Le streghe multicolor di Gio Pistone sui muri di Lugano

Dopo circa cinque giorni di intenso lavoro l’artista Gio Pistone ha terminato il dipinto murale «Genesi di un incantesimo» su alcune facciate dello stabile privato di via Motta a Lugano e su una parte dell’adiacente autosilo. Dopo l’opera Close up, con le maestose balene realizzate in centro dal duo di artisti ticinesi Nevercrew, questo è il secondo intervento in poche settimane organizzato da Arte Urbana Lugano nell’ambIto del LongLake Festival.
Gio Pistone è un’artista italiana che vive e lavora a Roma. Fin da piccola si avvale del disegno come linguaggio indispensabile per raccontare il suo personale mondo onirico. Figure di fantasia dai colori accesi definiti da linee nette e decise che sottolineano il forte carattere di personaggi che traghettano lo spettatore in un limbo tra sogno ed incubo.
Gio Pistone indaga la figura della donna evidenziando come essa sia spesso, ancora oggi, vettore di pregiudizi e catalizzatrice di proiezioni del male: “Le donne/streghe si occupavano delle nascite, delle morti, di psicomagia, di medicina alternativa ed assumevano un potere sempre più grande gestendo la parte mistica e fortemente pagana dei piccoli centri rurali. Come diceva Aleister Crowley, la Magia ha tutti gli elementi di una Religione perché è composta da dogmi, riti, fantasmagorie, simboli e sortilegi, si pratica la meditazione attraverso parole simili a preghiere, le magie che somigliano molto ai miracoli, apparizioni e sparizioni misteriose, rinascite.

D’altronde il Cristianesimo si è adagiato su un sentiero già battuto appropriandosi di tanti elementi delle religioni precedenti. Margaret A. Murray, egittologa dei primi del ‘900, asseriva che la Stregoneria proveniva da una un’Antica Religione precedente a quella Cristiana e che nella parte rituale si avvicinasse ad una divinità sopra le altre, Diana, Regina delle Streghe. La genesi di un incantesimo guarda alla Storia della Magia, l’importanza dei riti ed al ruolo centrale della Sacerdotessa/Strega nella costruzione di una drammaturgia mistica tipica anche oggi dei rituali magico-religiosi.” In questo senso l’artista si rifà anche al tema storico della caccia alle streghe per far riflettere su ciò che spettava alle donne. L’artista riprende il tema nel mutato contesto attuale per richiamare l’atteggiamento che ancora oggi si riscontra nei confronti di chi è diverso o non corrisponde alle aspettative degli altri.

Dopo Nevercrew e Gio Pistone altri urban artist sono al lavoro su un edificio luganese, 108 (Guido Bisagni) e CT (Matteo Ceretto Castigliano) due rinomati artisti della scena italiana e internazionale, hanno a disposizione le pareti del Padiglione Conza per dare vita a due opere strettamente interconnesse tra loro. Da qualche tempo i due autori stanno infatti sviluppando un progetto comune: degli interventi che dialogano, si parlano, si confrontano, senza però mai fondersi totalmente l’uno con l’altro. Sono infatti molti i punti contatto tra loro: oltre all’approccio astratto e minimale e alle preziose sinergie di forme e colori, condividono una particolare sensibilità per la ricerca dell’essenza e dell’armonia formale. Entrambi lontani dal mondo pop, portano avanti una ricerca intima e profonda, un’immersione libera e quasi totale nelle forme e nei colori. Il percorso individuale di ogni artista resta però sempre distinto: le forme organiche, morbide e per lo più profondamente nere di 108, si sposano così con quelle più nette, rigorose e geometriche di CT.
Due lavori che si uniscono dando origine a quella che può essere definita un’unica opera, ma doppia, in grado dunque di contenere tutta la complessità di due approcci personali in dialogo e in constante confronto con la superfice su cui intervengono e con l’ambiente circostante.

Dal 2010, Arte Urbana Lugano (AUL) si impegna nello sviluppo di connessioni sempre nuove e sorprendenti tra i cittadini e lo spazio urbano. Grazie a questa iniziativa è favorito l’incontro tra la creazione artistica emergente, il particolare contesto urbano e tutti i cittadini che in esso vivono e crescono. Gli interventi proposti nel quadro di AUL permettono così di aprire nuove prospettive, relazioni e riflessioni rispetto all’ambiente che ci circonda.