Vincenzo Vicari nasce il 19 aprile 1911 a Lugano. Nella casa di famiglia in Viale Carlo Cattaneo 9, proprio in quegli anni, si susseguono ben quattro studi fotografici: l’atelier Elios di Alois G. Grill (1910-11), lo studio dei fratelli Arnaboldi (1911-15), Fotografia Iris di Fausto Bernasconi (1915-20) e infine lo studio di Otto Albeck e Herbert Rüedi. Vicari cresce dunque accanto ai fotografi e sviluppa una certa familiarità con il mondo della fotografia. Da Frieda Rüedi, moglie di Herbert, nel 1936 Vicari rileva lo studio fotografico dove aveva svolto il periodo di apprendistato, prima di perfezionarsi a Interlaken (da Josef Stump), a Zurigo (da Ernst Gugger) e a Locarno, dove lavora tre anni per la Photo-House Steinemann. Ottenuto il diploma di maestro fotografo al Politecnico federale di Zurigo nel 1939, entra in servizio attivo come sergente fotografo nella Compagnia aviazione 10. Durante la guerra scatta le prime vedute aeree di Lugano e gira numerosi film documentaristici che hanno ottenuto diversi premi. Insegnante alla scuola per apprendisti fotografi di Trevano tra il 1945 e il 1962, allo storico studio di Viale Carlo Cattaneo, nel 1954 ne affianca un secondo in Via Massimiliano Magatti, dotato dal 1958 di un reparto di ottica. Nel 1978 apre un ulteriore negozio di fotografia e ottica presso l’autosilo di Via Serafino Balestra. Nove anni dopo, nel 1987, cessa ufficialmente l’attività fotografica.
Fotografie dal Ticino nella mostra dedicata a Vincenzo Vicari



Ultimo mese per visitare la mostra monografica dedicata al fotografo ticinese Vincenzo Vicari, attivo a Lugano dal 1936 al 1987, allestita al MASI Lugano nella sede di Palazzo Reali (via Canova,10). Il percorso espositivo procede in ordine cronologico presentando un’accurata selezione di stampe originali e riproduzioni da negativi per un totale di oltre 100 scatti in bianco e nero e a colori che documentano la trasformazione del territorio ticinese e dei suoi abitanti negli anni di passaggio dal mondo ancora fortemente rurale del primo dopoguerra al Ticino urbanizzato degli anni ottanta.
Vicari legge e documenta il Ticino senza censure: dai soggetti “da cartolina” a quelli più inaspettati il suo sguardo non è né celebrativo né estetizzante, ma documenta con sicurezza la realtà che lo circonda, a volte con lieve ironia. Se il Ticino di Vicari non è quello idilliaco ricercato da letterati quali Francesco Chiesa, Guido Calgari e Giuseppe Zoppi, o quello dell’ideologia della Difesa spirituale e della propaganda turistica, non è nemmeno unicamente il Ticino del progresso tecnico e del successo economico ad ogni costo.

L’importanza dell’opera di Vicari risiede proprio nella sua capacità di restituire e sintetizzare in maniera mai banale la complessità di un territorio alla ricerca della sua identità. La mostra si inserisce in un progetto di valorizzazione più ampio coordinato dalla Divisione cultura della Città di Lugano e curato da Damiano Robbiani, coinvolgendo diverse istituzioni nelle loro sedi – tra queste il MASI.
La mostra “Vincenzo Vicari Fotografo – Il Ticino che cambia” è accompagnato da un volume monografico dal titolo Vincenzo Vicari fotografo. Il Ticino che cambia, pubblicato in coedizione con le Edizioni Casagrande di Bellinzona e con la casa editrice zurighese Scheidegger&Spiess. Il catalogo, a cura di Damiano Robbiani, include saggi di Antonio Mariotti, Damiano Robbiani, Gianmarco Talamona e Nelly Valsangiacomo.
VINCENZO VICARI FOTOGRAFO
Il Ticino che cambia
29.08.2020–10.01.2021
MASI Palazzo Reali
via Canova 10, Lugano
orari:
Ma / Me / Ve: 10:00 – 17:00
Gi: 10:00 – 20:00
Sa / Do / Festivi: 10:00 – 18:00
Lunedì chiuso- Intero: CHF 8.–/Ridotto: CHF 6.–

