Economia lariana in chiaro-scuro:”Bella ripresa, ma bollette e materie prime vanificano tutto…”

4 febbraio 2022 | 17:04
Share0
Economia lariana in chiaro-scuro:”Bella ripresa, ma bollette e materie prime vanificano tutto…”
Economia lariana in chiaro-scuro:”Bella ripresa, ma bollette e materie prime vanificano tutto…”
Economia lariana in chiaro-scuro:”Bella ripresa, ma bollette e materie prime vanificano tutto…”

Le parole sono di Aram Manoukian, Presidente di Confindustria Como:”Ottimi segnali di ripartenza in un contesto difficile. Ma ora rischia di fermarsi di nuovo tutto”

“É un bilancio sicuramente positivo quello che ci consegnano i dati del secondo semestre dell’anno appena concluso, grazie ad una forte ripresa della domanda interna ed estera che hanno portato molti settori a recuperare il 2020 pesantemente gravato dalle difficoltà innescate dalla pandemia. Ne ha giovato anche l’occupazione che mostra da diversi mesi una brillantezza che mancava da tempo anche se limitata, in particolare per le imprese manifatturiere, dalla carenza di profili specializzati“. Le parole sono di Aram Manoukian, Presidente di Confindustria Como, ad analisi degli ultimi mesi del 2021. “Ma purtroppo – aggiunge – questo miglioramento generalizzato trova già un grosso freno che ha iniziato a dispiegare i suoi effetti negli ultimi mesi del 2021 e che si stanno acuendo nel nuovo anno. L’esorbitante aumento dei costi energetici e delle materie prime, accompagnato da una fortissima difficoltà di reperimento di alcuni materiali fondamentali per intere filiere come i semiconduttori, insieme alle incertezze dovute alla crisi tra Russia e Ucraina, rischia infatti di vanificare il prodigioso recupero della nostra economia causando anche una forte spinta verso l’alto dell’inflazione. Da un lato, quindi, confidiamo nelle misure che il Governo sta mettendo in campo per cercare di supportare le imprese, in particolare quelle energivore, e dall’altro guardiamo al 2022 come all’anno decisivo del PNRR consapevoli che sia una vera e propria corsa contro il tempo che non ammette intralci burocratici, pena la perdita di risorse ingenti. Naturalmente anche alle imprese è richiesto di fare la propria parte, investendo su innovazione, sostenibilità e su una rinnovata collaborazione che la pandemia ci ha insegnato essere l’unico modo per far fronte alle difficoltà che, inevitabilmente, si trovano e si troveranno sulla nostra strada”.

I dati delle aziende della provincia di Como

Il secondo semestre 2021 ha mostrato un quadro in miglioramento per le aziende di Como, in continuità con quanto esaminato nella prima metà dell’anno e coerentemente con i risultati del campione per i tre territori.

Le variazioni assunte dagli indicatori associati a ordini, produzione e fatturato risultano positive per entrambi gli intervalli temporali di analisi considerati.

In media si registra un incremento del 14% sul fronte tendenziale, che risulta favorito per le dinamiche che avevano interessato il tessuto economico locale nel 2020 a causa della pandemia, e del +8,2% a livello congiunturale.

All’interno del campione sono identificabili differenze nell’entità delle variazioni degli indicatori ma, in generale, è possibile affermare che il miglioramento sia diffuso a tutti i settori. Il tasso di utilizzo medio degli impianti si attesta a quota 79,7%, in aumento rispetto al dato registrato per i primi sei mesi dell’anno (76,3%).

Le imprese di medie dimensioni rivelano una capacità produttiva pari al 81,7%, superiore a quanto segnalato dalle realtà fino a 50 occupati, per le quali si registra un dato del 78,6%; in entrambi i casi è riscontrabile un aumento rispetto a quanto registrato tra gennaio e giugno 2021.

Per quanto riguarda invece i settori di attività, l’impiego medio si attesta al 77,2% per le tessili, al 80,3% per le metalmeccaniche e all’81,7% per le realtà degli altri settori.

La produzione che le aziende comasche non realizzano direttamente ma affidano all’esterno attraverso la collaborazione con i subfornitori determina un contributo di circa tre punti percentuali (2,8%) che si aggiunge a quella interna. L’outsourcing coinvolge prevalentemente soggetti italiani (2,2%).

Le previsioni per l’andamento del business nel corso del primo semestre 2022 indicano fiducia sulla prosecuzione della fase di recupero e risultano positive, anche se con entità più contenuta rispetto a quanto rilevato a livello congiunturale tra luglio e dicembre 2021; in media è attesa una variazione del 4%.

La struttura geografica dei mercati serviti dalle aziende di Como conferma, ancora una volta, la marcata propensione all’internazionalizzazione delle realtà del territorio, in grado di confrontarsi contro competitors di tutto il mondo grazie alle competenze e alla qualità delle proprie produzioni.

