“Rigore e psiche”, Roberto Borghi racconta la mostra di Piero Campanini e Stefano Paulon

20 dicembre 2020 | 15:40
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Anno infausto anche per le mostre d’arte, qualche inaugurazione sfruttando i pochi spazi possibili tra le continue “saracinesche” governative. The Art Company di Como, associazione che si è sempre contraddistinta per la grande vitalità, aveva un palinsesto di eventi ben organizzato per tutto l’anno, ma solo pochi appuntamenti hanno animato la sede espositiva di via Borgovivo. L’ultimo è “Rigore e Psiche”, la mostra degli artisti Stefano Paulon Piero Campanini, inaugurata a metà ottobre ed è ancora in essere.

Il concetto alla base di “Rigore e Psiche” è basato sull’incontro e il confronto tra le produzioni artistiche di Campanini e Paulon le cui opere dialogano all’interno di un allestimento armonico e studiato per mettere in risalto analogie e legami, richiami solo a prima vista nascosti. Le ricerche artistiche di entrambi gli artisti prende consistenza e si materializza in due percorsi distinti
e complementari: l’equilibrio tra le forme e i colori, il rapporto fra pieni e vuoti, la presenza esibita o simbolica della componente umana. I due artisti realizzano composizioni eleganti e sorprendenti, che rimandano a un universo ideale non riconducibile a parametri spaziotemporali.

Il critico d’arte Roberto Borghi fa da cicerone alla mostra “Rigore e psiche”

rge art company rigore e psiche

Piero Campanini percorre due strade espressive parallele: il disegno e la scrittura. Attività distinte ma connesse
tra loro in un’alternanza continua di evocazioni: le relazioni e la solitudine, l’amore e l’abbandono, la trasformazione
e il ricordo. Le sue visioni si materializzano attraverso una tecnica mista che unisce elaborazioni digitali e tecniche
più tradizionali su tela e carta. Ha esposto nel 2015 alla Galleria Bongiovanni di Bologna nel corso della Giornata
del Contemporaneo e all’Antica Focacceria San Francesco a Milano. Nella serie più recente delle sue opere,
Campanini ci illustra un mondo in equilibrio tra il surreale e l’onirico, dove un’enigmatica figura femminile
convive con elementi aurei essenziali e statici. Una ricerca di armonia e di relazione tra solidi immobili e una
figura plastica e misteriosa, che ci fa intravvedere una nuova dimensione.

Stefano Paulon è artista, autore, designer e collezionista. Di formazione tecnica ed esperienze professionali in
ambito industriale e marketing, in campo artistico si dedica inizialmente al disegno al tratto, allo studio della figura
umana e allo svolgimento di strutture geometriche complesse. Successivamente, la sua attenzione si sposta verso il
progetto di complementi d’arredo e all’elaborazione di concept nel settore illuminotecnico e architettonico.
Recentemente, conducendo un’intima ricerca relativa allo spazio, la superficie, la forma e facendo ricorso ad un
personale vocabolario minimalista, il suo linguaggio espressivo approda al trattamento e alla modellazione delle
superfici, alle composizioni tridimensionali e alle installazioni. All’inizio del 2019 ha iniziato la raccolta, la
configurazione e la catalogazione di tutta la documentazione e di tutto il materiale che costituisce il suo impegno.