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LOCKDOWN COUNTDOWN – 10 Claudia la radiotelevisiva

di Sabrina Sigon

In vigore dal 6 novembre fino al 3 dicembre, il nuovo Dpcm impone una serie di restrizioni necessarie a contenere la pandemia ormai ben nota a tutti. Nella speranza, che è anche una convinzione visti i precedenti risultati, che nelle prossime settimane si possa assistere a un miglioramento della situazione, perché non trascorrere questo nuovo “tempo sospeso” restando in contatto con chi, in diversi settori e professionalità, ha animato o si apprestava a farlo, il tempo della quotidianità fino a ieri condivisa? Nel nostro “conto alla rovescia” vogliamo incontrarci – anche se virtualmente – raccontarci, condividere e occupare questo spazio per viverlo, nonostante le difficoltà, in modi diversi e interessanti, ascoltando insieme opinioni, consigli e curiosità.

Il 10 è il totale dei primi quattro numeri e perciò contiene la globalità dei principi universali. Corrisponde alla Tetraktys pitagorica, che insieme al sette lo considerava il numero più importante, in quanto è formato dalla somma delle prime quattro cifre (1+2+3+4=10), esprime la totalità, il compimento, la realizzazione finale. Il numero 10 è divino poiché perfetto, in quanto riunisce in una nuova unità tutti i principi espressi nei numeri dall’uno al nove.  Per questo motivo il numero 10 è anche denominato Cielo, ad indicare sia la perfezione che il dissolvimento di tutte le cose.

Tutto questo per il fatto che contiene tutte le possibili relazioni numeriche. La comparazione della simbologia numerica e geometrica fa scoprire un’analogia tra il Dieci ed il punto entro il Cerchio.

lockdown countdown

Ma bando alle chiacchiere, che il tempo passa, e cominciamo quindi con la nostra settima ospite che, vista la sua professionalità, potrà darci da subito ottimi consigli.

Claudia Fasola, presentatrice televisiva e radiofonica, ha lavorato con 3B Meteo e attualmente collabora con QVC Italia – emittente nazionale di vendita al pubblico – come ambassador di 4 brand di qualità e zero impatto ecologico. Con lei parliamo di look e abbigliamento, di moda, e ci facciamo dare qualche consiglio per come riorganizzare il guardaroba.

Di cosa parliamo quando parliamo di look

“Si tratta di un argomento molto vasto: sicuramente parliamo anche di come ci piace apparire. Noi donne, ma il discorso riguarda in modo trasversale anche gli uomini, anche se in molti non lo dicono, siamo abituate a fare shopping e acquistare capi accessori e di abbigliamento, ma in realtà nel nostro armadio non manca niente. Anche se la prima frase che ci viene in mente la mattina, quando lo apriamo è: “Non ho niente da mettermi”. Questa affermazione, in realtà, è vera, ma per il fatto che non siamo, in quel momento, predisposte a vestirci con quei capi. Ci piacerebbe forse, in quel momento, vestirci in un altro modo. Come ti accennavo, questo dipende anche molto dagli accessori che abbiamo”.

L’uso dell’accessorio

“Gli accessori che abbiamo fanno la differenza; credimi, non è una frase fatta, sono importantissimi per rinverdire il nostro guardaroba. Infatti, spesso, a noi non serve niente di nuovo, perché abbiamo già tutto a portata di mano. Basta saper miscelare in modo corretto e, perché no, anche un po’ bizzarro, a seconda di come ci sentiamo al mattino”. 

Fisico, abbigliamento, modo di apparire: il look è l’espressione esteriore di come siamo?

“Il look è l’espressione di quello che siamo noi o di come, in quel momento, vogliamo apparire. Ci sono molte persone che hanno dei look ben marcati, riconoscibili. Talvolta si rifanno a una moda anni ’70, oppure andando anche più indietro, o anche riferendosi al Punk che, sempre negli anni ’70, esplodeva a Londra. Quindi stili molto riconoscibili. Ci sono, invece, altre persone che hanno un abbigliamento più attuale, con la moda che vediamo adesso sulle passerelle. Il look è qualcosa che ha sempre una componente soggettiva ma che si riferisce a parametri esterni, attuali e non”.

