Mottarone-choc, i tre fermati per la funivia caduta ammettono l’errore:”Pericolo ignorato…”

26 maggio 2021 | 10:26
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Freno di emergenza non attivato, così è nata la tragedia. Tre in cella, la Procura:”Forti indizi su di loro”

Lo choc e la costernazione oltre all’incredibile dolore. Hanno “ammesso” le tre persone fermate nella notte per l’incidente alla funivia del Mottarone. Lo afferma il comandante provinciale dei carabinieri di Verbania, tenente colonnello Alberto Cicognani. “Il freno non è stato attivato volontariamente? Sì, sì, lo hanno ammesso, dice l’ufficiale dell’Arma ai microfoni di Buongiorno Regione, su RaiTre. “C’erano malfunzionamenti nella funivia, è stata chiamata la manutenzione che non ha risolto il problema, o lo ha risolto solo in parte. Per evitare ulteriori interruzioni del servizio,hanno scelto di lasciare la ‘forchetta’, che impedisce al freno d’emergenza di entrare in funzione”. Tra le vittime di questo schianto anche una donna 38enne originaria di Porlezza: d qualche anno si era trasferita a Vedano Olona con il compagno. Nello schianto, oltre a loro due, morto anche il figlio della coppia di 5 anni (qui sotto, foto di Varesenews, l’ingresso del portone della loro casa).

casa vedano olona dove abitava famiglia morta incidente funivia

La procura della repubblica di Verbania ha disposto nella notte tre fermi per la tragedia del Mottarone dove domenica scorsa hanno perso la vita 14 persone. La svolta in nottata: i magistrati hanno disposto tre fermi, tra cui il gestore dell’impianto Luigi Nerini, proprietario della società la Ferrovie Mottarone srl, il direttore dell’esercizio e il responsabile del servizio. La decisione è arrivata dopo una serie di interrogatori durati per tutta la notte e conclusi stamane all’alba quando sono scattati i provvedimenti. Oltre a Nerini in stato di fermo due dipenenti della funivia: Gabriele Tadini, direttore di esercizio e Enrico Perocchio, capo operativo del servizio. Stesse imputeazioni per tutti e tre.

I provvedimenti di fermo dovranno essere ora essere convalidati dal gip. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera la procuratrice Olimpia Bossi ha spiegato che gli indagati erano «materialmente consapevoli» che la cabina viaggiava senza freni dal 26 aprile, giorno della riapertura. Nei confronti dei tre fermati, per i quali la procura di Verbania chiederà nelle prossime ore la convalida del fermo e la misura cautelare, è stato raccolto quello che il procuratore Olimpia Bossi definisce «un quadro fortemente indiziario». L’analisi dei reperti ha infatti permesso di accertare che «la cabina precipitata presentava il sistema di emergenza dei freni manomesso».

Per gli inquirenti, il “forchettone“, – il divaricatore che tiene distanti le ganasce dei freni che dovrebbero bloccare il cavo portante in caso di rottura del cavo trainane – , non è stato rimosso, gesto «materialmente consapevole», per «evitare disservizi e blocchi della funivia», che da quando aveva ripreso servizio, presentava «anomalie», hanno detto i magistrati all’Ansa. Sempre secondo la Procura la funivia del Mottarone «era da più giorni che viaggiava in quel modo e aveva fatto diversi viaggi», precisa il procuratore Olimpia Bossi. Interventi tecnici, per rimediare ai disservizi, erano stati «richiesti ed effettuati», uno il 3 maggio, ma «non erano stati risolutivi e si è pensato di rimediare». Così, «nella convinzione che mai si sarebbe potuto verificare una rottura del cavo, si è corso il rischio che ha purtroppo poi determinato l’esito fatale», sottolinea il magistrato, che parla di «uno sviluppo consequenziale, molto grave e inquietante, agli accertamenti svolti».

silenzio consiglio regionale per tragedia del mottarone presidente fermi aula

Secondo la ricostruzione ufficiale dell’incidente la cabina correva al momento dello schianto a 100 all’ora ed è stata catapultata via per 54 metri. Martedì il consiglio regionale del Piemonte è stata dedicato proprio all’incidente della funivia di Stresa, stessa cosa ieri anche da parte del consiglio regionale della Lombardia (foto sopra un momento della commemorazione in aula con il presidente Fermi).