LOCKDOWN COUNTDOWN – 19 Sarah la scrittrice

15 novembre 2020 | 12:15
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di Sabrina Sigon

In vigore dal 6 novembre fino al 3 dicembre, il nuovo Dpcm impone una serie di restrizioni necessarie a contenere la pandemia ormai ben nota a tutti. Nella speranza, che è anche una convinzione visti i precedenti risultati, che nelle prossime settimane si possa assistere a un miglioramento della situazione, perché non trascorrere questo nuovo “tempo sospeso” restando in contatto con chi, in diversi settori e professionalità, ha animato o si apprestava a farlo, il tempo della quotidianità fino a ieri condivisa? Nel nostro “conto alla rovescia” vogliamo incontrarci – anche se virtualmente – raccontarci, condividere e occupare questo spazio per viverlo, nonostante le difficoltà, in modi diversi e interessanti, ascoltando insieme opinioni, consigli e curiosità.

Il numero 19 è associato a una vita precedente caratterizzata sia da ruoli di comando che da azioni coraggiose. Espressione di una incisiva personalità, il numero Diciannove è alla continua ricerca di originalità e indipendenza.

lockdown countdown

Ma bando alle chiacchiere, che il tempo passa, e cominciamo quindi con la nostra settima ospite che, vista la sua professionalità, potrà darci da subito ottimi consigli.

Oggi siamo con Sarah Savioli, scrittrice con un passato ricco di esperienze interessanti. Dopo la laurea a Parma in Scienze Naturali, Sarah consegue un master di Scienze Forensi e uno in chimica analitica e per più di dieci anni lavora come perito tecnico scientifico forense, prima in collaborazione con il Dipartimento di Fisica dell’Università di Parma e con il RIS dei Carabinieri, poi in libera professione.

Gli insospettabili” – ed. Feltrinelli – il suo primo romanzo, è già un successo editoriale. Un romanzo che coniuga le sue esperienze lavorative a una narrativa fresca e non convenzionale, per una storia originale e sorprendente.

Sarah, infatti, applica le sue competenze non solo ai fini della trama – un giallo che si svolge in un luogo dove alla semplice vita cittadina di tutti i giorni si affiancano realtà insospettabili legate alla droga – ma crea con minuziosa precisione tutto un mondo fatto di affetti, relazioni, indagini, avvalendosi dell’aiuto di figure davvero “insospettabili”.

Insieme a lei conosceremo il detective Cantoni, capo dell’agenzia investigativa con cui Anna collabora, e tanti altri personaggi – la sorella Lavinia, l’aiutante autista Tonino, il cane Otto – ritrovandoci così in un mondo dove non solo si indaga su un delitto ma anche nell’animo umano. E, cosa ancora più sorprendente, in quello animale.

Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” (Mahatma Gandhi): “Nel mezzo delle difficoltà nascono le opportunità” (Albert Einstein).

Queste le due frasi contenute nei due manifesti appesi dietro la sua scrivania che Sarah cita all’inizio dell’intervista; frasi che, in questo momento, ci servono tutte.

Qual è stato il percorso che ti ha portato a diventare scrittrice?

Un percorso davvero tortuosisimo. Ho avuto una carriera universitaria e poi professionale di natura rigorosamente scientifica. Per motivi di famiglia e di salute mi sono ritrovata, poi, a dover dare uno stop a quel percorso e quindi mi sono dovuta gestire daccapo. È stato un processo complesso, anche perché sono sempre stata una persona molto attiva e dedita al lavoro, un lavoro che amavo molto, per il quale mi ero profondamente impegnata. C’è stata una fase della mia vita in cui ho visto una me stessa spegnersi e fallire. Dedicarsi ad altro. Con tanti sorrisi, tante cose belle, perché comunque non ci si arrende”.

Non dei momenti facili, dunque

Più che altro mi ero sempre vista come una persona realizzata in un certo ambito lavorativo, e quindi furono dei mesi complessi, durante i quali dovevo lavorare su più fronti, quello psicologico, quello della professionalità, quello di un fisico che mi aveva messo dei limiti e col quale ero entrata in guerra aperta”.

In quella fase, per gioco

Non avevo mai scritto niente, non sono mai stata neanche un tipo da diario: pagina bianca, e ho scritto “Gli insospettabili”, la prima stesura dall’inizio alla fine. Ho scoperto, così, una libertà che non avevo mai avuto, ed è emersa una parte di me che, alla fine, in effetti è quella più autentica. Io sono questa. Questa persona che, per tutti gli anni precedenti, non aveva avuto la forza di emergere”.

E questa è l’autenticità che colpisce di Anna, la protagonista, che si vede in modo ironico un po’ come una vittima del mondo, un po’ come brutta persona – il capo con cui litiga, la sorella invadente – e una vittima del traffico che creano le mamme che portano a scuola i propri figli; anche gli animali, talvolta, le si rivoltano contro e, spesso, e pure sul lavoro viene sottovalutata. Qualcuno, quindi, con cui viene spontaneo identificarsi, verso cui provare simpatia. Un’indagine ricca di sorprese, non da ultime le frasi che, intercalate all’interno di una trama divertente, ci portano a riflettere:

La consapevolezza è una brutta bestia: da un lato ti permette di essere felice delle piccole cose, dall’altro polverizza ogni scudo contro l’incredibile fragilità del mondo”.