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Teatro Sociale, Isabella Ferrari inaugura la Stagione Prosa

10 ottobre 2021 | 09:00
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Teatro Sociale, Isabella Ferrari inaugura la Stagione Prosa

Giovedì 14 ottobre, alle 20.30, la Stagione Prosa del Sociale si aprirà con il monologo “Fedra” interpretato da Isabella Ferrari

La Stagione Prosa 2021/22 è inaugurata dalla Fedra firmata da Ghiannis Ritsos, uno dei più importanti poeti ellenici del ventesimo secolo.

La poesia e il mito greco, ovvero le radici e l’essenza stessa della comune cultura e civiltà occidentale, rivivono sul palcoscenico del Teatro Sociale di Comogiovedì 14 ottobre alle ore 20.30, attraverso l’interpretazione di Isabella Ferrari, attrice amatissima dell’universo cinematografico, accompagnata dalla violinista Georgia Privitera, per la regia di Maria Vittoria Bellingeri e la prduzione di AidaStudio Produzioni.

Da sempre la storia di Fedra, la figlia dei mitici sovrani cretesi Minosse e Pasifae, che finisce per innamorarsi del figliastro Ippolito, ha ispirato poeti tragici e non, fornendo una trama di eventi attraverso i quali esprimere in modo sempre diverso la condizione del desiderio.

Teatro Sociale - Fedra - Stagione Prosa - Isabella Ferrari

Anche Ritsos, come tanti drammaturghi, da Seneca a D’Annunzio, sedotto dal mito di Fedra, le dedica un’opera, concentrandosi sul suo eros proibito, sulla sua psicologia: la “sua” Fedra esplora i turbamenti contrastanti di una donna vittima delle proprie passioni e dei sensi di colpa che ne scaturiscono. La dichiarazione d’amore della Fedra di Ritsos ad Ippolito è una confessione che si svela gradualmente, sofferta, dilazionata con allusioni, rimandi, dichiarazioni indirette fino allo svelamento finale. È la rappresentazione di una storia assolutamente attuale in cui tutti possono riconoscersi, la storia di una donna che si dibatte tra passione e senso di colpa: qui Fedra stessa, più che sottolineare la condizione incestuosa del suo dramma, evidenzia quella inconfessabile del desiderio, la sua natura multiforme e avvolgente e il valore liberatorio della parola.

Un monologo di grande intensità trova nell’interpretazione di Isabella Ferrari una preziosa e intensa dimensione di poesia e di sogno, impreziosita dalle note del violino di Georgia Privitera.

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