Nel secondo semestre 2021 la quota di fatturato realizzato al di fuori dell’Italia è pari a quasi due quinti del totale (37,3%).

L’Europa Occidentale rappresenta la principale area di riferimento per l’export assorbendo il 16,8% delle vendite totali. Ulteriori mercati di interesse riguardano gli Stati Uniti (3,7%), l’Europa e i BRICS (entrambi al 2,3%), l’Asia Occidentale (1,3%) e l’America Centro-Meridionale (0,8%). Secondo i pareri qualitativi espressi riguardo l’andamento delle vendite nei mesi finali del semestre, in particolare tra ottobre e dicembre 2021, le aziende comasche hanno registrato dinamiche favorevoli sia per l’ambito domestico, che per l’export; oltre un’azienda su due, infatti, ha indicato una maggiore intensità degli scambi.

Analizzando nel dettaglio, il fatturato in Italia è valutato in crescita per il 52% del campione, stabile per il 41,4% mentre in diminuzione per il restante 6,6%.

Per quanto riguarda le esportazioni, la crescita è indicata nel 52,8% dei casi, la conservazione dei livelli in un caso su tre (33,3%) mentre il calo è attribuito al restante 13,9%.

Lo scenario delineato dai giudizi risulta coerente con le variazioni assunte dall’indicatore associato al fatturato.

Gli elementi positivi finora emersi si scontrano però con le criticità relative all’approvvigionamento delle materie prime che già nella precedente edizione dell’Osservatorio congiunturale erano state analizzate.

Tra luglio e dicembre 2021 le aziende di Como hanno infatti confermato il persistere di problematiche inerenti le quotazioni delle commodities, da un lato, e le difficoltà di fornitura, dall’altro.

Procedendo con ordine quasi nove realtà su dieci (88,3%) all’interno del campione hanno segnalato aumenti dei prezzi delle materie prime necessarie all’attività tra luglio e settembre 2021; la quota è salita al 97,8% nel trimestre successivo.

Tale apprezzamento ha causato, senza particolari distinzioni di settore merceologico o classe dimensionale, impatti significativi su costi di produzione per oltre tre realtà su quattro (76%).

Le criticità sul versante dell’approvvigionamento hanno inoltre riguardato l’estensione dei tempi di consegna, che hanno penalizzato l’89,8% delle aziende, la diminuzione delle quantità effettivamente fornite rispetto a quanto richiesta, segnalata da poco meno di una realtà su due (49,6%) e, in misura minore, dall’abbassamento dei livelli di qualità delle forniture, indicato dal 16,6% delle aziende.

Le criticità legate al rincaro delle materie prime, a cui si è unito il sensibile aumento registrato dai prezzi dell’energia elettrica e del gas nei mesi finali dell’anno, hanno causato una riduzione dei margini di profitto per il 71,8% delle aziende e hanno costretto il 21,2% a rivedere al rialzo il prezzo di vendita dei propri prodotti.

I giudizi formulati dalle aziende comasche riguardo il loro rapporto con gli Istituti di credito, valutato in particolare sulla base delle condizioni praticate, tracciano per il secondo semestre 2021 un quadro di generale stabilità, in linea con quanto esaminato per il campione delle aziende dei tre territori globalmente considerato.

Le spese e le commissioni bancarie, le garanzie e i tassi sono considerati stabili per oltre tre realtà su quattro (76,7%), in miglioramento per l’8,5% mentre in rialzo, e dunque in peggioramento, per il 14,8%.

Con riferimento alla disponibilità degli Istituti ad espandere le linee di credito esistenti o ad attivarne di nuove, il 64,8% non indica particolari variazioni, il 15,9% segnala una maggior propensione ad esaudire le richieste mentre il 19,3% una chiusura.

Per quanto riguarda invece la valutazione espressa riguardo la propria liquidità aziendale, il 60,7% del campione indica un quadro nella norma, il 23,5% esprime soddisfazione mentre il restante 15,8% ritiene la situazione come migliorabile.

Nella seconda metà del 2021 l’occupazione delle imprese comasche rivela dinamiche in miglioramento, coerenti con quanto esaminato per i diversi indicatori e in prosecuzione della situazione analizzata per il primo semestre dell’anno.

L’indicazione prevalente, circa un caso su due (48,7%), riguarda il mantenimento dei livelli ma, in caso di variazione, i giudizi di aumento dei livelli (36,8%) risultano più diffusi rispetto a quelli di riduzione (14,5%).

Anche le previsioni formulate riguardo l’evoluzione per i primi sei mesi del 2022 tracciano un quadro occupazionale con i medesimi toni; la stabilità si conferma essere il giudizio più diffuso (51,4%) ma è confermata anche la maggior incidenza delle aspettative di espansione dei livelli (38,2%) rispetto alle ipotesi di contrazione (10,4%).