerra tra poveri con una sequela di atti che vanno dalla rimozione delle panchine a San Rocco, all’attacco a chi distribuiva le colazioni per non disturbare la Città dei Balocchi, a vietare le elemosine nel salotto buono della città, alle sanificazioni “forzate” a San Francesco (con o senza sottrazioni di coperte), fino alla folle inqualificabile idea di chiudere con una cancellata l’ex chiesa di San Francesco?

Anche se voi vi credete assolti siete comunque coinvolti.

 

COMO SENZA FRONTIERE

 

A tutte le realtà che hanno condiviso in questi anni la ricerca di una società giusta e accogliente, che hanno sostenuto l’affermazione dei diritti di tutte e tutti, che hanno affiancato don Roberto nel suo lavoro quotidiano chiediamo di unirsi a noi in questa richiesta di giustizia.

 

 

IL CORDOGLIO DELL’UNIVERSITA’ DELL’INSUBRIA

 

Il dolore del rettore dell’Università dell’Insubria Angelo Tagliabue sull’omicidio di don Roberto Malgesini:

«Sono profondamente colpito dalla tragedia che si è consumata questa mattina a Como. Quello che è accaduto non deve far mettere in discussione il valore dell’accoglienza che ha reso don Roberto Malgesini il prete degli ultimi, dei senzatetto, dei migranti, dei bisognosi. Comunque la si pensi, l’accoglienza e la solidarietà sono concetti con cui ciascuno di noi deve confrontarsi. Ed è quello che invitiamo i nostri studenti a fare, oggi più che mai, esercitando con autonomia e partecipazione il loro senso critico di fronte all’attualità».

 

 

SINISTRA ITALIANA: IL RICORDO DI UN UOMO BUONO

 

Roberto Malgesini era un uomo buono e mite, un prete di strada. Noi di Sinistra Italiana lo vogliamo ricordare vivo e sorridente, come lo abbiamo conosciuto mentre insieme a volontarie e volontari distribuiva le colazioni a chi dorme e vive sotto i portici dell’ex Chiesa di San Francesco, nella nostra ricca città. Roberto è stato ucciso da una delle persone di cui si prendeva cura quotidianamente, un uomo psichicamente e socialmente fragile.

L’dea di accoglienza di Roberto e di chi con lui ha collaborato per anni assumendo, in assenza di provvedimenti istituzionali, il compito di assicurare la sopravvivenza di chi vive in strada, non si concilia con quello che ogni giorno vediamo in questa città. Chi governa Como è incapace di comprendere che garantire diritti umani a tutte e tutti gli abitanti costerebbe assai meno di alcune misure assunte dalla Giunta, costerebbe meno di quanto la città spende per negare un alloggio a persone che arrivano nel nostro paese, considerate senza diritti perché arrivati qui “irregolarmente”. Non possono esistere regole diverse a seconda del paese di nascita. Le istituzioni devono dare a ciascun uomo, a ciascuna donna, il diritto di costruirsi un futuro migliore, il diritto a cure, il diritto a un posto sicuro in cui vivere.

 

Nel giugno 2016, Jo Cox, la quarantunenne deputa laburista che aveva dedicato molta della sua attività politica, della sua passione e del suo tempo, ai rifugiati siriani in Gran Bretagna, fu drammaticamente e prematuramente uccisa da un uomo che, per fragilità mentale, era stato facile preda di chi semina odio e violenza. All’assassino, che prima di colpirla, urlò “prima di tutto la Gran Bretagna”, il marito di Jo rispose: “ora è il tempo di lottare contro l’odio che l’ha uccisa”.

Anche qui a Como è tempo di lottare contro l’odio, diffuso irresponsabilmente, che rischia di alimentare la violenza di questi tempi difficili e bui e di distruggere definitivamente la possibilità del vivere insieme. Lo dobbiamo a don Roberto, e a tutte le cittadini e i cittadini della Como solidale.

 

Celeste Grossi, segretaria di Sinistra Italiana Como

 

 

COMO AI COMASCHI, DOLORE E AMAREZZA PER QUESTO DELITTO

 

Nessuna strumentalizzazione da parte di ComoaiComaschi nello scrivere questo comunicato.

