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S02-E** Special XMAS AA.VV.

23 dicembre 2021 | 10:30
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Cristiano Paspo Stella, il cantautore, Massimiliano Pini, il cuoco clandestino e Piergiorgio Ronchi, il beer sommelier, tornano in cucina per la seconda stagione di COOKIN’ MUSIC. Le materie prime sono sempre di grande qualità: musica, food culture e birre dal mondo

If music be the food of love, play on. Se la musica fosse il cibo dell’amore, continua a suonare. (William Shakespeare)

Cookin’Music non poteva mancare nel momento più magico dell’anno! Quindi una carrellata di pezzi di Natale selezionati dal nostro cantautore prediletto Cristiano, aka P.A.S.P.O, Stella…, partiamo dagli Hornytoorincos con Fate l’amore con il cappone, pezzo pieno di doppi sensi, ritmatissimo, che ci ricorda il 2tone, andando in un crescendo, mischiando le sonorità della celebre Happy Xmas (War is Over) nelle strofe finali. Sul pezzo notissimo di John Lennon, possiamo dire che è una ballad standard folk del ’71 ed è riconosciuto come brano di protesta contro la guerra in Vietnam anche se, nell’immaginario collettivo, rimane uno dei più noti classici da sotto l’albero. Curiosamente Lennon e la Ono (coautrice) si ispirarono al vecchio brano folk tradizionale Stewball, interpretato già da Woody Guthrie, Peter, Paul and Mary e dagli Hollies; una canzone-racconto circa un cavallo da corsa che beve sempre troppo vino.

Il tema del cambiamento di War is over, lo ritroviamo nel pezzo di Antonello Vendittiquando verrà Natale, del ’74, brano composto pressoché dall’unica frase titolo della canzone, ripetuto ad libidum, come un mantra di speranza. Dieci anni dopo, il pezzo verrà richiamato dall’autore  in Mai nessun video mai (con il verso conclusivo Adesso viene Natale). Molti e molto diversi autori hanno affrontato il tema del Natale, così pieno di significati, anche Renato Zero, che canta nel suo Buon Natale del 1980: «perché ogni bomba diventasse pane … E un campo di battaglia desse grano»; da cui emerge una tematica sacra che potremmo riassumere in si vis pacem para panem… – continuiamo nella nostra scaletta con Natale di Francesco de Gregori (1978) dove si parla di attesa e, come sulla tavola, a mangiare si sta bene soprattutto se si è almeno in due. De Gregori spesso cita il Natale nelle sue canzoni, quasi sempre lo declina in un blue Christmas, il periodo dell’anno dove riaffiorano tristezze e nostalgie, come un quieto momento di riposo dall’invincibilità delle emozioni zittite e dove poter fare i conti con la propria vulnerabilità. Senza negatività, infatti la componente strumentale del pezzo appare quasi spensierata, la melanconia, sentimento che ciclicamente si ripresenta, portando con sé il bene e qualche male, proprio come il Natale. De Gregori ritorna anche nel brano Natale di seconda mano (del 2001), «oggi è tempo d’incendi, organizziamo presepi. Dalle stelle tu scendi e ci senti e ci vedi… Io ti regalo una foglia da masticare col pane. E tu una busta di vino per passare la fame».

Tematiche forti, quella del Natale in solitudine, ricordando anche chi se lo passa da solo, come nel pezzo di Piero Ciampiè Natale il 24, un madrigale struggente e picaresco con le chitarre in evidenza, concepito da un musicista tra i più eccentrici anche rispetto agli standard cantautoriali del periodo (siamo sempre in zona ’71), in assoluta autonomia espressiva, quelle di Piero Ciampi sono opere senza punti deboli, uno dei massimi traguardi tagliati dalla nostra musica popolare.

Arriviamo al monumentale Francesco Guccini che, dopo anni di silenzi, nel 2019 ci stupisce ancora con Natale a Pavana tenera storia delle feste dell’infanzia del cantautore.

Tralasciando i jingle natalizi (bellissimi) quelli di Mariah Carey, Michael Bublè, Frank Sinatra, Bing Crosby (andatelo a vedere duettare con David Bowie in Little drummer boy poi ci direte…), esistono pezzi decisamente più hard per una alternative-playlist capace di risvegliarci dai torpori post-prandiali e nessuno ci tocchi Last Christmas degli Wham!!! Iniziamo per tutti quelli che si rifugiano in un Natale alcolico al bar sotto casa con Have yourself a Merry Christmas dei Twisted Sisters; pezzo da cantare in coro con avventori occasionali e habitué; come pure il pezzo per chi odia il Natale: XM@$ di Corey Taylor oppure come occasione di riconciliazione come in Merry Christmas (I don’t wanna to fight tonight) dei Ramones e Fairytale Of New York dei Pogues.

