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PAL.C.O. – PALestra Creativa Online, Paolo Lipari racconta il progetto di Nonunodimeno nella scuola comasca

29 marzo 2021 | 18:22
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Il progetto si chiama “Nonunodimeno” (cofinanziato da Coi Bambini e la Fondazione Provinciale della Comunità Comasca), progetto che si è sviluppato attraverso una serie di incontri che hanno visto coinvolte istituzioni, enti, associazioni, genitori, docenti. “Per una comunità che si prende cura dei propri figli”. Il laboratorio sperimentale partito da qualche settimana è denominato PAL.C.O. – PALestra Creativa Online – nel quale, ogni lunedì pomeriggio, collegati in rete, gli studenti sono sollecitati a ideare, esprimersi e produrre sulla base di stimoli trasversali (dalla scena di un film ad un’opera pittorica, da un brano musicale a una poesia).

Il Tema costante è la loro scuola, il Caio Plinio, raccontato da prospettive sempre nuove. A raccontarcelo è Paolo Lipari, scrittore, regista, organizzatore di eventi cinematografici e di un Festival del Cinema Italiano.

Oggi Paolo Lipari è con noi per parlare di questo progetto molto bello, che lo vede coinvolto insieme alla figlia Francesca – in questo periodo di chiusure scolastiche – per stare vicino e aiutare gli studenti delle nostre superiori a sentirsi meno soli. In particolare si tratta della classe 2H dell’I.T.E.S. Caio Plinio, gestita da un team di insegnanti davvero illuminati, che ha aderito alla proposta di un’esperienza che sta dando frutti importanti.

I ragazzi partecipano con interesse e offrono contributi che la Dreamers Como – società che gestisce una casa di produzione video, organizza eventi cinematografici e si occupa di formazione audiovisiva – valorizza attraverso clip pubblicate sul sito del Caio Plinio e sui social di Nonunodimeno.

“Il riscontro è sinora incoraggiante e gratificante per tutti”, racconta Paolo Lipari. Un incontro recente, per esempio, ha preso spunto da una citazione cinematografica: “Le cose importanti da ricordare sono i dettagli” (da: Le Iene).

Quindi i ragazzi sono stati invitati a ripensare al proprio vissuto scolastico focalizzandosi sui dettagli; lontani da scuola, in piena zona rossa, i ragazzi si sono espressi con semplicità e poesia, e le cose importanti le hanno riscoperte nei luoghi che adesso mancano: l’angolo della classe dove giocavano a calcio, e scritte sui bagni – perché dietro ogni scritta c’è una storia – il calorifero del bar verso il quale c’era tutte le volte una corsa per accaparrarsi il posto, le mani che si sporcavano di patatine, la sedia del banco vicino, vuota, sulla quale mettere uno zaino per sentirsi meno soli. E poi il diario, comprato a inizio anno per scrivere i compiti e diventato il posto dei pensieri, l’armadio che veniva usato per la raccolta delle lattine, la lavagna – nuovo modo per comunicare con gli altri – le poltrone delle confidenze, il cartellone delle dediche, e l’avventura in ascensore, che era diventata lo spunto per un racconto.

In un altro incontro il punto di partenza era stato la metafora, dopo aver analizzato con loro alcune sequenze de “Il postino”: così era nata la clip “Se il Caio fosse…” dove ogni ragazzo aveva messo in relazione la propria scuola ora con un cibo ora con un fiore o un personaggio storico.

Se il Caio fosse un animale sarebbe: un gatto; se fosse un cibo: il sushi; una città: Los Angeles; un personaggio storico – Pirandello; un fiore – una rosa; un mestiere – l’avvocato; un film – Split; una fiaba – Alice nel paese delle Meraviglie; una nazione – l’Italia.

“L’ultimo tema, lunedì scorso, era stato “dalla finestra”. Un argomento di particolare attualità, data l’emergenza in corso che ci porta a essere osservatori più che protagonisti”, dice Paolo. Anche qui la partenza era stata data da stimoli cinematografici (“La finestra sul cortile” di Alfred Hitchcock) piuttosto che pittorici (da Dalì a Magritte) per poi accompagnare i ragazzi in un tour di affacci virtuali dalle finestre della loro scuola, attraverso il quale hanno potuto apprendere informazioni sulla Torre Gattoni, il Conservatorio, la Croce Rossa, in un viaggio non solo spaziale ma anche temporale. Dopo questo sguardo ognuno ha liberato la propria fantasia offrendo il primo spunto per un possibile racconto: “Mi affaccio dalla finestra della mia scuola e vedo…”.

Ogni incontro ha previsto, inoltre, l’apparizione di uno o più ospiti che hanno offerto ai ragazzi veloci testimonianze, spunti, informazioni.

Quello che si è perso non sono solo gli apprendimenti, ma specialmente la dimensione di apprendimento incidentale e relazionale: molto di ciò che accade a scuola è trasversale – a parlare è Roberto Peverelli dirigente scolastico I.S.I.S. Paolo. Carcano della didattica a distanza – la scuola produce un apprendimento costante, che è la vera ricchezza della scuola. Questo è quello che manca oggi. L’importanza è la formazione non programmata, che arriva dal contatto occasionale con compagni, docenti ecc.: “Ho letto questo libro, ho visto questo film”. Mancano anche le relazioni affettive, una parte decisiva di ciò che accade a scuola”.

Il progetto si può seguire sulle pagine social Nonunodimeno e Dreamers Como

Sabrina Sigon