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La sfida del festival A DUE VOCI: dare corpo alla musica passando per la filosofia

19 novembre 2020 | 17:30
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La sfida del festival A DUE VOCI: dare corpo alla musica passando per la filosofia
La sfida del festival A DUE VOCI: dare corpo alla musica passando per la filosofia
La sfida del festival A DUE VOCI: dare corpo alla musica passando per la filosofia

In un tempo di corpi distanti e mondo dello spettacolo estremamente affaticato, il Festival A Due Voci 2020 raccoglie il guanto di sfida e cerca di mettere insieme due mondi che solo apparentemente non si toccano: la musica e la filosofia.

Ben ventisei i dialoghi che si terranno online su Facebook e Youtube. tra 20 e 29 novembre, a suon di musica e filosofia, per rispondere a una domanda: come entrano in sintonia corpo e musica? È, come si suol dire, una domanda filosofica. Il suono in fondo è un fenomeno fisico, perché prodotto da un corpo e da un corpo recepito. Un fenomeno che, in quanto capace di modellare i corpi, è da riscoprire, soprattutto in tempi, come quelli che stiamo vivendo, che fanno del corpo la minaccia, la casa della malattia, e della voce invece l’unico contatto reale con l’altro.

Si parlerà allora di grandi musicisti come Beethoven che, pur menomato nel corpo non mise freni alla propria produzione artistica. Ma anche Chopin sarà presente all’appello, insieme a Liszt, per esaminare l’interazione tra strumenti musicali e movimenti corporei. In questo connubio non potranno mancare certo loro: i filosofi. Nietzsche, figlio di un organista, che dopo aver assistito all’esecuzione di parti del “Tristano e Isotta” di Wagner scoprì che la musica può anche essere corporea e passionale. Al suo fianco Hegel, il Platone della Repubblica, e ancora molti altri.

a due voci 2020

L’obiettivo sarà sempre quello di ricondurre il discorso al corpo, che della musica e del ragionamento filosofico è ricettore ma anche produttore. Con riflessioni sui maestri d’orchestra, si scoprirà la magia del movimento della bacchetta, capace di far sorgere la musica e guidare un equipaggio di strumenti estremamente composito. Per gli appassionati del grande schermo e delle colonne sonore, nessun problema: al cinema saranno dedicati ben tre incontri, per spiegare quel peculiare strumento narrativo delle presenze-assenze, per cui l’artificio del suono e della voce serve a dare corpo a personaggi che sulla pellicola non compaiono fisicamente.

La voce sarà anche l’espediente tramite cui ragionare sul contatto diretto ed espressivo che il canto assicura, passando dal corpo di chi lo esegue al corpo di chi lo recepisce. Il corpo che è, come per il miglior sportivo, tempio da abitare amorevolmente. Come non chiamare allora in causa quell’arte che meglio unisce i corpi alla musica: la danza. Col corpo e con la musica ha a che fare anche la poesia, esplorata in quest’occasione nella sua dimensione più pop, quella dei poeti e performer d’avanguardia del Novecento, riportati alla luce anche dal Poetry Slam dei nostri giorni, che di musica e corpo fa un nodo inscindibile.

Ma ancora musica ed effetti psicoterapeuti, degustazione del vino e esperienze sonore, fino a giungere alla domanda più attuale e travolgente: come possiamo concepire di questi tempi la performance pubblica, che della presenza concreta dei corpi si nutre?

Per provare insieme agli organizzatori a dare una risposta, basta consultare il nutrito programma del Festival (disponibile sul sito  https://aduevoci.org/) e prendere parte a questi dialoghi di musica e poesia. Se non col corpo, almeno con lo spirito.

a due voci 2020

Tutti gli incontri saranno live online su Facebook e Youtube.   Venerdì 20 l’apertura con la musicista e filofofa Margherita Anselmi e il dialogo “L’interprete musicale e il problema del corpo” ore 18.30.Tra i primi incontri il musicologo Alessandro Zignani con “La musica nella testa” (sabato 21 ore 11:30), i fotografi Silvia Lelli e Roberto Masotti con “L’attimo prima della musica” (sabato 21 novembre ore 18:30), “Avanguardia dissonante. Esperienze del corpo tra poesia fonetica e musica gestuale” con Pasquale Fameli, dottore di ricerca in Arti visive performative e mediali presso l’Università di Bologna, (domenica 22 novembre 2020 ore 15:00), il Direttore Musicale del Palau de les Arts Reina Sofía di Valencia e del Festival Verdi, Roberto Abbado, con “Il gesto che dà direzione” (Domenica 22 novembre ore 18:30).

Martina Toppi