Fake news e vaccini: continua la campagna di disinformazione

Non sembra conoscere battute d’arresto il proliferare di fake news legate alla pandemia ai vaccini anti-covid. Nonostante le smentite del Ministero della Salute e i provvedimenti dei principali social network per arginare il flusso di bufale, proprio in questi giorni sono tornate all’attenzione delle cronache decine di notizie false legate alla campagna vaccinale. Proviamo ad analizzare le più recenti e a capire quali sono i mezzi che abbiamo a disposizione per difenderci e informarci in maniera corretta.

Le ultime fake news sui vaccini: il caso Astrazeneca e le cellule fetali
La sospensione di qualche giorno fa del vaccino AstraZeneca e la successiva decisione di alcuni Paesi europei di imporre delle limitazioni alla somministrazione, nonostante il via libera ufficiale dell’Ema, ha creato ulteriore confusione. Molte persone hanno rinunciato alla prenotazione e non si sono presentate all’appuntamento per la vaccinazione e in rete si continua a parlare di morti legate al prodotto anglo-svedese. In realtà la farmacovigilanza ha dimostrato che non c’è nessun nesso di casualità e nessun aumento dei numeri di casi di trombosi rispetto alle statistiche annuali.
Proprio nelle ultime ore è tornata in voga anche un’altra teoria molto cara ai complottisti, categoria che la guida per constrastare le fake news di Truffa.net, identifica tra le più pericolose per la diffusione delle bufale. Una teoria che sostiene che all’interno delle soluzioni vaccinali AstraZeneca siano presenti cellule di feti abortiti. Ovviamente non c’è alcun fondamento scientifico a questa affermazione: il vaccino è costituito da un adenovirus modificato e attenuato e da altri elementi presenti in quasi tutti i sieri come L-istidina, cloruro di magnesio, etanolo, saccarosio, cloruro di sodio e disodio edetato.

Le altre “bufale” sui sieri anti-covid
Due notizie false che vanno a sommarsi ad altre che continuano a circolare sul web. Citiamone solo alcune per rinfrescarci la memoria. Secondo alcune teorie i vaccini a mRna come quello di Pfizer andrebbero a modificare il nostro patrimonio genetico e siano veri e propri esperimenti. In realtà l’Rna messaggero ha il solo compito di attivare la risposta immunitaria e non può penetrare il nucleo cellulare, la parte che contiene i nostri geni. In più, una volta svolto il loro compito, i filamenti di mRna vengono eliminati velocemente e senza lasciare tracce dall’organismo.
Molto è stato detto anche in merito alla copertura dei vaccini che secondo alcuni durerebbe solo poche settimane. Nulla di più falso. Nonostante il virus Sars-Cov 2 sia comparso solo recentemente e quindi ancora oggetto di studio, i dati a disposizione portano ad affermare che i vaccini Pfizer e Moderna assicurino una copertura di almeno 9-12 mesi dalla seconda dose mentre per AstraZeneca si parla di un periodo superiore ai 2 mesi. Ancora in fase di raccolta, invece, i dati di Johnson & Johnson.
Altra fake news molto pericolosa è quella che sostiene che il vaccino renda immuni sin dal primo giorno. Una credenza che potrebbe portare a comportamenti irresponsabili. Dato che nessun prodotto garantisce una protezione totale, è opportuno invece mantenere le precauzioni anti-contagio, almeno finché non sarà vaccinato il 70-80% della popolazione. Anche qui abbiamo a disposizione degli studi medici già convalidati prima del lancio dei prodotti: il vaccino Pfizer da un’efficacia protettiva del 95% a partire da una settimana dopo la somministrazione della seconda dose. Per il Moderna serve una settimana in più. Tre per AstraZeneca e due per Johnson & Johnson, siero che al contrario degli altri prevede una sola dose.
Come possiamo difenderci dalla fake news
Per capire come anche noi, nel nostro piccolo, possiamo difenderci dalle fake news e arginare il pericoloso fenomeno, basiamoci ancora sulla guida di truffa.net. Secondo il portale specializzato nell’analisi di affidabilità di siti finanziari e di gaming, esiste un metodo molto semplice per capire se una notizia è vera. Stiamo parlando del CRAAP Test recentemente elaborato da un gruppo di studio della California State University.

Utilizzando questo approccio possiamo farci alcune domande quando ci troviamo di fronte a contenuti dubbi. La news è recente e le informazioni sono state aggiornate? I link sono funzionanti? Quali sono le fonti? Sono credibili e hanno contatti tramite cui chiedere approfondimenti? Le informazioni sono accurate o presentano errori grammaticali o di linguaggio? Quello che leggiamo è basato su fatti dimostrabili e verificabili o si tratta di opinioni e propaganda di parte? La notizia è stata modificate più volte?
Tutte domande semplici che possiamo porci e che vanno a coprire tutti gli aspetti di una notizia: tempestività, rilevanza, fonte, accuratezza e scopo.