Cabiate, lo choc della mamma di Sharon:”Dolore insopportabile, serve una pena esemplare”
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La giovane donna affida alle sue legali una nota dopo la piena confessione del suo ex compagno. Il conforto della preghiera.
La confessione di Gabriel Robert Marincat sull’uccisione di Sharon, un anno e mezzo, morta l’11 gennaio, ha sconvolto la giovane mamma della piccola, la sua famiglia e la comunità di Cabiate che l’11 maggio hanno dato l’estremo saluto alla povera bambina. Il passaggio dall’atroce sospetto, alimentato dalle numerose lacune e contraddizioni del giovane, alla terribile verità di un infanticidio con violenza ha reso ancora più dolorosa la tragedia.
Il racconto dell’orrore fatto da Marincat, compagno della mamma, nell’interrogatorio di martedì scorso ha consegnato agli inquirenti prima e ai familiari poi una inimmaginabile sequenza di dolore. Un’angoscia che la giovane mamma di Sharon esprime con la supplica di una preghiera: “Allontana da me questa sofferenza, Signore. Sono le parole che pronuncio da questa mia croce. Il dolore che provo è insopportabile. Per questo ti chiedo la forza che solo Tu mi puoi dare”. Silvia Barni ritorna con la mente a quel terribile pomeriggio e alle inaudite violenze inflitte alla piccola Sharon che nel volgere di poche ore l’hanno portata alla morte e aggiunge: “Non ci sono scusanti per quello che ha fatto. Dopo la sua confessione mi aspetto che ci sia un processo in cui si faccia una giusta giustizia e penso che servirebbe una pena esemplare”. Sulla confessione di Marincat intervengono anche le due legali che assistono la giovane mamma di Sharon e la sua famiglia. “Siamo tutti sotto shock – dice l’avvocato Lara Citterio – Ipotizzavamo come erano i fatti, ma ciò che emerso con le due ore di botte e l’agonia della bimba è oltre ogni immaginazione”.
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Sottolinea l’attenzione degli inquirenti per la famiglia colpita da questa tragedia l’avvocato Elisabetta Fontana: “Una nota importante sia per noi in qualità di legali di Silvia, sia per la famiglia, che vorremmo evidenziare è la delicatezza, non scontata, del pm, la dottoressa Antonia Pavan, e dei carabinieri di Mariano (tenente Michele Gerolin e marescialli maggiore Salvatore Zambuco e Michele Casertano), che ci hanno avvisato della confessione dell’accusato prima della diffusione della notizia alla stampa e questa cura ci ha permesso di affrontare l’impatto con la durissima realtà senza doverla apprendere a freddo dai mass media”.