La nostra attività in città, i nostri volantini, i nostri comunicati stampa, le nostre lettere al Prefetto Dott. Corda (alleghiamo foto) sono la testimonianza di chi ha vissuto e vive quotidianamente il degrado di questa immigrazione selvaggia a Como.

Era il 05 settembre 2017, quando insieme ad un centinaio di residenti, donne ed anziani compresi, siamo scesi in piazza San Rocco ad urlare e chiedere sicurezza e basta degrado! Quella sera era tanta la paura negli occhi dei comaschi residenti, unita ad un nuovo sentimento di speranza grazie alla nostra attiva presenza che raccoglieva le loro richieste di aiuto. Noi di ComoaiComaschi da quel momento abbiamo iniziato una raccolta firme, oltre ad essere presenti sul territorio con passeggiate, volantinaggi, etc…atti a sensibilizzare l’opinione pubblica sul degrado immigrazione che nel quadrilatero: piazza San Rocco, via Milano, via Anzani, viale Giulio Cesare lentamente ed inesorabilmente aumentava giorno dopo giorno.

Siamo stati tacciati, e lo saremo anche oggi, di razzismo, intolleranza, istigazione all’odio, ma la realtà dei fatti è sotto gli occhi di tutti, cittadini, maggioranza, opposizione. che non hanno fatto alcunchè per risolvere il problema o per soddisfare le nostre richieste di sicurezza. Le uniche risposte partorite dalle istituzioni e dalla classe politica comasca per risolvere il degrado in piazza San Rocco sono state la rimozione di alcune panchine ed il taglio di un paio di alberi!!! Il degrado ovviamente è rimasto, anzi…

In questi ultimi anni abbiamo letto settimanalmente di risse, bottigliate, spaccio, molestie, etc… da parte degli immigrati verso i residenti in zona, ed anche durante il lockdown covid, come testimoniato dal nostro comunicato stampa del 28 marzo 2020, sono state tante le segnalazioni a noi fatte dai residenti disperati ed abbandonati per aggressioni ed insulti ricevuti tra le vie deserte di quei giorni.

Certo, partecipiamo fortemente al cordoglio per commemorare Don Roberto Malgesini, aggiungendo però che quella mortale coltellata poteva capitare ad ognuno di noi e che purtroppo altre ce ne saranno, se non verranno attuate misure straordinarie per il mantenimento dell’ordine pubblico per la nostra sicurezza in quella zona ad altissimo rischio (sono 3 anni che lo diciamo!!!).

Quindi, chiedevamo e chiediamo risposte concrete come la presenza massiccia di forze dell’ordine in tutto il quadrilatero!

Il tempo delle giustificazioni (se un uomo bianco uccide un immigrato è razzista, se un immigrato uccide un uomo bianco ha problemi psichici) è finito!!!

Torneremo presto in piazza San Rocco!

ComoaiComaschi

 

 

I PARLAMENTARI COMASCHI DELLA LEGA: COME DON RENZO…

 

“A 20 anni di distanza dall’omicidio di don Renzo Beretta, accoltellato per mano di un immigrato irregolare, un altro tragico evento si abbatte su Como. L’uccisione di don Roberto è un atto di una atrocità e violenza inaudita e ingiusta, una tragedia che scuote tutta la comunità comasca. Cordoglio e una preghiera per don Roberto, prete amato e disponibile e sempre al servizio della propria comunità, condanna ferma, senza ‘se’, senza ‘ma’ e senza sconti per il criminale, un clandestino irregolare che andava espulso dal territorio nazionale e non coccolato e accolto! Basta ipocrisie, basta accoglienza generalizzata e senza regole, basta frontiere aperte e cancellazione dei decreti sicurezza. L’accoglienza a parole senza una vera integrazione fatta di lavoro, regole, diritti ma anche doveri e rispetto reciproco è ipocrisia pura e un danno per le comunità”. Così i parlamentari di Como della Lega: Nicola Molteni, Eugenio Zoffili, Alessandra Locatelli, Erica Rivolta.

 

 

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