Un capo che, adesso, va per la maggiore

“In questo periodo il cappotto a vestaglia, color champagne o quei colori che richiamano la terra, magari leggermente polverosi, c’è un azzurro bellissimo. Ecco che ci riferiamo a questi diktat che dà la moda. Ma poi è anche vero che ognuno di noi ci si deve ritrovare. Diventa una questione emotiva che, addirittura, può cambiare anche all’interno della stessa giornata, anche a seconda dell’umore o di quello che faremo. Noi riflettiamo quello che ci mettiamo”.

L’abbigliamento della sera

“Attorno alla sera c’è una magia particolare. Si tende a sognare, la sera ha quell’aura speciale che ci viene regalata dalle luci della città. Como, la nostra città, ha degli scenari davvero splendidi”.

Rispetto all’età, come si deve evolvere l’abbigliamento per rispecchiare quello che desideriamo essere, la moda del momento, ma anche il proprio cambiamento

“Partendo dal presupposto che ognuno si può vestire come vuole a qualsiasi età, dobbiamo sempre cercare di rispettarci. Non bisogna mai rinunciare alla propria femminilità e sensualità, senza essere, però, troppo appariscenti ma senza rinunciare all’ammirazione nello sguardo di chi ti sta guardando. La cosa importante, che tengo a sottolineare, è il non scadere mai nella volgarità. Possiamo giocare con le trasparenze, perché no, e quindi non rinunciare al nostro essere donna”.

Sempre a proposito del tempo che passa, una domanda che riguarda il guardaroba: come riorganizzarlo?

“In questo caso adotto un metodo: se un capo non lo metto da due o tre anni, vuol dire che non lo metterò più, vuol dire che ha fatto il suo tempo. Soprattutto in inverno, più che in estate, proprio perché l’inverno è lungo, se lo usiamo una sola volta dobbiamo pensare che quel capo non ci appartenga più. Di solito mi trovo con qualche amica, riempio un sacchettone, e loro fanno la stessa cosa. Diventa così un mercatino di scambio casalingo; una cosa molto divertente. Il capo potrà così rivivere, indossato da una tua amica, alla quale probabilmente starà meglio che a te. Tutto questo è molto terapeutico: perché facciamo rivivere qualcosa di nostro indossato da un’altra persona, siamo contenti perché quel capo non l’abbiamo buttato via, e la nostra amica sarà contenta perché avrà un capo nuovo nel suo armadio”.

Apparire: quali sono gli elementi che, nella tua attività, tendi a privilegiare quando ti proponi agli altri

“Avendo a che fare soprattutto con brand di un certo livello, made in Italy, made in Spain, 100% vera pelle, mi vesto sempre in maniera elegante e sobria; magari giocando con qualche trasparenza ma sempre in maniera rigorosa, mai volgare. Un tubino, uno spacco accennato, è sensuale, non rinuncio alla mia femminilità senza mai eccedere perché sto lavorando. Sempre in ordine, sempre curata, ma questo non vuol dire essere superficiale perché vuoi apparire. Si tratta del rispetto per quello che stai facendo ed è rispetto per la telespettatrice che è a casa e che, in me, si identica. Le donne che seguono da casa si vogliono identificare con te che stai proponendo alcuni prodotti, quindi quei prodotti devono essere trasversali e utilizzabili da tutte le donne che ti stanno seguendo”.

Il tema dell’autenticità

“Anche se non è sempre facile, lavorando in televisione, cerco di essere il più spontanea possibile, non costruita. Io sono quello che una persona vede da casa: solare e sorridente. Ognuno di noi poi ha i suoi problemi, per carità, ma è chiaro che quando si accendono i riflettori i problemi si accantonano. Ma io sono sorridente anche fuori dal set e, specialmente, non propongo mai prodotti nei quali non credo”.

Essere noi stesse nonostante la società ti voglia incasellare, una frase che hai condiviso sul tuo profilo – clafaso – di Instagram

“Per questo post ho preso ispirazione da una foto di Vanessa Incontrada che Vogue ha pubblicato poco tempo fa. Un post dedicato a noi donne. Sono dell’opinione che le donne devono supportare le donne. La società, ancora oggi, nonostante moltissimi passi in avanti e nonostante molte donne in gamba ricoprano dei ruoli di rilievo che, spesso, erano ricoperti da uomini, è ancora maschilista. Questa società ci vuole ancora incasellare in ruoli che non ci appartengono più, giudicandoci come mamme, come donne, come compagne o come mogli. Noi siamo ciò che siamo, siamo anche tantissimo altro. Siamo donne e siamo in gamba. Io faccio parte di quella categoria di donne che sostengono le donne”.

 

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