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S02-E04 Don Mc Lean American pie

25 novembre 2021 | 11:41
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Cristiano Paspo Stella, il cantautore, Massimiliano Pini, il cuoco clandestino e Piergiorgio Ronchi, il beer sommelier, tornano in cucina per la seconda stagione di COOKIN’ MUSIC. Le materie prime sono sempre di grande qualità: musica, food culture e birre dal mondo

As American as an Apple Pie (detto popolare americano)

Musica

Su questo brano non si può discutere: American Pie di Don McLean, in cui suona anche il banjo, due pianisti due!: Paul Griffin e Ray Colcord, Roy Markowitz alle percussioni e David Spinozza e Robbie Rothstein rispettivamente alla chitarra e al basso. I cori sono della West 44th Street Rhythm & Noise Choir.

Scriveva Rob Walker su the Guardian lo scorso anno: quando Don McLean aveva 15 anni, ebbe la premonizione che suo padre sarebbe morto. Sconvolto, corse a dirlo alla nonna. «Non essere ridicolo, Donny, perché dici una cosa del genere?» lei disse. «Perché succederà», rispose il ragazzo. Pochi giorni dopo, suo padre cadde morto proprio di fronte a lui. «Non sapevo cosa avrei fatto senza di lui. Era il re, il capo. Sapeva tutto».

Il cantautore dietro il classico del 1971 parla dalla sua casa a Palm Desert, una città della California che chiama la fase desertica della sua vita e della scomparsa del padre; la morte divenne un tema forte e presente per McLean che, attraverso la sua scrittura, da American Pie alla meno conosciuta Run Diana Run, uno strano canto funebre sulla principessa Diana.

«Il giorno in cui la musica morì» comunemente viene associato all’incidente aereo del 1959 che uccise Buddy Holly ma nell’intervista l’autore fa intendere al giornalista, tra le righe un’altra verità.

La Recording Industry Association of America ha posto tra le prime cinque canzoni as-so-lu-te, appena dietro Over the Rainbow e White Christmas; American Pie è un pezzo che è stato coverato da tutti: da Madonna a Tyson Fury; pensate che il suo testo originale – scritti a mano – è stato venduto, nel 2015, per $ 1,2 milioni; il terzo prezzo d’asta più alto mai registrato per un manoscritto letterario americano.

Mc Lean scrisse il pezzo 50 anni fa, all’all’età di 24 anni, in cui fonde il declino culturale e politico degli Stati Uniti negli anni ’60 a un addio al sogno americano dopo l’assassinio del presidente Kennedy.

Ciao, signorina American Pie,

Ho guidato la mia Chevy all’argine ma l’argine era asciutto.

McLean ha sempre tenuto mistero delle allusioni presenti nei suoi versi, nonostante ogni singola frase della canzone sia stato messo a nudo da critici e musicofili; esistono infatti decine di siti web di fan dedicati interamente alla sua decodificazione. Chi era il giullare che cantava per il re e la regina con un cappotto preso in prestito da James Dean? Cosa è stato rivelato esattamente il giorno in cui la musica è morta? La guerra del Vietnam, la rivoluzione sociale, Bob Dylan, Elvis Presley, JFK, Mick Jagger, Martin Luther King, Charles Manson, Hells Angels, i Beatles, le droghe allucinogene, Dio, il diavolo sono tutti dentro il testo di questo complessa composizione.

Per lo stesso McLean, però, il genio della canzone sta nella sua struttura, non nelle sue parole, una fusione perfetta dice tra folk, rock’n’roll e musica popolare old-school. L’introduzione lenta è la parte pop, poi il piano entra in azione e il tempo accelera nel ritornello; questa è la parte rock’n’roll. La componente folk è nella composizione strofa-ritornello-strofa con cui prosegue.

 Cucina

Dobbiamo parlare di cucina ed ecco la real American Pie come la riporta un articolo del Chicago Reader di anno fa. La Apple pie o American pie è la classica torta di mele americana, tanto per intenderci quella che fa Nonna Papera, realizzata con 2 strati sottili di crosta di pasta brisé che racchiudono un ripieno ricco di mele tagliate a pezzi o a fette, profumate alla cannella, limone e spezie.

Un dolce autunnale, confortante, che nasce nel XVII° secolo, da un incontro di culture, quando i coloni inglesi entrano in contatto con la popolazione americana. Oggi la Apple pie negli Stati Uniti non è solo il dolce istituzionale del thanksgiving ma una vera e propria icona socio-culturale, insieme al baseball e agli hot-dog, tanto da generare la famosa espressione As American as an Apple Pie.

