Lockdown, la mia odissea per una padella
Una storia singolare capitata al nostro ascoltatore Maurizio: “Per poter comprare una padella nuova ho telefonato a Palazzo Chigi”
È proprio il caso di dire “Il mio regno per una padella”! Una vicenda ai confini della realtà quella raccontata ieri da Maurizio, affezionato ascoltatore di CiaoComo, che, a causa di una padella rotta in pieno lockdown, ha addirittura interpellato il Governo Italiano.
«Mi si è rotta la padella e così, mercoledì pomeriggio, sono andato nel negozio sotto casa per comprarne una nuova. La commessa prima e il direttore del negozio poi, mi hanno detto che non potevano vendermela, perché nel nuovo DPCM non è prevista la vendita di articoli casalinghi e che, eventualmente, avrei dovuto sentire i vigili. Ho chiamato loro, poi il numero di pubblica utilità 117, per parlare direttamente con la Guardia di Finanza, la quale mi hanno detto di ordinarla online, ma io ho ribadito che mi serviva subito e non potevo aspettare i tempi di consegna».

Maurizio non si è fermato lì, ha contattato l’Associazione Consumatori di Como e, successivamente, il centralino della Regione Lombardia, che gli ha elencato tutti i prodotti acquistabili durante il lockdown. «Le padelle e le pentole non erano presenti nell’elenco, allora la ragazza del centralino mi ha detto che avrei dovuto parlare direttamente col Governo, così ho chiamato Palazzo Chigi. Chi mi ha risposto era incredulo. Credo sia assurdo privare le persone di strumenti che servono per cucinare. Come si fa a vendere il prodotto alimentare e non la padella per cucinarlo? Sono davvero arrabbiato, credo che in questo momento sia molto più utile una padella di tante altre cose che si possono comprare».