Le api dell'invisibile

Creatività

Una betulla cantastorie: il progetto culturale La Beula

Martina Toppi conduce per il terzo anno la rubrica di creatività giovanile "Le api dell'invisibile"

le api dell'invisibile

Un sottobosco di cultura e idee si agita nel territorio della Brianza lariana, a volte lasciato in ombra dagli alberi più alti, ma comunque effervescente e denso di vita. È a queste realtà che pensa La Beula fin da quando è nata, nel 2017, come magazine incentrato sulle persone. Da allora molte cose sono cambiate, ma non quell’intento originario di farsi connettore di idee e bacino di narrazioni personali. La Beula, che in dialetto brianzolo significa betulla, affonda infatti le proprie radici nel territorio, lavorando e sommuovendo il terreno per riportare alla luce tutto il bello che a volte rischia di passare inosservato. Molto è cambiato, appunto, come raccontano Giulia Guanella e Igor Agnesi, responsabili del progetto editoriale e ospiti di questa nuova puntata de Le Api dell’Invisibile. I cambiamenti sono avvenuti soprattutto dopo la vincita del bando Youthbank, finanziato da Fondazione Cariplo, per le iniziative e i progetti realizzati da under 25: è lì che La Beula inizia ad avere una chioma sempre più ampia, capace di raccogliere al proprio riparo sempre più idee e storie. Dal 2019 La Beula è infatti un’associazione culturale non a scopo di lucro, realizzata con il sostegno di Fondazione Comasca Onlus. Un’associazione culturale di cui si occupano, oltre a Igor e Giulia, molti altri. Un magazine, un’associazione e poi anche un sito (www.labeula.com) dove si pubblica con maggiore frequenza rispetto a quella dell’uscita di un magazine cartaceo, ma sempre con quelle caratteristiche che per il team della Beula sono imprescindibili: una narrazione attenta ai dettagli, vivace, fresca, fatta sul posto, di fronte alle persone e a contatto con la realtà raccontata, arricchita da una grafica incredibile e dalle fotografie, realizzate perlopiù da Riccardo Pontiggia, fotografie capaci di cogliere la vita in un fermo immagine. “Quello che cerchiamo di fare è un ritratto a capitoli delle realtà culturali e sociali presenti sul territorio.” spiega Igor, “Dico un ritratto anche perché nella nostra narrazione la componente visuale è molto importante.” Componente visuale, ma anche penne riconoscibili quelle che scrivono per La Beula, quasi un’estensione delle persone che del team fanno parte: “come ci importano le persone di cui parliamo, allo stesso modo ci importa chi sta dall’altra parte delle storie, chi le scrive” sintetizza Giulia. Il loro è un team variegato infatti, di cui si può entrare a far parte a patto di accettare l’invito de La Beula a guardare il mondo con attenzione e pazienza, cercando di cogliere di ogni storia l’umanità profonda, che ha bisogno di tempo per svelarsi ed essere raccontata.

le api dell'invisibile

È un giornalismo lento insomma quello in cui credono i ragazzi de La Beula: a loro in fondo non importa la news dell’ultimo minuto, ma la tradizione degli ultimi decenni, le storie che formano un territorio e una comunità e senza le quali nessuno di noi, brianzoli, comaschi e via dicendo, sarebbe quello che è. Proprio di tradizioni si occuperà infatti questo team di giovani intraprendenti con un progetto editoriale che vedrà la luce nei prossimi mesi: una collana di libretti cartacei di contenuto narrativo, all’interno dei quali verranno riproposte, riscritte e illustrate leggende brianzole, che i ragazzi de La Beula hanno scovato in libroni polverosi dai più dimenticati. Alle leggende del territorio si aggiunge la passione di chi le sta recuperando, con l’idea di lavorare su un bacino di materiale narrativo del passato per riscoprirlo e ammodernarlo, aggiungendo il proprio contributo. Il primo gruppo di cinque leggende sarà pubblicato a breve, quindi seguite i lavori in corso de La Beula tenendo d’occhio il loro sito e i canali social Instagram e Facebook. Ma per una piccola sbirciatina alla prima di queste leggende, vi basta cliccare qui, dove potete già leggere la leggenda “Quando i pesci volavano” pubblicata sul sito la notte di Natale. La passione per il cartaceo in realtà è cara da sempre ai ragazzi de La Beula che infatti fin dall’inizio hanno voluto realizzare questo magazine fisicamente, con un Numero 0 e un Numero 1 di cui potete scoprire il contenuto in parte sul loro sito e sui canali Instagram e Facebook, oltre che ovviamente richiedere una copia fisica. E se una cosa i ragazzi de La Beula mi hanno lasciato nella puntata di oggi è sicuramente la voglia di trasformare le storie in fili annodati tra le persone: reportage narrativi che ci facciano sentire tutti parte di un’unica comunità, leggende che riaffiorano dal passato per farci percepire quando a fondo scendono le nostre radici, una scrittura e una grafica capaci di parlare al cuore delle persone, ma solo se si ha voglia di prendersi tempo. Perché le storie diventino fili, anzi, radici, in fondo bastano tre cose: tanto tempo, tanta acqua e tanto sole. E allora prendetevi il tempo di scoprire La Beula, portatela alla luce e, perché no, non tiratevi dietro e irrigatela con le vostre idee, proponendo al team una realtà da raccontare o offrendo la vostra penna. E se siete curiosi di saperne di più non dovete fare altro che godervi questa puntata del podcast Le Api dell’Invisibile.

 

A cura di Martina Toppi

podcast api dell'invisibile

Questa è una rubrica dedicata a tutti coloro che scrivono, in particolare poesie. Se  volete venire a raccontarmi il vostro progetto, la vostra scrittura e le vostre parole, scrivete a martinatoppi43@gmail.com: “Le api dell’invisibile” vi aspettano!

«…il nostro compito è quello di compenetrarci così profondamente, così dolorosamente e appassionatamente con questa terra provvisoria e precaria, che la sua essenza rinasca invisibilmente in noi. Noi siamo le api dell’invisibile. Noi raccogliamo incessantemente il miele del visibile per accumularlo nel grande alveare d’oro dell’Invisibile.»  R. M. Rilke

 

 

 

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