L’epopea di un cuore nobile nel romanzo di Giuseppe Bresciani. Oggi la presentazione

13 dicembre 2021 | 10:45
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L’epopea di un cuore nobile nel romanzo di Giuseppe Bresciani. Oggi la presentazione

Lunedì 13 Maggio, dalle ore 18.30, presso il Palazzo Valli Bruni, sede del Liceo e dell’Accademia Giuditta Pasta, sarà presentato il romanzo storico “Il Cavaliere del Fiordo“. Ospite della serata lo scrittore Giuseppe Bresciani. Moderatore della serata il classicista Alessandro Cerioli.

Il cavaliere del fiordo è uno spaccato originale e poliedrico del Medioevo, l’epopea di un uomo d’armi danese dal cuore nobile e impavido ma dall’animo inquieto, che deve attraversare la notte dell’anima prima di abbracciare la luce.

Amore e odio, la crociata contro le tribù slave pagane del mar Baltico e poi i saraceni, i tornei cavallereschi nel cuore dell’Europa, disonore e vendetta, misticismo e mistero sono gli ingredienti principali di una storia che ha tutte le qualità per trascinare il lettore nelle atmosfere ora idilliache ora rutilanti di un tempo lontano e di un mondo affascinante. Questo romanzo storico, presentato in anteprima al Salone del Libro di Torino e in vendita nelle migliori librerie, sta appassionando gli amanti della storia e dell’avventura, sia per la vicenda narrata sia per la qualità della scrittura.

Giuseppe Bresciani, comasco classe 1955, è stato imprenditore umanista, si definisce libero pensatore. Ama osservare in modo disincantato ma partecipe la commedia umana, di cui sa fissare gli aspetti più intimi e particolari. Autore nel 2018 del romanzo leonardesco “Le infinite ragioni” e di altri tre libri (“La frontiera” e “Il cantico del pesce persico” “ L’inferno chiamato Afghanistan”)

Il Libro “Il Cavaliere del Fiordo” è edito da Leone Editore, al costo di € 14.90

L’organizzazione rispetterà le norme vigenti in materia di anti-covid.

Informazioni e Prenotazioni
Tel.       +39 0344 537400
E-mail.  info@tablinum.it

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È l’Anno Domini 1193. Ad Amiens, l’abate Guglielmo riceve due doni provenienti dalla Terrasanta. Se il primo lo colma di religiosa deferenza, il secondo accende la sua curiosità. Si tratta di un manoscritto con le memorie di Rodolfo di Fionia, scritte dal chierico Aroldo di Coventry. Vi si narra l’avventurosa vicenda umana del “cavaliere del fiordo”. Le gioie dell’infanzia in uno sperduto borgo danese sono brevi, presto la sciagura si abbatte sulla sua casata. Costretto alla servitù in un convento di frati ignobili, si dà alla fuga e trova rifugio presso il più potente clan del regno di Danimarca, dove frequenta la scuola dell’onore e intraprende il duro cammino grazie al quale diventa un chevalier sans peur et sans proche. Ma il destino sembra accanirsi contro di lui. Ogni volta che la felicità bussa alla porta, la sventura vi entra di soppiatto. Rodolfo, divenuto una delle spade più abili del regno, prende moglie. Nel dare alla luce la figlia primogenita, ella muore. Ha inizio un tormento interiore che serbava in pectore e che si acuisce quando sua figlia, in età da marito, è rapita dai pirati. Una donna perfida lo calunnia ed è costretto all’esilio con disonore. Da questo momento, l’odio ha il sopravvento nel cuore di Rodolfo, che non pago dei suoi successi nei principali tornei cavallereschi d’Europa e delle sue cruenti imprese militari nelle crociate contro le tribù pagane del Nord, si spende per trovare la figlia e punire i suoi rapitori. La sua vendetta è tale da fargli conoscere la notte dell’anima. Deve affrontare anche la malattia, il disincanto e l’esperienza sovrannaturale prima di rinunciare al mondo e ritirarsi in un’abbazia. Purificatosi con la preghiera e il lavoro, non sa resistere al richiamo della guerra santa ed entra nell’ordine dei Templari. Conoscerà ancora una volta l’onore e la vergogna, la gloria e il tormento. Catturato dai saraceni, sarà graziato da Saladino, che riconosce in lui un’anima nobile. Dopo avere intuito il senso della sua vita travagliata e delle sue ricorrenti visioni, il cavaliere del fiordo depone le armi e si ritira nel deserto, dove ha scelto di vivere come un eremita. Ma prima affida ad Aroldo il dono fattogli dal sultano d’Egitto e Siria e i rotoli di papiro con la sua testimonianza, uno spaccato del Medioevo dove convivono amore e odio, onore e mistero, clamori e silenzio.