“Vi racconto i vostri libri” di Chiara Milani. Intervista
Per la collana ControMossa – NewPress edizioni – ha scritto: “Vi racconto i vostri libri” e oggi, insieme a lei, affronteremo un viaggio affascinante in una biblioteca che, silenziosa, cela meraviglie inaspettate: storie affascinanti, personaggi di grande spessore, tesori nascosti.

Chiara Milani, responsabile scientifico della Biblioteca Comunale “Paolo Borsellino” di Como – attualmente in aspettativa per il conseguimento del dottorato di ricerca presso l’Università Tor Vergata di Roma – è studiosa di sistemi di conoscenza, storia di genere e storia delle idee e ha pubblicato numerosi articoli per riviste di settore, racconti e plaquette.
È, inoltre, Presidente della Commissione Biblioteca di Brunate e Presidente CIRE – Centro Insubrico Ricerche Etnostoriche.
Cominciamo l’intervista parlando delle donne che, ogni volta che hanno tentato, nella storia, di mettere in luce i loro talenti – specialmente in campo medico – sono state emarginate.
“Molte di queste donne, non potendo completare i loro studi, si sono identificate come guaritrici – racconta Chiara – però, a causa di invidia maschile o per momenti storici complessi, quando avevano successo andava tutto bene, viceversa, quando non ne avevano, purtroppo si diceva che erano delle streghe e venivano perseguitate. Nella storia non si voleva che le donne si potessero emancipare, né che si realizzassero da un punto di vista professionale. Sappiamo quindi di molti episodi di persecuzione, spesso per ragioni religiose, concentrati anche nelle nostre zone. Per questo il centro di cui sono presidente si chiama Centro Insubrico. Siamo studiosi, storici e storiche appassionate, ricercatori, archivisti e bibliotecari che vanno a ricercare i documenti che parlino di donne dimenticate dalla storia. Ma non lo facciamo solo con il passato: il Cire intende dare anche voce a tutti coloro a cui, attualmente, viene tolta la voce. Quindi a tutti coloro che sono emarginati e perseguitati. È una ricerca a tutto campo di cui, speriamo, nel futuro non ci sarà più bisogno, perché certi fenomeni non dovranno più esserci”.
A proposito di donne, parliamo di Frances Amelia Yates: perché a volte si ha l’impressione che, le studiose, non siano nemmeno esistite
“Come si diceva prima, le donne studiose menzionate sui libri sono davvero rare perché, spesso, non vengono citate né poste come esempi. Amelia Yates è una delle tante, tantissime studiose che hanno fatto studi importanti e, soprattutto, hanno esaminato e riflettuto su testi antichi da un punto di vista nuovo, riconsiderandoli; quindi senza allinearsi al punto di vista di coloro che li avevano già studiati. Non c’è niente di più sbagliato, infatti, che dare giudizi definitivi. Per fortuna ogni secolo e ogni persona ha degli sguardi che esprimono sensibilità diverse; Amelia Yates ha guardato al Rinascimento in un modo diverso, mettendo in luce qualcosa che altri non avevano evidenziato, proprio come una vera studiosa ricercatrice. Ho preso lei come esempio di tante altre donne che hanno compiuto studi importanti. E l’ho presa anche perché rappresenta una relazione con Giordano Bruno”.
Una cosa molto interessante, da segnalare ai lettori, è che il libro ha questa particolarità: c’è un quarcode nel quale compaiono 10 illustrazioni che hanno a che fare con i testi di cui si parla e, tra questi, c’è proprio, il Figura Intellectus, di Giordano Bruno(Praga 1588).
Giordano Bruno, che fu un libero pensatore poi tradito da Giovanni Francesco Mocenigo che lo denunciò avviandolo così verso Roma, racconta Chiara nel libro, ed è interessante sapere che, i suoi spostamenti in Europa, vennero ricostruiti proprio attraverso le sue pubblicazioni.


Nel libro si parla, inoltre, del noto editore comasco, Gerolamo Frova, che ottenne la licenza per aprire una tipografia il 31 marzo 1581; a quei tempi spesso l’editore e il tipografo erano una stessa impresa commerciale
Il libro a stampa illustrato porta, per la prima volta, il mondo nelle case perché, se dipinti e manoscritti minati avevano costi elevatissimi, un pubblico più vasto poteva acquistare libri illustrati con i quali intraprendere viaggi illustrati, entrare nelle dimore principesche, conoscere le fattezze dei nobili e vedere città irraggiungibili.
Altra cosa importante, per ovviare all’analfabetismo dilagante – erano ancora in molti a non saper leggere – erano i manifesti chiamati “Gride”, perché declamati per le vie da banditori pubblici. Fra questi anche il regolamento della biblioteca, non gridato ma esposto all’ingresso.
Se mettiamo un aggettivo di fianco alla parola archivio, scrive Chiara Milani, il minimo che può venire fuori è: polveroso.
Invece si scoprono le storie interessanti, come quella di Arnaldo Cipolla, di cui la stessa Chiara ha curato una mostra nel 2015; soprannominato il Kipling italiano negli anni venti per i suoi viaggi, Cipolla fu un uomo a cui piaceva sorprendere. La storia racconta di suo padre che, prima, osteggiò il suo desiderio di intraprendere la carriera dello scrittore, ma successivamente fu proprio lui a decretarla, pubblicando a sue spese le lettere del figlio dal fronte.
Leggendo il libro della Milani scopriamo che ogni biblioteca capoluogo di provincia conserva tutti i volumi pubblicati nel territorio di riferimento. Da qui si possono evincere fatti, episodi, osservazioni, riflessioni sulla società e sulla politica di Como. Per esempio il “Giornale scandaloso Gallo Cisalpino”, corposo diario in forma di gazzetta di Giulio Cesare Gattoni (amico di Alessandro Volta), che acquistò la torre simbolo della città murata – per questo chiamata Gattoni – e vi trasferì un osservatorio e un laboratorio di fisica.
Oltre a essere appassionata dell’organizzazione della biblioteca, Chiara Milani lo è anche della cura del libro e del restauro. Ci porta, quindi, a guardare il libro al di là del contenuto; ecco che, leggendola, possiamo scoprire la bellezza e il pregio degli ex libris, piccoli capolavori di arte grafica, che si applicavano sulle prime pagine per segnalare la proprietà del volume.
L’artista Aldo Galli e l’industriale Gianni Mantero, appassionati collezionisti di ex libris, fondarono l’associazione “Bianco e Nero” e, nel 1968, organizzarono un convegno che portò a Como il collezionismo internazionale; l’archivio completo di questi ex libris si trova proprio in biblioteca
La biblioteca, per concludere, non è solo una parte importante della cultura, ma anche della possibilità di fruirne; la biblioteca è un posto dove ci si può incontrare, un luogo dove va in scena la cultura, uno spazio sociale dalla forte personalità; un organismo vivo perché, oltre a essere popolato da persone, è cambiata nel tempo, proprio come un organismo che si adatta a seconda delle necessità.
Vi racconto i vostri libri, Chiara Milani, NewPress edizioni
Sabrina Sigon
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