Pinacoteca: ultimi giorni per “Manlio Rho. Sintesi dell’astratto”.

Chiuderà in bellezza la mostra Manlio Rho. Sintesi dell’astratto. La pittura di Manlio Rho e il suo archivio: sabato 5 febbraio alle 16.30 in Pinacoteca si terrà l’incontro “R.S.D.A. l’astrattismo di Manlio Rho, ritratto di una stato d’animo” con Luigi Cavadini, Elena Di Raddo, Alberto Longatti che dialogheranno attorno alle opere di Manlio Rho. L’ingresso é libero ma su prenotazione a pinacoteca@comune.como.it, tel 031 269869
Infine, viste le numerose richieste, si terrà una visita guidata il 6 febbraio alle ore 11.00, (€ 8,00 comprensivo del biglietto d’ingresso). Prenotazione events@guidelagodicomo.com +39 347 8305199.
La mostra, curata da Elena Di Raddo in collaborazione con Archivio Manlio Rho e con l’allestimento dell’architetto Paolo Brambilla, nasce in occasione del 120 anni dalla nascita dell’artista e si focalizza sul patrimonio dell’Archivio Rho, conservato dalla famiglia dell’artista – in particolare dal figlio Enzo e dal nipote Giovanni – e indaga le peculiarità della pittura astratta di Manlio Rho (Como, 5 febbraio 1901 – 7 settembre 1957) attraverso alcune opere esemplari con studi e varianti, facendo emergere il “metodo” attraverso il quale giunge a definire l’equilibrio del colore e delle forme presenti nelle sue composizioni. Un metodo basato non solo sulla regola geometrica, ma anche sullo studio dei capolavori del passato, quindi della storia dell’arte, delle ricerche dell’Astrattismo europeo e delle arti applicate, in primo luogo il disegno per la moda.
Oltre ai dipinti, la mostra espone schizzi, lucidi e varianti delle opere su tela, così come gli studi sul colore che fanno tesoro della documentazione inedita del progetto realizzato per conto dell’Ente Moda di Torino, rielaborazione e sintesi dei colori usati dagli artisti nelle varie epoche.
Una sala, inoltre, propone la ricostruzione dello studio di Manlio Rho attraverso oggetti e documenti, presenti nel suo archivio, e i mobili disegnati da lui stesso: su quegli scaffali e librerie sono esposti libri, fotografie e riviste nazionali e internazionali che mostrano la varietà delle fonti del suo lavoro e l’attrattività che questo luogo aveva per gli amici e per i compagni del suo percorso artistico.
Lo studio di Rho, infatti, non ha rappresentato solo il luogo in cui fu concepito lo stile peculiare della sua opera astratta, ma un vero e proprio spazio di aggregazione di amici e artisti che, a Como, hanno animato la cultura degli anni Trenta e Quaranta – pittori come Mario Radice, Carla Badiali, Carla Prina, Cordelia Cattaneo, Aldo Galli e architetti quali Cesare Cattaneo, Giuseppe Terragni, Piero Lingeri, Alberto Sartoris.
Negli ultimi anni i numerosi studi scientifici dedicati agli archivi d’artista hanno finalmente messo in luce l’importanza di un patrimonio culturale che merita attenzione non solo da parte degli addetti ai lavori, ma anche della comunità intera perché costituiscono la memoria delle tracce culturali della nostra storia.

In contemporanea, in Campo Quadro – lo spazio contemplativo al primo piano della Pinacoteca – sarà possibile ammirare un autoritratto dell’artista del 1921, proveniente sempre dall’Archivio Rho, in una sorta di incontro a tu per tu con l’artista.
Inoltre, all’ultimo piano di Palazzo Volpi, nella sezione Novecento, sono esposte in maniera permanente due opere di Rho, tra cui l’importante Composizione 50/218, olio su compensato del 1950 esposta alla VI Quadriennale d’arte nazionale di Roma, come testimoniato dall’attestato di partecipazione presentato tra i documenti esposti nell’ultima sala della mostra.
La mostra ha il patrocinio del CRA.IT (Centro di Ricerca per l’Arte Astratta in Italia) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
INFO
Pinacoteca Civica di Como, via Diaz 84 – Como
Fino al 6 febbraio 2022
Orari: martedì – domenica 10 – 18 (ultimo ingresso ore 17.30)
L’ingresso alla mostra è compreso nel biglietto d’ingresso alla Pinacoteca:
Tariffa intera € 5,00 | Tariffa ridotta/gruppi € 3,00 | Biglietto cumulativo 2 musei € 8,00 | Family pass € 12,00.
Green pass obbligatorio.
www.visitcomo.eu
Facebook e Instagram @museicivicicomo

