Chiude il Corriere di Como, l’ultimo numero in edicola martedì

Il Corriere di Como chiude. Domani ultimo giorno di lavoro per la redazione e martedì 16 novembre il giornale sarà per l’ultima volta in edicola.
La notizia della chiusura l’hanno comunicata qualche giorno fa i giornalisti e i poligrafici e confermata da un comunicato dell’editore. Una decisione dopo una lunga agonia. “Purtroppo si è giunti all’attuale realtà dopo anni di sacrifici da parte dei lavoratori (giornalisti e poligrafici) che per il bene del giornale hanno accettato riduzioni di stipendio, taglio dell’anzianità e pagamento con estremo ritardo” si legge nel comunicato della redazione che denuncia anche “da giorni stiamo lavorando al freddo visto che non è stato pagato il fornitore” (vedi sotto il testo integrale).
Il quotidiano locale della provincia di Como è nato il 19 ottobre 1997 per iniziativa della Editoriale srl, ed è distribuito in abbinamento, in gergo “panino”, con il Corriere della Sera. Il primo direttore del quotidiano è stato Adolfo Caldarini, dall’aprile del 2000 a oggi la direzione è affidata a Mario Rapisarda; otto sono i redattori più diversi collaboratori, in totale 11 dipendenti.
A oggi l’Editoriale srl, società in liquidazione, è controllata al 97,50%, dalla cooperativa Editoriale Lariana. Nel comunicato dell’editore si parla di un impegno per rilanciare la testata. Un tentativo che, iniziato nel 2018 con una iniezione di risorse, si è scontrato con “l’anno della pandemia e il tracollo dei ricavi pubblicitari che ne è conseguito. Tutto ciò ha reso “tale impegno insostenibile”.
Finisce così una storia editoriale lunga un quarto di secolo, con la chiusura del Corriere di Como si spegne una voce importante dell’informazione comasca. La redazione Ciaocomo è vicina ai giornalisti che da martedì saranno disoccupati.

“La chiusura del Corriere di Como è una triste notizia per tutti comaschi e il territorio della provincia di Como che così perdono un prezioso mezzo d’informazione. Sono fermamente al fianco dei lavoratori, dei giornalisti e dei poligrafici, e delle loro famiglie che dopo anni di sacrifici fatti per permettere di mandare avanti l’attività del giornale rimangono senza posto di lavoro. Dopo quasi 25 anni, la nostra provincia viene privata così di una voce importante che ha mantenuto il dibattito pubblico sano e plurale, fornendo un servizio fondamentale attraverso tutte le fasi della storia recente comasca. Quando si permette che un giornale sia costretto alla chiusura, si fa danno prima di tutto alla democrazia e alla libertà di informazione” dichiara Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Partito Democratico.