La Pink Room e la diretta del Giro dalla “casa” dei ciclisti: emozioni su due ruote al Ghisallo

24 maggio 2021 | 16:18
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Abbiamo visitato il Museo di Magreglio. Esperienza coinvolgente in mezzo ai simboli del premato dei campioni. Lunedì arrivano Sagan e Linus.

Ci sono tutte le maglie rosa del Giro d’Italia, arrivato oggi a Cortina d’Ampezzo con una tappa accorciata nei chilometri e nei contenuti. Ma non solo. La novità di questa riapertura – dal primio maggio ad autunno inoltrato sempore aperto tutti i giorni – è la Pink Room (stanza Rosa), avventura coinvolgente per chi ama il ciclismo ed i suoi attori. L’abbiamo visitata con la direttrice del Museo del Ghisallo, Carola Gentilini. Ci ha spiegato segreti e curiosità. Le proponiamo anche a voi. In anteprima anche una maglia di campione del mondo su pista di Fausto Coppi appena donata al Museo.

Ma al Museo del ciclismo del Ghisallo, in questi giorni di Corsa Rosa, anche un’altra opportunità: molti appassionati transitano nel pomeriggio. Entrano, guardano cimeli e bici di grandi campioni, poi si accomodano davanti allo schermo per vedere da qui – la casa del ciclismo mondiale – la tappa di giornata con il commento Rai. Poi riprendono la loro due ruote e tornano a casa.

visita al museo del ciclismo del ghisallo maglie e direttore e presidente fondazione

E poi il post-giro con una grande novità. Lunedì prossimo (31 maggio), a poche ore dalla conclusione della corsa a tappe italiana, anche grandi personaggi al Museo del Ghisallo: sarà assegnato in presenza il Premio internazionale intitolato a Vincenzo Torriani, “Per chi ama il ciclismo e lo fa vivere”, edizione numero 23. Il riconoscimento intitolato all’indimenticabile patron del Giro, che ci ha lasciato proprio 25 anni fa, avrebbe dovuto essere conferito il 26 ottobre scorso: sarà assegnato a Peter Sagan, un campione assoluto, a Linus, un grande intrattenitore innamorato della bici ed a Pier Augusto Stagi, un giornalista “pane e ciclismo”.

Nella stessa occasione lo speciale riconoscimento “Cuore d’Argento”, promosso dall’Associazione Emilio e Aldo De Martino, assegnato ogni anno a un innamorato del ciclismo, andrà a Dino Zandegù, un grande sprinter degli anni Sessanta.