L’incubo dei contagi, Cà d’Industria e le altre Rsa tornano a chiudere gli ingressi ai parenti
Il presidente Beccalli da noi:”Obiettivo preservare gli ospiti delle nostre strutture: dispiace per i parenti, ma non possiamo rischiare”.
Visite in presenza vietate. Chi ha la possibilità di farlo, utilizza finestre esterne alla struttura per far vedere da lontano – e senza rischio di contatti – degenti e parenti che, giustamente, faticano a sopportare una situazione che li riporta indietro di un anno. Alla Pandemia prima fase. Stop alle visite nelle strutture per le case di riposo o Rsa del territorio. Ad iniziare da Cà d’Industria con il presidente Beccalli che, in diretta da noi ieri sera, ha spiegato la situazione attuale: incontri alle finestre al massimo (con l’uso del telefono per comunicare), ma nessun contatto diretto.
Un passo indietro in nome della sicurezza e per evitare il rischio di possibili contagi. Perchè Omicron corre velocissima e portare un focolaio in una struttura così protetta può diventare un grosso problema per i degenti, spesso alle prese con più patologie. Le indicazioni di Cà d’Industria, con qualche differenza minima, sono le stesse di altri istituti del territorio. I contatti tra degenti e parenti vietati da settimane. Vietato portare fuori le persone ricoverate per passare un week-end dai parenti. Ora la preoccupazione è alta e le precauzioni massime ovunque. Per evitare i tanti decessi – con polemiche e denunce, ora quasi tutte archiviate dai giudici – di un anno fa.
Va anche precisato, per la cronaca, che quasi tutti i degenti di Cà d’Industria – come ha riferito il presidente – sono tutti vaccinati con tre dosi. Stessa cosa per altre strutture. Il personale ovviamente si è dovuto adeguare alle normative e chi non lo ha fatto – la conferma sempre da Beccalli – è rimasto a casa sospeso e senza stipendio.