Henkel, presidio dei dipendenti che rischiano il posto: un incubo per 150 famiglie

16 febbraio 2021 | 11:11
Share0
Henkel, presidio dei dipendenti che rischiano il posto: un incubo per 150 famiglie
Henkel, presidio dei dipendenti che rischiano il posto: un incubo per 150 famiglie
Henkel, presidio dei dipendenti che rischiano il posto: un incubo per 150 famiglie

Questa mattina i dipendenti, alla presenza di sindacati e rappresentanti delle istituzioni, hanno dato vita ad un presidio davanti alla sede. Le reazioni politiche a partire dalla Regione.

Sono ore delicate e difficili queste, successive all’annuncio in cui Henkel, multinazionale tedesca operante nella produzione di detersivi per i piatti e per il bucato, ha reso pubblica la decisione di chiudere tutte le sedi italiane a giugno 2021, compresa quella di Lomazzo, attiva dal 1933, dove oggi rischiano di perdere il posto di lavoro 150 lavoratori.

In attesa dello stato di agitazione permanente e dello sciopero in tutte le realtà Henkel in Italia proclamato dal Coordinamento sindacale del gruppo (Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltemp Lombardia) per domani, mercoledì 17 febbraio, che comprenderà inoltre il blocco di tutte le flessibilità e di tutte le prestazioni straordinarie per  tutto il gruppo, questa mattina, martedì 16 febbraio, alla presenza di sindacati e rappresentanti delle istituzioni, i dipendenti hanno scioperato davanti alla sede di viale Como.

La decisione della multinazionale tedesca di voler chiudere la sede comasca di Lomazzo dettata semplicemente da mere ragioni di marketing aziendale, per giunta in piena pandemia, è inspiegabile e inaccettabile. Soprattutto non trova giustificazione la motivazione che la Henkel ha fornito di voler proteggere la stabilità e la competitività dell’azienda per la quale non sarebbe sostenibile in una prospettiva di lungo periodo la presenza di due stabilimenti in Italia. Come Consiglio Regionale e come Regione Lombardia ci attiveremo prontamente in ogni sede e con ogni mezzo per impedire alla Henkel di lasciare a casa 160 lavoratori, sensibilizzando il Ministero e tutte le istituzioni competenti per fare fronte unico contro questa decisione”. Lo ha sottolineato il Presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi, che, a margine dei lavori d’Aula, ha incontrato oggi una nutrita delegazione di lavoratori e rappresentanti sindacali dello stabilimento di Lomazzo. All’incontro erano presenti anche il Presidente della Commissione Attività produttive Gianmarco Senna, i Consiglieri regionali Gigliola Spelzini, Angelo Orsenigo, Raffaele Erba e Samuele Astuti e l’Assessore regionale alla famiglia Alessandra Locatelli: hanno partecipato i dirigenti dell’Assessorato regionale al Lavoro.

Presente a Lomazzo il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle Raffaele Erba. «La Henkel è una realtà storica che non può e non deve essere delocalizzata o smantellata perché da decenni è parte integrante del nostro territorio produttivo. Abbiamo chiesto con urgenza, al Presidente della IV Commissione di Regione Lombardia, un tavolo di confronto con i vertici aziendali, che può essere impiegato come strumento per allacciare una trattativa con la casa madre in Germania. Questo è il primo obiettivo che ci dobbiamo porre. Sempre in questa sede, sarà utile comprendere le reali motivazioni di questa scelta perché da quanto sta emergendo i conti dell’azienda non sarebbero in sofferenza. Se i motivi della chiusura degli stabilimenti italiani, compreso quello di Lomazzo, fossero solo l’aumento della marginalità e dei dividendi la scelta aziendale non sarebbe accettabile perché questa operazione verrebbe compiuta sulla pelle dei lavoratori».

Stamane era presente anche il deputato della Lega Eugenio Zoffili insieme al consigliere comunale Samuele Arrighi, capogruppo della Lega:”Sono intervenuto portando la solidarietà della Lega alle 150 famiglie, senza contare l’indotto, che rischiano di trovarsi senza uno stipendio. Dopo l’incontro di sabato con i sindacati in Municipio a Lomazzo, alla presenza del sindaco Giovanni Rusconi e del collega deputato Nicola Molteni, ho ritenuto di dover parlare direttamente a quelle persone che sono giustamente preoccupate per il proprio futuro. Mentre mi recavo a Lomazzo ho telefonato al Ministro Giancarlo Giorgetti, col quale avevo preso contatti insieme a Nicola Molteni già da sabato scorso, interessando anche i nostri rappresentanti in Regione Lombardia: si è reso disponibile a intervenire e gli sto facendo pervenire tutta la documentazione sul caso. Henkel è una realtà molto importante per Lomazzo, la provincia di Como e la Lombardia ma anche un fiore all’occhiello a livello nazionale e internazionale: auspico che tutta la politica si attivi, in modo trasversale, per cercare di far sì che la casa madre riveda la propria decisione. Come Capogruppo della Lega in III Commissione Affari Esteri e Comunitari alla Camera sto inoltre avviando una interlocuzione con l’Ambasciata tedesca, perché voglio che anche la Germania sia informata della situazione e faccia il possibile per evitare la chiusura”.

Una decisione incomprensibile, una scelta irresponsabile che si manifesta in un settore, quello chimico, e da parte di un’azienda che a differenza di molte altre non è stata segnata così duramente dalla pandemia. I risultati dell’ultimo anno dello stabilimento Henkel di Lomazzo sono lì a dimostrarlo; per questo la decisione dei vertici della multinazionale tedesca di chiudere, sconcerta ancora di più. Un atto grave per un’azienda che ha fatto di ‘Henkel per il sociale’ una delle sue parole d’ordine e che da oltre 87 anni opera sul territorio comasco. Conosco bene l’importanza e la storia che la multinazionale ha avuto in questo territorio perché è quello in cui ho vissuto e tuttora vivo”. Lo dichiara la deputata comasca del Partito Democratico, Chiara Braga durante un incontro organizzato con i dipendenti e i rappresentanti sindacali tenutosi questo pomeriggio a ComoNExT.