L’istinto di raccontare, raccontato da Giorgia Colucci

25 novembre 2020 | 13:25
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L’istinto di raccontare, raccontato da Giorgia Colucci

Martina Toppi conduce per il terzo anno la rubrica di creatività giovanile “Le api dell’invisibile”

Raccontare storie è un mestiere stravagante: non si esaurisce mai e assume maschere ogni giorno diverse. Chi vuole averci a che fare deve imparare a indossare i giusti abiti di scena per ogni occasione, riuscendo a trasmettere con le parole stralci di vita. Giorgia Colucci, protagonista di questa puntata de Le Api dell’Invisibile, podcast dedicato ai giovani creativi under 30, di parole è una vera maestra. Lei intende le parole proprio come facevano i sofisti, gli antichi maestri greci della parola, nella loro definizione “un grande sovrano che in corpo minuscolo compie imprese divine”.

Le imprese compiute dalle parole di Giorgia spaziano dalla poesia alla musica, alla radio, fino al giornalismo. Nel 2019 infatti ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie “Vorrei mettere il mondo in carta” per I Quaderni del Bardo. In queste pagine, la poetessa, classe 1998 e di Vedano Olona, in provincia di Varese, racconta le storie di quei rapporti difficili che si instaurano tra generazioni diverse e che spesso si giocano in sfide di odio e amore, morte e vita. Ma la poesia parla a tutti e stempera gli spigoli dei nostri incontri con le rime, porte aperte al passaggio da un verso all’altro, ma anche da una persona all’altra. “Cerco rime/ per sfuggire / alla banalità / (e nulla è più banale che dirlo)” spiega Giorgia nel verso di apertura di questa raccolta. Il suono, sulla cui base siamo spinti a scrivere parole in rima, per lei non è certo qualcosa da dimenticare, né in poesia, né in altri ambiti. Da ormai tre anni infatti è a sua volta autrice e speaker di un programma radiofonico per Radio Iulm: ‘Gonna Rock Iulm Out, in diretta dalle 20 alle 21 su www.radioiulm.it e sempre disponibile in podcast sullo stesso sito. In questo programma cerca di raccontare le storie universali dietro a canzoni in cui un singolo artista prova a dare voce al proprio mondo. A proposito di musica, nella puntata di oggi ci lascia anche un consiglio prezioso, per scoprire in una cover poco conosciuta la ri-narrazione di una canzone che ha segnato la storia del rock. Per scoprirla non dovete far altro che ascoltare questo podcast. Con Giorgia si possono toccare davvero tutte le aree “geografiche” con cui la parola racconta il nostro mondo.

Europhonica, format internazionale delle radio universitarie europee, è l’altro progetto radiofonico di cui fa parte.  L’idea alle spalle di Europhonica è quella di diffondere tra i giovani la conoscenza di notizie relative alle istituzioni europee. Un argomento solo in apparenza noioso, perché grazie a chi sa usare bene le parole, come Giorgia e gli altri ragazzi di Europhonica, anche argomenti come questi possono diventare non solo interessanti, ma anzi essenziali allo sviluppo di una cittadinanza formata da giovani europei. E se pensate che i fili con cui Giorgia intesse le sue storie siano finiti qui vi sbagliate di grosso. Appassionata di cinema, recensisce pellicole cinematografiche per Recencinema mentre per Sprint & Sport si occupa di raccontare le avventure sportive di giovani e giovanissimi come si fa per le serie A.

Quindi, tirando le fila di questa narrazione composita ma coerente che è Giorgia, una cosa appare chiara: quando raccontiamo le storie lo facciamo per istinto. Sì, proprio così: per istinto. Quello più naturale possibile, ovvero quello alla vita. Con le storie possiamo vivere una, cento e mille vite possibili e nel frattempo allenarci per l’unica reale. Unica, ma così complessa, da meritare cento e mille narrazioni. Se avete dubbi, lasciatevi convincere dalle storie di Giorgia che potete ascoltare cliccando qui sotto.

Vorrei mettere il mondo in carta

 Vorrei

mettere il mondo

in carta

e senza bianchi

di mie parole

esser la sarta.

Vorrei cantare

rime musicali

laggiù nel tetro,

la loro luce

come fanali.

Vorrei gettare

strali inquieti

col loro ritmo

Vibrino i cuori

dei poeti.

Vorrei mettere

in carta il mondo,

e appiccar fiamme

al suo malessere rotondo.

Vorrei,

ma resta questa

carta morta

nelle mie ansie

aspettative

ormai ritorta.

Cerco rime

per sfuggire

alla banalità

(e nulla è più banale che dirlo)

per tirar fuori

dai gorghi impuri

i miei tremori. (Giorgia Colucci)

A cura di Martina Toppi

podcast api dell'invisibile

Questa è una rubrica dedicata a tutti coloro che scrivono, in particolare poesie. Se  volete venire a raccontarmi il vostro progetto, la vostra scrittura e le vostre parole, scrivete a martinatoppi43@gmail.com: “Le api dell’invisibile” vi aspettano!

«…il nostro compito è quello di compenetrarci così profondamente, così dolorosamente e appassionatamente con questa terra provvisoria e precaria, che la sua essenza rinasca invisibilmente in noi. Noi siamo le api dell’invisibile. Noi raccogliamo incessantemente il miele del visibile per accumularlo nel grande alveare d’oro dell’Invisibile.»  R. M. Rilke