INCONTRI: raccontando Settembre Classico con il Maestro Stefano Nigro
di Sabrina Sigon
Settembre Classico è un Festival nato come rassegna annuale di concerti sotto la direzione artistica della pianista Noemi Serrano e che, cominciata la seconda edizione il 5 settembre scorso con il concerto “Il mio primo Mozart”, nel parco di Villa Imbonati a Cavallasca, a metà programmazione ha dovuto interrompere, per i noti motivi, i suoi concerti. Oggi abbiamo il piacere di fare il punto della situazione con il Direttore d’Orchestra del FestivalStefano Nigro, che ci racconta come, nonostante le difficoltà e l’incertezza rispetto le date dei prossimi appuntamenti, Settembre Classico voglia essere vicino, con nuove modalità, al suo pubblico.
Stefano, il bilancio di un’avventura nata da appena due anni
“Settembre Classico, nel settembre 2020, ha realizzato la sua seconda edizione, quindi si tratta di un Festival molto giovane che, di fatto, ha soltanto due anni pieni di attività. Il tutto passando pure per una pandemia. Nonostante questo Settembre Classico si è contraddistinto per un grande successo di pubblico, e lo dimostra tutta la rassegna dei concerti fino all’ultimo a Villa Erba – Mozart a Salisburgo. Insomma, tutti questi eventi hanno registrato un successo di pubblico davvero importante, che ha stupito noi per primi per essere riusciti a realizzare qualcosa di così importante in così poco tempo”.
Il sold out del concerto di Villa Erba
“Quasi trecento persone di pubblico e posso dirti che, come direttore d’orchestra – come sai un direttore d’orchestra non guarda mai il pubblico perché dà le spalle – a fine concerto voltarsi e vedere una sala gremita in quel modo, tutte le persone riunite insieme ad ascoltare musica, fa un certo effetto e inorgoglisce. Credo sia la testimonianza di un buon lavoro che, spero, stiamo facendo”.
Il 29 novembre scorso avrebbe dovuto esserci il concerto di Beethoven
“Infatti. Avremmo dovuto esibirci con Buon Compleanno Beethoven, il concerto che avevamo ideato e progettato per celebrare i 250 anni dalla nascita del compositore, che ricorrono il 16 dicembre”.
Quindi, in previsione di questa ricorrenza, avete organizzato in modalità online gli appuntamenti di “Raccontando”, un format di incontri preparatori ai concerti, con la collaborazione del giornalista Stefano Lamon
“Come sai, quest’anno Settembre Classico ha, nella sua proposta, anche degli appuntamenti divulgativi che chiamati “Raccontando Settembre Classico”, che abbiamo la fortuna di poter realizzare nella splendida biblioteca del Ronco dell’Abate; si tratta di un incontro precedente a quasi ogni concerto durante il quale, in modo un po’ informale, ci piace coinvolgere il nostro pubblico parlando dell’idea artistica che sta dietro al programma che scegliamo, la ragione per cui abbiamo scelto le composizioni che andremo poi a eseguire, e ci piace anche aprirci eventualmente a domande che il pubblico può fare. Tutto questo per rompere qualsiasi forma di distanza fra noi, gli artisti, e chi viene ad ascoltare il concerto.
In questo senso, siccome ora purtroppo non possiamo essere sul palco, abbiamo deciso di continuare il nostro impegno divulgativo dei Raccontando online. Sulla nostra pagina Instagram si possono trovare i video che stiamo caricando, dedicati alla presentazione del programma di Buon Compleanno Beethoven”.
La composizione di questo programma
“Il programma prevede l’Ouverture Coriolano, il Concerto per pianoforte e orchestra n. 4, e la Settima Sinfonia. Il video su Coriolano si può già trovare, il video sul Concerto n. 4 sarà fatto da Noemi e verrà pubblicato domenica prossima, mentre il 16 dicembre – data ufficiale del compleanno di Beethoven – verrà pubblicato l’ultimo video sulla Settima Sinfonia.
Al termine di questi tre video stiamo cercando di organizzare un gran finale nel quale sarà possibile domandarci qualsiasi curiosità, e saremo pronti a rispondere in video, per soddisfare le richieste del nostro pubblico”.
La bellezza del Coriolano
“Un brano caratterizzato da una tensione ritmica costante. La storia è quella di un politico e valoroso generale romano, membro dell’antica Gens Marcia, al tempo delle guerre contro i Volsci. Accusato ingiustamente di tradimento ed esiliato, egli si pose a capo dei Volsci, deciso a guidarli contro Roma. Immagina di sentire una canzone che ha otto minuti di batteria; l’elemento ritmico incalza senza mai tirarsi indietro. In una composizione così lunga, martellare ritmicamente in quel modo senza risultare pedante è davvero difficile. Beethoven, però, che è un genio, usa tutti gli espedienti che può usare: contrasti dinamici all’interno dell’orchestra, il suono di un solo strumento in pianissimo e poi delle esplosioni di tutta l’orchestra in fortissimo; l’elemento ritmico c’è sempre. Gioca molto fra ritmo e dinamica, la dinamica sarebbe piano – forte – fortissimo – pianissimo, per non risultare mai noioso, ripetitivo. Il risultato è un mix dal ritmo incalzante e una dinamica che cambia, in modo da creare un elemento di varietà su una struttura molto forte”.