MANLIO RHO_biografia
Nato a Como il 15 febbraio 1901 da Felice Rho e Giuditta Grasseni, titolari di una ditta di passamanerie, Manlio Rho si forma prima presso le Scuole Tecniche della città poi all’Istituto tecnico Caio Plinio Secondo. La sua vocazione è però fin da giovanissimo per la pittura, che approfondisce all’Istituto Carducci sotto la guida dei pittori Achille Zambelli e Angelo Bassi e dello scultore Pietro Clerici e inseguito attraverso i corsi di pittura e modellato di Eligio Torno. Nello studio in via Odescalchi nel 1918 nascono i suoi primi dipinti che risentono dell’insegnamento dei maestri e della tendenza della pittura figurativa di Novecento.
Nel 1923 viene assunto come segretario-economo del Regio Istituto Nazionale di Setificio Paolo Carcano di Como, mentre nel luglio 1929 diventa capo del reparto stampa nella Tessitura Serica “Aliverti e Stecchini”, impiego che manterrà fino al 1942, anno in cui si dimetterà anche dall’incarico del Setificio. Nel 1928 sposa Letizia Fiocchini, dal cui matrimonio nascerà nel 1928 il figlio Enzo.
Fino 1937 si dedica all’insegnamento di pittura e scultura nel Corso di Arte Decorativa presso la Scuola di Disegno e Arte applicata all’Industria di Erba e tiene diversi corsi in vari istituti e scuole professionali, tra le quali l’Istituto Pro Cultura Popolare “Giosué Carducci”. Negli stessi anni comincia a frequentare assiduamente gli artisti (Carla Badiali, Cordelia Cattaneo, Aldo Galli, Carla Prina, Mario Radice, Eligio Torno) e gli architetti razionalisti comaschi (Cesare Cattaneo, Piero Lingeri, Alberto Sartoris, Giuseppe Terragni,), che danno vita nel corso degli anni Trenta e Quaranta a un gruppo molto attivo nell’ambito dell’avanguardia italiana e internazionale.
Il suo studio in via Cinque Giornate, prima, e poi in via Porta, diventa un luogo di ritrovo per gli artisti, gli architetti e i letterati legati all’astrazione e al razionalismo. Tra questi vi è anche il filosofo Franco Ciliberti, che nel 1938 coinvolge Rho nei promotori della rivista “Valori Primordiali” e qualche anno dopo nel gruppo “Primordiali Futuristi Sant’Elia” raccolto nel 1940 insieme al poeta Filippo Tommaso Marinetti. Abbandonata la figurazione novecentesca, presente anche in molti lavori destinati alla cartellonistica e ai manifesti per spettacoli teatrali, Rho raggiunge a metà degli anni Trenta l’astrazione e, insieme a Mario Radice e Giuseppe Terragni, comincia a frequentare assiduamente la galleria del Milione di Milano, dove nel 1935 esporrà i suoi lavori astratti nella Mostra astratta di Bianco e Nero.
Nel 1936 organizza con Radice e Sartoris la Mostra di Pittura Moderna Italiana a Villa Olmo raccogliendo le opere del gruppo astrattista comasco, insieme a quelle di Lucio Fontana, Gino Ghiringhelli, Osvaldo Licini, Alberto Magnelli, Fausto Melotti, Enrico Prampolini, Mauro Reggiani, Atanasio Soldati e Luigi Veronesi. L’anno seguente collabora alla Mostra Coloniale celebrativa per la vittoria imperiale progettando, insieme a Radice, la “Sala delle Medaglie d’oro”, esempio significativo di sintesi delle arti e promuove a Villa Olmo, sempre con Radice e con l’architetto Sartoris, la rassegna La pittura nella Scuola Moderna di Milano. Con Radice fin dal 1940 e poi con gli altri comaschi partecipa alle Biennali di Venezia (1942, 1948, 1950, e dal 1954 al 1957) e alle Quadriennali di Roma (1939-1943-1951). Dagli anni Quaranta comincia a insegnare all’Istituto Tecnico Statale di Setificio Paolo Carcano di Como, intensificando anche la sua attività di disegnatore per tessuti come consulente per la Tintoria Comense (1946) e, in seguito, per la Socota, la Tessitura Fede Cheti e le tessiture Costa. Nel 1946 è invitato alla mostra Arte astratta e concreta, che a Palazzo Reale a Milano raccoglie i principali protagonisti della seconda stagione dell’astrattismo. Nel 1957 collabora all’organizzazione della mostra Colori e forme nella casa d’oggi a Villa Olmo, dove presenta alcuni pannelli decorativi negli stand della mostra. Lo stesso anno scompare prematuramente nella sua città.