
Interrogarsi sulla propria vocazione è uno dei momenti decisivi per chi decide di diventare sacerdote. Vivere da prete ed operare nel mondo non è, infatti, possibile senza una vera e forte vocazione.
Ogni giorno, i presbiteri sono messi a dura prova dalle tentazioni del mondo, in un continuo rincorrersi di seduzioni e resistenze. Per questo, quando si sente per la prima volta la cosiddetta ‘chiamata del Signore’ è bene riflettere sulla fermezza con cui si intende rispondere.
Soprattutto per i giovani, molte potrebbero essere le persone pronte ad opporsi: dalla famiglia agli amici, passando per conoscenti vari. Prendersi del tempo per essere pienamente consapevoli della vocazione è fondamentale per iniziare, poi, un percorso di fede da concludere con l’accettazione vera e propria del celibato e del sacerdozio.
In questo senso, interessante potrebbe essere visitare il sito di Insieme ai Sacerdoti, in cui sono contenute tante testimonianze di preti che, quotidianamente, mettono la propria vita al servizio del prossimo, aiutando i bisognosi con l’ascolto e il dono del conforto.
Come diventare preti: cos’è il seminario
Dall’istante esatto in cui si decidere di optare per l’abito talare al momento in cui si viene ordinati, trascorre molto tempo. Diventare sacerdote implica tutta una serie di tappe, con il percorso che richiede anni in seminario.
Ma cos’è il seminario? Si tratta di un’istituzione della Chiesa cattolica dedicata alla formazione dei candidati al presbiterato i quali, una volta entrati, prendono il nome di seminaristi.
Il primo seminario venne istituito nel 1939 dal futuro Papa Giovanni XXIII, a soli 53 giorni di distanza dalla chiusura del Concilio di Trento. Ad oggi, esistono ancora due tipologie di seminari:
- Il seminario minore: che ospita i ragazzi che frequentano le scuole secondarie;
- Il seminario maggiore: dedicato al livello di studio universitario.
Questo perché la vocazione potrebbe arrivare in giovane età o in età avanzata. Non mancano, nella Chiesa, storie di preti che hanno scelto la strada di Dio dopo essersi affermati nel mondo del lavoro o aver vissuto gran parte della propria vita lontano da quanto previsto dalla dottrina cristiana.
Inoltre, possono diventare sacerdoti anche gli uomini rimasti vedovi.
Il percorso di studi del prete
Quando si è certi di voler intraprendere la strada del sacerdozio, inizia il vero e proprio percorso in seminario. Di solito, questo ha una durata di 8 anni, seppur nel caso in cui il candidato abbia già conseguito una laurea potrebbe richiedere meno tempo.
Nella concretezza della quotidianità, i futuri sacerdoti trascorrono le proprie giornate in seminario studiando materie di carattere religioso e storico-filosofico e pregando Dio. I momenti di riflessione e di preghiera accompagnano tutto l’iter, in modo da aiutare i ragazzi a discernere sulla propria vocazione.
Per quel che riguarda gli studi, ci si confronta con:
- Il latino;
- Il greco;
- La storia;
- La filosofia;
- La teologia dogmatica e morale;
- L’esegesi;
- La legge canonica;
- I canti gregoriani;
- La storia della Chiesa.
Molti seminari esigono che i seminaristi concludano il percorso di studi con voti eccellenti.
Come si diventa sacerdoti? Prima si è Diaconi
Portato a termine il percorso, i novizi escono dal seminario con il titolo di Diacono che li accompagnerà per i successivi 6 mesi.
Il motivo è presto spiegato: i 180 giorni sono da considerarsi come l’ultimo, grande periodo di prova. Il futuro prete si accinge ad entrare fattivamente nella vita parrocchiale, a provare sulla pelle gli oneri e gli onori della propria missione.
È durante questo tempo che viene fatta la promessa di celibato e, definitivamente, si mette in pratica quanto riportato nel Vangelo di Giovanni: “Non amate né il mondo, né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui; perché tutto quello che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo”.
L’ordinazione e l’inizio della vita da sacerdote
Terminati i sei mesi, c’è la definitiva ordinazione presbiteriale da parte del vescovo. In un contesto solenne, i candidati vengono chiamati per nome e, dopo aver risposto “eccomi”, giurano davanti a Dio e all’assemblea la propria fedeltà a Cristo.
La preghiera di ordinazione ricorda il ruolo del prete nella storia della salvezza e si conclude con l’invocazione dello Spirito Santo.
Terminata la messa, inizia la vita sacerdotale!