Villa Olmo: Elio canta e recita Enzo Jannacci nello spettacolo “Ci vuole orecchio”



Di Enzo Jannacci, il poetastro come amava definirsi, molti dalle nostre parti avranno un buon ricordo anche come medico dell’Ospedale di Cantù dove ha lavorato per diversi anni. Del cantautore allegro e tristi nello stesso tempo, tutti conserviamo almeno una canzone, una frase, una citazione, dai scarp de tenis a quelli che, dal Messico e nuvole al vengo anch’io…no tu no. Giovedì 15 luglio alle ore 21.30, quel mondo verrà ricantato e rivisitato da Elio sul palco di Villa Olmo nello spettacolo”Ci vuole orecchio“, un colorato show ispirato a Enzo Jannacci per il Festival Como Città della Musica.
Jannacci è stato l’artista più eccentrico della storia della canzone italiana, in grado di intrecciare temi e stili apparentemente inconciliabili: tragedia e farsa, gioia e malinconia. E ogni volta il suo sguardo, poetico e bizzarro, è riuscito a spiazzare, a stupire: popolare e anticonformista contemporaneamente, è anche l’artista che meglio di chiunque altro ha saputo raccontare la Milano delle periferie degli anni ‘60 e ‘70, trasfigurandola in una sorta di teatro dell’assurdo realissimo e toccante, dove agiscono miriadi di personaggi picareschi e borderline, ai confini del surreale. “Roba minima”, diceva Jannacci: barboni, tossici, prostitute coi calzett de seda, ma anche cani coi capelli o telegrafisti dal cuore urgente. Nato dalle parti di Lambrate, Jannacci ha registrato trenta album, alcuni dei quali indimenticabili, incrociando la strada con altri milanesi come Giorgio Gaber (indimenticabili Ja-Ga Brothers), lungo cinquantanni di carriera senza schema fisso, medico prestato all’arte o viceversa, è stato un irregolare lui stesso e ben lo reinterpreta un altro maverick della canzone italiana come Elio il quale ci tiene a precisare che “Ci vuole orecchio non è un omaggio, ma una ricostruzione di quel mondo Jannacci di nonsense, comico e struggente.

“È un viaggio dentro le epoche di Jannacci, perché non è stato sempre uguale – dice Elio – tra i brani c’è La luna è una lampadina, L’Armando, El purtava i scarp del tennis, canzoni che rido mentre le canto. Ne farò alcune snobbate, Parlare con i limoni, Quando il sipario calerà. Perché c’è Jannacci comico e quello che ti spezza il cuore di Vincenzina o Giovanni telegrafista, risate e drammi. Come è la vita: imperfetta. E nessuno meglio di chi abita nel nostro paese lo sa.”
Sul palco, nella coloratissima scenografia disegnata da Giorgio Gallione, troveremo assieme a Elio cinque musicisti, i suoi stravaganti compagni di viaggio, che formeranno un’insolita e bizzarra carovana sonora: Seby Burgio al pianoforte, Martino Malacrida alla batteria, Pietro Martinelli al basso e contrabbasso, Sophia Tomelleri al sassofono, Giulio Tullio al trombone.
A loro toccherà il compito di accompagnare lo scoppiettante confronto tra due saltimbanchi della musica alle prese con un repertorio umano e musicale sconfinato e irripetibile, arricchito da scritti e pensieri di compagni di strada, reali o ideali, di “schizzo” Jannacci. Da Umberto Eco a Dario Fo, da Francesco Piccolo a Marco Presta, a Michele Serra.
Uno spettacolo giocoso e profondo perché “chi non ride non è una persona seria”.

Parco di Villa Olmo
giovedì, 15 luglio 2021 – ore 21.30
CI VUOLE ORECCHIO
ELIO CANTA E RECITA ENZO JANNACCI
Drammaturgia Giorgio Gallione
Arrangiamenti musicali M° Paolo Silvestri
Regia e drammaturgia Giorgio Gallione
Con Seby Burgio pianoforte, Martino Malacrida batteria, Pietro Martinelli
basso e Contrabbasso, Sophia Tomelleri sassofono, Giulio Tullio trombone
Light designer Aldo Mantovani
Scenografie Lorenza Gioberti
Costumi Elisabetta Menziani
Regia Giorgio Gallione
Co-produzione AGIDI Srl – International Music and Arts
Biglietti a 25€ + prevendita, in vendita online su www.comofestival.org , oppure presso la biglietteria del Teatro Sociale (martedì, giovedì, sabato ore 10.00-13.00) e il botteghino del Villa Olmo Festival (entrata lato Como, via Cantoni) aperto tutti i giorni di spettacolo dalle ore 17.00.