Mastoplastica Additiva a Como: le novità del chirurgo plastico – CiaoComo

Abbiamo parlato delle novità dell’intervento di mastoplastica additiva con il Dr. Igor Pellegatta, specialista in Chirurgia Plastica con base a Como, Varese e Milano.
La mastoplastica additiva è sicuramente uno degli interventi di chirurgia plastica più desiderati dalle pazienti. Non a caso è stato l’intervento chirurgico maggiormente eseguito negli ultimi anni davanti a liposuzione e blefaroplastica.
Recentemente, sono state apportate delle novità che permettono di avere risultati più naturali ed armonici. Ne abbiamo parlato con Il Dr. Igor Pellegatta, chirurgo plastico che opera presso Casa di Cura Le Betulle ad Appiano Gentile in provincia di Como.
Dott. Pellegatta, perché la mastoplastica additiva è un intervento così richiesto?
Generalmente una paziente si rivolge al chirurgo plastico con l’intenzione di migliorare il suo aspetto fisico, di aumentare la propria autostima e per sentirsi bene con sé stessa.
Non fa differenza la mastoplastica additiva. Le pazienti che decidono di rifarsi il seno a Como giungono il più delle volte dal chirurgo plastico perché non vedono il loro seno come armonico e proporzionato con il loro corpo.
Altre volte si rivolgono a me perché il loro seno è asimmetrico o si è svuotato dopo la gravidanza.
La mastoplastica additiva è un intervento che ha molteplici indicazioni per differenti situazioni in pazienti di differenti età. Per questo probabilmente è tra gli interventi che eseguo maggiormente.
In questi anni ci sono state alcune innovazioni riguardo questa procedura?
Certamente, l’ultimo decennio è stato pieno di novità per quanto riguarda la mastoplastica additiva.
Prima di tutto, sono state sviluppate tecniche sempre meno traumatiche che permettono di garantire il più delle volte un recupero post-operatorio rapido e con dolore assolutamente trascurabile.
In passato, la tecnica operatoria prevedeva la creazione di uno spazio sotto la ghiandola mammaria, molte volte rompendo le inserzioni tra muscolo e ghiandola con le dita e ottenendo quindi una tasca per la protesi poco precisa, causando perdita di sangue e dolore post-operatorio. Oggi la protesi è inserita la maggior parte delle volte sotto il muscolo nella sua parte superiore e sotto la ghiandola nella parte inferiore.
Per eseguire in maniera ottimale questa tecnica, detta mastoplastica additiva dual plane, è necessario creare una tasca assolutamente precisa tenendo conto delle misure della protesi.
Al giorno d’oggi si cerca di limitare al minimo la perdita di sangue durante l’intervento eseguendo la coagulazione dei vasi sanguigni prima ancora che possano sanguinare.
Questo ci permette di creare uno spazio pulito per accogliere la protesi, il che si traduce in meno complicanze post-operatorie senza contare che in questo modo non è necessario posizionare dei drenaggi.
Ulteriori vantaggi della mastoplastica dual plane sono rappresentati da un risultato più naturale e solitamente più stabile e duraturo nel tempo.
Inoltre, le recenti innovazioni sono state pensate per ridurre le complicanze post-operatorie a breve, medio e lungo termine.
Nella letteratura scientifica sono ormai riconosciuti una serie di diktat da seguire da parte del chirurgo plastico per quanto riguarda la mastoplastica additiva.
Queste indicazioni permettono di ridurre in maniera importante problemi post-operatori che possono compromettere il risultato.
Le principali novità che ho introdotto recentemente nella mia tecnica di mastoplastica additiva sono la ricostruzione del solco inferiore del seno e l’utilizzo del Keller Funnel.
La ricostruzione del solco sottomammario è fondamentale con le protesi di oggi che sono sempre meno ruvide e che quindi tendono a scendere con il passare del tempo.
Personalmente utilizzo una sutura speciale che permette di ricostruire ermeticamente i tessuti dove sono stati distrutti dall’incisione. Questo sostegno permette quindi di evitare che la protesi cambi la sua posizione.
Il Keller Funnel invece è una sorta di imbuto dove viene inserita la protesi al momento del suo inserimento a livello dei tessuti mammari. Questo presidio permette alla protesi di non toccare mai la pelle della paziente, che può essere contaminata da una serie di batteri nonostante sia stata in precedenza disinfettata.
Una minore contaminazione della protesi porta ad una riduzione di complicanze come la contrattura capsulare, ossia una capsula intorno alla protesi che si sente dura e poco deformabile.
Questo dispositivo facilita inoltre moltissimo l’introduzione della protesi permettendo di eseguire una cicatrice più corta (dai 3,5 ai 5cm a seconda del volume della protesi) e di ridurre i traumi sulla protesi durante l’inserimento allungandone quindi la durata negli anni.
Come ogni tecnologia applicata alla chirurgia plastica anche queste due descritte hanno dei costi ma a mio avviso i benefici che apportano con il loro utilizzo valgono ampiamente la spesa.
VIDEO YOUTUBE: https://www.youtube.com/watch?v=9bzN24TcnFw&t
Dottore, ha qualche consiglio per garantire alle sue pazienti un risultato naturale dopo una mastoplastica additiva?
Certamente. Ogni chirurgo plastico dovrebbe eseguire una mastoplastica ricercando un risultato naturale ed armonico per la sua paziente.
Sicuramente la scelta della protesi è fondamentale quando si programma una mastoplastica additiva e si ricerca un risultato non esagerato.
Una protesi troppo grande per il corpo della paziente darà difficilmente un risultato naturale.
Esistono delle strutture anatomiche a livello mammario che devono essere rispettate, prima di tutto per evitare problematiche di spostamento della protesi nel periodo post-operatorio ed, inoltre, per garantire un risultato armonico ed adatto alle misure della paziente.
Personalmente, ritengo che chi cerchi un risultato non troppo appariscente, debba considerare come prima opzione una protesi anatomica, detta anche a goccia, che permette di ottenere una forma del seno più naturale e meno vistosa rispetto ad una protesi tonda che invece è consigliata per chi desidera un maggior volume nella parte alta del seno.
La protesi a goccia possiede un profilo con meno volume nella parte superiore e maggiore nella parte inferiore, esattamente come un seno non rifatto.
Per tutte quelle pazienti che invece ricercano un seno molto naturale, ma comunque pieno nella parte del decolleté, una tecnica recente può fare al caso loro.
La mastoplastica additiva ibrida è l’unione tra una mastoplastica additiva tradizionale con protesi in silicone ed il lipofilling ossia il trasferimento di tessuto adiposo.
Questa tecnica è sicuramente indicata per quelle pazienti che hanno tanto spazio tra i due seni.
Il posizionamento della protesi sicuramente aiuta a ridurre questa distanza ma potrebbe non essere sufficiente per donare un risultato ottimale.
Nella mastoplastica ibrida, la maggior parte del volume è dato naturalmente dalle protesi. Il tessuto adiposo, prelevato con una piccola liposuzione, verrà invece iniettato nella parte più mediale del seno per dare più pienezza alla scollatura che apparirà più piena ed ardita.
Ringraziamo il Dr. Pellegatta per i preziosi consigli. Se interessate ad un intervento di chirurgia estetica potete contattarlo visitando il sito web igorpellegatta.com o contattandolo sulla sua pagina Facebook o Instagram.