Arancione rafforzato e scuole chiuse: in redazione ed alla Cgil arriva la rivolta delle mamme





Tante quelle che non sanno cosa fare: dove lasciare i figli, in particolare quelli di elementari e medie. La Regione chiede una proroga dei congedi al 50%.
Scuole chiuse e rabbia sicura. E’ quella dei genitori – mamme in particolar modo – che in queste ore ci nhanno fattio capire il disagio ed i problemi legati ad una scelta simile. Perchè tenere a casa – in Dad – i ragazzi dele superiori è pressochè scontato ed automatico. Ma per le medie iniziano i disagi, peggio ancora per le elementari. E così la decisione di mettere – da domani – tutta la provincia di Como in zona arancione rafforzata sta causando reazioni e proteste. In redazione tante mamme ci hanno scritto evidenziano i problemi da affrontare. In particolare a chi lasciare i figli al mattino quando spesso i genitori sono fuori per lavoro.
Francesca non può stare a casa perchè il suo titolare non ha concesso l’opportunità. E lei, con figli di 7 e 10 anni, è sulle spine. “Non abbiamo i nonni vicini – spiega da noi – e comunque è rischioso affidare i bambini ai nonni che non sono ancora vaccinati ed hanno 80 anni. Potrebbero, in caso di positività magari asintomatica, contagiarli. Noi finora – aggiunge – abbiamo cercato di “preservare” i nonni facendoli incontrare poco. Ma ora credo sia necessario….”. E Camilla ci chiede se, per caso, la Regione, ha previsto qualche incentivo per trovare baby-sitter o altro. “Perchè altrimenti diventa un problema. Io non ho nessuno cui lasciare mia figlia di 8 anni…”. E l’elenco è lungo. Proteste simili. La decisione di chiudere tutto da domani ha spiazzato molti.
Scuole chiuse tranne i nidi. Per il resto l’attività da domani – in tutta la provincia – sarà esclusivamente a distanza. La zona arancione rafforzata prevede questa soluzione. Un aggravamento della situazione in zona arancione. E molti dei nostri lettori temono anche che non sarà fino al 10 marzo – come annunciato ieri dalla Regione – ma ben oltre. Con problemi importanti per migliaia di famiglie: chi cura i ragazzi ? E chi li guarda durante le lezioni, sopratutto se piccoli ?
LE INDICAZIONI DALLA REGIONE
Mentre in redazione arrivano tante proteste, da Milano arriva una indicazione. Il Governatore Fontana – assieme alla sua squadra di assessori e con il presidente Fermi – stanno spingendo in questa direzione. Quella di sollecitare il Governo per una proroga dei congedi al 50% per genitori con figli in Dad.
Il decreto ‘Sostegno’ a cui sta lavorando il governo, cosi’ si chiamera’ il quinto provvedimento Ristori, finanziato da 32 miliardi di scostamento, conterra’ anche una proroga dei congedi parentali Covid retribuiti al 50% per i genitori che hanno i figli a casa impegnati nella didattica a distanza. La misura, scaduta il 31 dicembre 2020, costa circa 50 milioni di euro e potra’ essere richiesta per gli studenti fino a 14 anni. Una norma necessaria che l’esecutivo vuole riproporre alla luce dell’aumento dei contagi che ha gia’ spinto alcune regioni a chiudere le scuole.
In vista del prossimo dpcm, il Cts si e’ pronunciato per la chiusura delle scuole nelle zone rosse e per i territori dove si supera il parametro dei 250 contagiati ogni 100 mila abitanti
LA NOTA DEL SINDACATO CGIL
Da questa mattina, la Camera del Lavoro di Como continua a ricevere decine di telefonate da genitori preoccupati perché, da domani, con la provincia di Como collocata in zona arancione rafforzata, i figli sono a casa da scuola e loro, dovendo andare al lavoro, non sanno come fare. “In alcuni casi, si tratta di bambini molto piccoli – spiega il segretario generale della Cgil di Como Umberto Colombo – chiamano il sindacato per capire se esiste una soluzione, ma i congedi presenti nei precedenti dpcm sono scaduti. Servono nuovi permessi straordinari che consentano alle mamme e ai papà lavoratori di accudire i propri figli senza essere obbligati a prendere giorni di ferie. Speriamo che le istituzioni e le associazioni di categoria presentino la stessa richiesta al governo, poiché si tratta di una vera e propria necessità”.