Da Hans Josephsohn a Hodler-Segantini-Giacometti, ecco undici mostre allestite dal MASI da visitare da casa




Il MASI, Museo d’arte della Svizzera italiana, di Lugano, ha capitalizzato le ultime mostre raccogliendole nel Digital Museum che rappresenta la nuova proposta dell’istituzione museale ticinese. Un bel modo di ribaltare una situazione inusuale come la mancanza di pubblico reale, per avvicinare la proposta espositiva ad un pubblico virtuale molto più vasto raggiungibile online.
Sono ben undici i percorsi che si possono seguire accedendo gratuitamente al sito web del MASI: la ticinese Marta Margnetti con la mostra “…e improvvisamente scossa da una forza”, tutt’ora in corso a Palazzo Reali, presenta la sua filosofia artistica attraverso l’appropriazione, la scultura, le tecniche di stampa e le performance. I suoi lavori – che hanno spesso una relazione poliedrica con l’architettura circostante con cui entrano in dialogo – sono caratterizzati dalla presenza di elementi modulari affini al Minimalismo. Anche le opere di Hans Josephsohn, uno dei principali scultori della seconda metà del XX secolo, sono esposte al MASI in occasione del centenario della sua nascita. La selezione di opere in ottone realizzate tra il 1950 e il 2006, senza avere la pretesa di ripercorrere retrospettivamente l’intera carriera dello scultore, ben esemplificano la centralità della figura umana nella ricerca artistica di Josephsohn e documentano tutte le tipologie in cui lo stesso artista catalogò il suo lavoro: figure in piedi, sedute, distese, mezze figure e rilievi. In punta di mouse si può visitare anche PAM Paolo Mazzuchelli. Tra le ciglia che in 100 opere di grande formato affronta le varie fasi della carriera di Paolo Mazzucchelli, uno tra gli artisti ticinesi più rappresentativi della generazione nata negli anni cinquanta.

“Il Ticino che cambia” è appena terminata a Palazzo Reali, macontinua online. La mostra monografica dedicata al fotografo ticinese Vincenzo Vicari, attivo a Lugano dal 1936 al 1987, è un percorso espositivo di impostazione cronologica che presenta un’accurata selezione di stampe originali e riproduzioni da negativi per un totale di oltre 100 scatti in bianco e nero e a colori che documentano la trasformazione del territorio ticinese e dei suoi abitanti negli anni di passaggio dal mondo ancora fortemente rurale del primo dopoguerra al Ticino urbanizzato degli anni ottanta. Fotografie anche per “SHUNK-KENDERL’arte attraverso l’obiettivo (1957-1983)” dei fotografi Harry Shunk e János Kender che, attraverso i loro lavori, restituiscono un’inestimabile testimonianza del mondo dell’arte d’avanguardia e dei suoi più celebri rappresentanti: Andy Warhol, Christo e Jeanne-Claude, Yves Klein, Daniel Spoerri, Niki de Saint Phalle e Jean Tinguely, immortalati a Parigi e New York. Il percorso espositivo si compone di 450 scatti e documenti originali, selezionati tra i più di 10’000 donati dalla Roy Lichtenstein Foundation nel 2014 e conservati presso la Biblioteca Kandinskij di Parigi.

Fanno parte del Digital Museum anche “PALAZZO REALI Una nuova sede per il MASI” che fu la prima esposizione alla riapertura dopo tre anni di lavori della sede espositiva luganese e la collettiva “Surrealismo Svizzera”, la mostra “GERTSCH–GAUGUIN–MUNCH Cut in Wood” allestita dallo stesso artista Franz Gertsch e “JULIAN CHARRIÈRE Towards No Earthly Pole” concepita come un diorama. Intorno alla proiezione centrale, Charrière ha realizzato un’installazione ambientale, trasformando l’intero spazio espositivo in uno scenario che riecheggia i principali soggetti e le tematiche dell’opera video. L’intento dell’artista è quello di amplificare la visita dello spettatore con un’esperienza sensoriale, grazie anche a luci e suoni, e rendere più intensa la relazione tra l’osservatore e il paesaggio rappresentato.
Risale al 2019 “HODLER–SEGANTINI–GIACOMETTI Capolavori della Fondazione Gottfried Keller” che offre l’opportunità di poter vedere riuniti, per la prima volta dopo 50 anni, alcuni dei più importanti capolavori della Fondazione. Il percorso espositivo intende ripercorrere le tappe salienti della storia dell’arte svizzera degli ultimi due secoli con molti artisti esposti, oltre ai tre citati nel titolo Albert Welti, Félix Vallotton, Max Buri, Cuno Amiet, Alice Bailly, Réne Auberjonois, Adolf Dietrich, Otto Meyer-Amden.

Da non perdere è anche “SUBLIME Luce e paesaggio intorno a Giovanni Segantini” che prende spunto dal Trittico della natura di Giovanni Segantini che per l’occasione ha lasciato eccezionalmente la sua usuale sede di St. Moritz per la seconda volta in 100 anni. Partendo da una riflessione sul concetto di ciò che artisticamente si può definire Sublime, la mostra presenta l’evoluzione della pittura di paesaggio. Una declinazione del “sentimento della montagna” che porta gli artisti esposti a rileggere, ognuno in maniera personale, il paesaggio alpino e la realtà che lo circonda. Questo si trasforma in simbolo romantico nelle pennellate di Turner e Calame; diventa ricerca cromatica nei dipinti di Boccioni, Giacometti e Dudreville; si eleva a simbolo identitario negli scorci di Franzoni, Rossi e Foglia, fino a diventare documento storico negli scatti di Donetta.
Infine il Digital Museum del MASI ripropone “WILLIAM WEGMAN Being Human” mostra nella quale l’eclettico maestro dell’arte contemporanea americana capace di destreggiarsi abilmente tra pittura, disegno, fotografia, film, video, libri e performance, propone 90 Polaroid e una decina di stampe ai pigmenti suddivise in capitoli, ognuno dei quali raccoglie opere di soggetti affini o collegate da allusioni visive analoghe . William Wegman è diventato noto nel panorama artistico mondiale per le serie di immagini con protagonisti i suoi cani.