I ricordi di Don Giusto: “Quello che mi ha insegnato Don Roberto”
Le toccanti parole di Don Giusto Della Valle in ricordo di Don Roberto pronunciate ieri pomeriggio durante l’evento “Non é L’Isola”
«Quello che mi chiedo é cosa mi abbia insegnato Don Roberto. Penso che lui sia stato uno dei segni della tenerezza di Dio nella nostra città, la sua forza è stata quella di far crescere la città di Como in umanità, in accoglienza, in attenzione particolare e individuale nei confronti di chi apparentemente non la merita. Qualcuno parla della Chiesa come di un ospedale da campo: Don Roberto é stato un chirurgo raffinato in questa Chiesa».
Con queste toccanti parole, Don Giusto Della Valle, introdotto da Martino Villani, direttore del CSV Insubria Como, ha voluto ricordare Don Roberto, ieri pomeriggio, presso il Parco dei Missionari Comboniani di Rebbio, nell’ambito della manifestazione “Non è l’Isola”, realizzata e promossa da L’isola che c’è – Rete Comasca di Economia Solidale, Centro di servizio per il Volontariato dell’Insubria e Cooperativa Sociale Ecofficine, insieme a numerose realtà territoriali. Un momento di raccoglimento e riflessione che per diversi minuti ha fermato le attività e ha permesso, a tutti i presenti, di dedicare un pensiero commosso e affettuoso al sacerdote ucciso.

«Don Roberto era unico nel suo modo di fare: abbiamo bisogno di gente come lui, che affianchi le persone e le accompagni, che stia vicino e che dedichi tempo a chi é più fragile, perché chi é più fragile venga messo al centro dell’attenzione, in modo che la città cambi, divenga umana, fraterna e solidale. Don Roberto non era solo, era con tanti di noi, si é lavorato insieme per costruire una città di pace e il benessere di tutti».

Una giornata intensa, quella di ieri, iniziata con la Messa in Suffragio in Cattedrale e trasmessa in tre piazze del centro sui maxischermi, una giornata, anche, di festa, come avrebbe voluto Don Roberto. «Dopo quanto accaduto, ci siamo interrogati tutti sulla possibilità di rimandare la manifestazione – ha commentato Stefano Martinelli, presidente dell’Associazione Isola Che C’è – ma, insieme a Don Giusto e ai Padri Comboniani abbiamo pensato che Don Roberto non avrebbe mai voluto che rinunciassimo, perché anche situazioni come questa aiutano le persone a superare il dolore».