Prendiamo spunto dalle ricette di Marta Stewart e Alice Medrich; il dolce si tratta di una preparazione piuttosto semplice da realizzare: per la pasta brisè unite 320 gr di farina, 225 gr di burro, un cucchiaio di sale e un cucchiaio di zucchero. Per il ripieno servono 6 mele Granny Smith (6-7), 100 gr di zucchero di canna, due cucchiai di farina, poco burro, cannella, succo di mezzo limone più la sua buccia grattugiata, sale e zenzero.

Partiamo dalle mele. Le Granny Smith, ovvero le mele verdi leggermente acidule, sono le migliori per preparare la apple pie. Sono poco acquose, conservano la forma e non rilasciano un liquido eccessivo, il che si traduce in un ripieno cremoso e compatto lasciando una base croccante e non umida sul fondo.

Lo stampo per l’American pie deve essere basso e con i lati svasati, questo per permettere agevolmente di realizzare il bordo e ottenere la forma semi sferica.

Iniziamo con il crust pie: ovvero la crosta di pasta brisé: mescolate in una ciotola la farina, lo zucchero, il sale, il burro freddo a pezzi. Schiacciate con una forchetta il burro alle polveri, così ad ottenere una sabbiatura, ovvero un impasto molto granuloso. Aggiungete l’acqua ghiacciata e mescolate con un cucchiaio. In pochi secondi l’impasto si rapprenderà. Lavoratelo con le mani molto poco, il giusto per raccogliere i pezzettini e formare una palla. Fate riposare in frigo almeno 30 minuti.

Nel frattempo preparate il ripieno di mele. Lavate le mele, asciugatele, sbucciatele e tagliatele a quadretti. Mescolate con buccia e succo e di limone. Aggiungete la cannella e il sale con le polveri. Mescolate bene. Aggiungete lo zucchero e infine il burro fuso freddo. Girate bene, lasciate marinare per circa 10 minuti.

Quando l’impasto della crosta si è raffreddato, dividetelo in 2 pezzi, uno più grande e uno più piccolo; stendete il pezzo grande con un matterello ad uno spessore di 3 mm su un piano spolverato con un pizzico di farina. Inserite la sfoglia nello stampo per Apple pie foderato di carta da forno. Tagliate via i bordi qualche millimetro fuori dallo stampo. Bucherellate con i rebbi di una forchetta il fondo, poi aggiungete il ripieno di mele realizzando una piramide alta. Per ottenere la cupola: disponete le mele verso l’altro, lasciate i bordi senza mele e compattate con le mani le mele (sempre indirizzandole verso l’alto); tendete l’altro pezzo di brisé a cui avrete unito gli sfridi di impasto avanzati, sempre ad uno spessore di 3 mm. Adagiate la sfoglia sulla piramide di mele e con il dito tracciate un bordo interno che separa le mele dai bordi larghi, che unirete. Tagliate via i bordi in eccesso. Ponete la Apple pie in frigo per almeno 15 minuti e levate e iniziate a chiudere i bordi pizzicando con le dita; una volta ben chiuso ponete nuovamente la Apple pie in frigo per almeno 1 h prima di infornare.

Spennellate la torta con un tuorlo mescolato con 1 cucchiaino di acqua e spolverate con 2 cucchiai di zucchero semolato.

Cuocete la Apple pie in forno statico ben caldo a 175° per circa 50 min./1 h; prima nella parte media del forno. A fine cottura passate nella parte bassa, dove lascerete la torta almeno 10 minuti. Per poi completare nuovamente la cottura nella parte media. Azionate il grill gli ultimi 5 minuti solo se la torta lo richiede e non si è ancora ben caramellata. Se vedete che la torta si colorisce troppo adagiate invece sui bordi e superficie una striscia di alluminio per alimenti, per favorire una cottura dorata e uniforme. Sfornate la vostra Apple pie; lasciatela raffreddare almeno 4 – 5 h possibilmente all’aria e poi servitela.

cooking music

Birra

Rimanendo in tema ecco una birra alle mele. La Cluviae del birrificio Maiella di Cerrani Pretoro in Abruzzo; una birra bionda, fruttata, dal colore giallo velato, con tono leggermente acidulo dovuto al grano e alle mele utilizzate, che la rendono particolarmente dissetante. La gradazione alcolica equilibrata, la rende versatile nell’abbinamento dei cibi. Dal corpo gradevole e con un lungo tempo di maturazione che consente di raffinare ed esaltare profumi e gli aromi.