Affaticati? Per finire una canzone eupeptica (dal greco: che aiuta la digestione) per eccellenza: se avete abusato di insalata russa, non potete rinunciare a una tisana allo zenzero… quindi Natale allo zenzero di Elio e le storie tese.

Colonna sonora immaginaria per riempire di musica le nostre feste…

for an alternative Xmas

https://www.youtube.com/watch?v=8ZsRUMxxI6Y

e per concludere…

 Cucina

Ci permettiamo di NON suggerire un menù di Natale, siamo talmente subissati da varianti e da ricette… da non voler noi, per così dire, metter altra carne al fuoco; ce lo consenta anche il Cristiano questa allegoria sulla carne; lui che è pure vegetariano. Ciò detto possiamo almeno dire cosa mangeranno quelli di questo adorabile, ma improbabile trio:

Max: come sempre tortellini in brodo alla bolognese e rigorosamente fatti a mano da sua suocera.

Cristiano: e nella nostra tradizione di comaschitudine Pizzoccheri anche a Natale! Con buon formaggio dei produttori del mercato coperto.

Pier: eeeeh! Di Pier non diciamo nulla; sicuramente un pranzo al TOP sia per l’estro e la creatività che per il suo eccelso gusto estetico.

Generico dicembre 2021

Birra

Però quantomeno sulle birre vi possiamo raccontare un paio di cosette… dovete sapere che esistono le birre di Natale, non prettamente uno stile brassicolo però una tipologia di bevanda molto legate al territorio ed alla cultura del paese in cui la si produce, abbiamo quindi la Kerstbier (che significa proprio birra di Natale) in Belgio, la Winter Warmer nel mondo anglosassone, Christmas Ale negli Stati Uniti.

Ogni birraio, naturalmente, ne dà una sua interpretazione. Fattore comune: una affinità con la stagione fredda e quindi un contenuto alcolico elevato e la ricchezza di spezie, anch’esse associate al periodo natalizio. Troviamo nelle Kerstbier zenzero, cannella, noce moscata e vaniglia, ma la lista potrebbe continuare ancora a lungo. Decisamente birre forti e corroboranti.

Nel mondo anglosassone si parla in modo un po’ più ampio di Winter Warmer, quasi a pensare alla loro forza nutriente e riscaldante più che alla festività natalizia. In queste birre troviamo un minore utilizzo di spezie quanto un elemento veramente distintivo fatto di malti scuri e un contenuto alcolico più alto della media delle birre anglosassoni ma decisamente inferiore alle sopracitate belghe. Parlando sempre di spezie nota curiosa in Germania l’uso di spezie è storicamente proibito dall’Editto della Purezza, da qui le birre di Natale sono una consuetudine poco diffusa. Le poche tedesche di contraddistinguono solo per essere un po’ più forti del normale.

In ultimo le Christmas Ale sono varie e variegati spesso, come le imperial IPA, molto legate alle caratterizzazioni locali.

L’usanza delle birre di Natale è certamente legata alle tradizioni celebrative dell’inverno e risalgono al Medio Evo. Molti studiosi la legano al lambswool. Una bevanda fermentata, il cui nome possiamo tradurre letteralmente come lana di agnello data la presenza di una schiuma generosa ed era prodotta unendo mele arrostite, noce moscata, zenzero e zucchero o miele. Alle lambswool si lega strettamente il wassail, una sorta di vin brulé consumato durante i raduni e le feste per la stagione natalizia. Partendo da questi due paradigmi, l’uso di spezie e la gradazione alcolica oggi vediamo un forte ampliamento dell’offerta dove ogni birraio si sente in dovere di dare una propria personale interpretazione, talvolta slegandosi da paradigmi fin troppo restrittivi come l’uso massiccio delle spezie, ma mantenendo sempre una stagionalità di ingredienti e il tabù della gradazione alcoolica. Certo quello delle Xmas Bier rimane una usanza delle più entusiasmanti e appassionanti che la questa bevanda conserva.