Un circo e un nonno eroe: Veronica Del Vecchio racconta storie vere

Martina Toppi conduce per il terzo anno la rubrica di creatività giovanile “Le api dell’invisibile”
Chissà cosa ci fa un circo nella Repubblica Sociale Italiana. Ve lo dico io, non se la passa molto bene, a sentire la trama del romanzo inedito di Veronica del Vecchio. Anno 1996, comasca, vive a Moltrasio, Veronica ha vinto proprio all’inizio del mese un importante premio letterario internazionale con il suo romanzo inedito “Un’invasione”. Il premio era Europa in Versi e al suo libro è stata assegnata la vittoria per l’ “appassionato inno alla solidarietà tra esseri viventi, dove l’abbattersi della guerra non distingue tra vincenti o perdenti, ma tra invasori e fuggitivi.” In questa puntata de Le api dell’invisibile ne abbiamo parlato proprio con lei, scoprendo così l’amore incondizionato di Veronica per la storia, che ormai da tempo fa da sfondo alla sua attività di scrittrice. Sì perché, anche se ha solo 24 anni, questo non è il suo primo libro. Appassionata di seconda guerra mondiale, la giovane scrittrice ha già sfornato un’altra opera che si distingue per l’originalità del racconto e l’impegno della memoria. Se “Un’invasione” infatti cala in un momento storico reale una storia immaginata, quella appunto di un circo, “Reduce di Cefalonia” racconta la storia vera di una persona vera: Franco del Vecchio, suo nonno. Questo libro infatti, uscito nel 2018 per la casa editrice Tra le righe Libri e finalista di un altro importante premio letterario locale, Premio Città di Como, è la storia di Franco, marinaio della Divisione Acqui, inviato al presidio di Cefalonia dove, dopo l’8 settembre 1943, dovette affrontare la resistenza. La sua storia prosegue poi nei campi di lavoro di Corinto e ancora più in là, in Germania, in un vortice di violenze e soprusi, subiti da internato militare. Veronica ha raccolto con cuore saldo e parole attente i ricordi del nonno, proprio come un tempo si era soliti tramandare le storie: con un racconto orale fissato da attenti uditori su carta. In fondo, il consiglio che Veronica ci lascia in questa puntata sull’arte di raccontare le storie sta proprio qui: nell’essere conoscitori interessati (e interessanti) di ciò che si vuole scrivere. Che sia la storia di un vostro caro o di uno sconosciuto, documentatevi a fondo, tendete l’orecchio a ogni dettaglio. E se poi, come lei, avete la fortuna di lavorare nel mondo del teatro (oltre a essere un’attrice, ha persino fondato una compagnia, Auriga Teatro, alla faccia dell’essere giovani e nullafacenti!), scrivete una bella storia su un circo, che qui fuori ci sono lettori come me sempre pronti a leggere di mondi circensi. Se volete saperne di più su Veronica, il suo circo in un tempo di guerra, il suo nonno eroico e la sua passione per la scrittura non perdetevi il podcast di questa settimana.
E se poi decidete che anche voi avete una storia bella come quella di Veronica da raccontarmi, un progetto nel cassetto, un’idea pronta a tramutarsi in realtà, che dire, la mia mail è sempre questa e Le api dell’invisibile aspettano solo voi: scrivetemi a martinatoppi43@gmail.com.
A cura di Martina Toppi

Questa è una rubrica dedicata a tutti coloro che scrivono, in particolare poesie. Se volete venire a raccontarmi il vostro progetto, la vostra scrittura e le vostre parole, scrivete a martinatoppi43@gmail.com: “Le api dell’invisibile” vi aspettano!
 
«…il nostro compito è quello di compenetrarci così profondamente, così dolorosamente e appassionatamente con questa terra provvisoria e precaria, che la sua essenza rinasca invisibilmente in noi. Noi siamo le api dell’invisibile. Noi raccogliamo incessantemente il miele del visibile per accumularlo nel grande alveare d’oro dell’Invisibile.» R. M. Rilke