Il tema di Volumnia, quello dei violoncelli
“Il tema di Volumnia – moglie di Coriolano che tenta di dissuadere il marito dai suoi propositi bellici – è il tema più lirico; sotto ci sono i violoncelli che danno un impulso ritmico che manovra sullo sfondo anche se, in primo piano, c’è un tema cantabile, una melodia sempre intervallata da piccole scosse dell’orchestra in “fortissimo”, come se la rabbia sottostante di Coriolano venisse fuori. Nel finale di Colin, quello che facciamo noi, Coriolano si suicida. Ma c’è un secondo finale, quello di Shakespeare, in cui l’uomo viene ucciso”.
Come mai la scelta di questa Ouverture
“Nel programmare questo appuntamento avevamo immaginato di fare un percorso. Partire da qualcosa di drammatico – il Coriolano – che ha questa tensione interna, poi passare al Quarto Concerto in cui troviamo un Beethoven quasi religioso, spirituale, elevato, con cui trovare, nella sua poesia, un senso di spiritualità interiore, per risolvere il dramma al suo interno. Poi il finale, la Settima Sinfonia, che è la sinfonia della danza. Qui troviamo il Beethoven gioioso, estatico, ma di un’estasi fisica. Qui gli uomini trovano la manifestazione della gioia, si impossessano di questo sentimento. Anche in questo caso, però – e questo è un must nella dialettica di questo compositore – non senza passare attraverso un momento di sofferenza molto grande, che, con lui, troviamo sempre nei secondi movimenti. Qui, nel suo “Allegretto”, si sprofonda nel dolore perché la gioia è sempre conquistata passando dal dolore”.
L’innovazione di Beethoven come musicista
“Prima di lui il musicista era dipendente dalla corte. La creatività, nei musicisti e compositori che l’avevano preceduto, doveva soddisfare il principe o la corte che li ospitava. Beethoven, invece, rivendica l’indipendenza dell’artista, che vuole dare libero sfogo a idee e creatività, senza sottostare alla volontà altrui. Deve essere libero di manifestare sé stesso. Ti leggo una frase dove discute con il principe Lichnowsky, il quale gli chiedeva di esibirsi per un gruppo di diplomatici francesi che erano andati a trovarlo: Principe, ciò che siete lo siete in occasione della nascita. Ciò che sono, lo sono per me. Principi ce n’è e ce ne saranno ancora a migliaia, di Beethoven ce n’è soltanto uno”.
Un musicista a cavallo tra classicismo e romanticismo
“Beethoven conclude, di fatto, il periodo del classicismo, del quale è l’ultimo esponente. Però, all’interno della sua poetica, incamera elementi che diventeranno poi la base del secolo seguente, l’800, che ritroviamo nel Beethoven eroico. Il tema dell’uomo in lotta con il destino, dell’uomo che, nonostante le avversità che incontra sulla sua strada, riesce a compiere il dualismo uomo-natura. Una cosa che sente molto dentro di sé e, nella sua esperienza personale. Sostanzialmente dal 1800, quindi, da quando ha trent’anni, fino alla fine della sua vita, nel 1827, dovrà convivere con la sordità. Ma, nonostante questo impedimento, riuscirà comunque ad essere l’artista che è stato, non accettando quello che sembrerebbe essere il destino segnato, e la scelta è sempre quella di lottare. Questa è una posizione che, concettualmente, va oltre i limiti del classicismo. Però, stilisticamente, Beethoven rimane legato al classicismo. Ci sono dei concetti, nella sua musica, che lui non perderà mai, per esempio la forma che è, di tutti i concetti estetici del classicismo, quello più importante”.
In attesa di ascoltare i vostri concerti
“Spero di indossare prima possibile il vestito che vedi dietro di me. Per ogni artista stare lontano dalla musica viva del palcoscenico e dal contatto col pubblico non è facile. Dobbiamo tenere duro per questo periodo e torneremo più forti di prima. Il concerto Buon Compleanno Beethoven è stato riprogrammato, a data ancora da definirsi, per la prossima primavera, nel Parco di Villa Imbonati, a Cavallasca – San fermo della Battaglia. Sicuramente lo faremo, dobbiamo solo capire, con l’evoluzione degli eventi, quando sarà possibile. In questo Parco, il 5 settembre scorso, ha avuto inizio il tutto, con il concerto “Il mio primo Mozart”. Anche in quella occasione, oltre 250 persone, in un caldo pomeriggio di fine estate. È stato davvero un bellissimo concerto”.
C’è questa parabola, spesso, in Beethoven – conclude il Direttore d’Orchestra Stefano Nigro – la gioia è sempre conquistata attraverso un’esperienza di dolore. C’è un inizio positivo, poi si sprofonda nel dolore e, dopo, da questo dolore si riesce a riemergere ancora più consapevoli della propria vitalità e della propria gioia. Una parabola, questa, che ben si adatta anche alla nostra situazione e deve ispirarci in un momento come quello che stiamo vivendo.
